La necessità urgente di applicare le norme che introducono un reale federalismo fiscale, consentirebbe alle Province di far fronte alle necessità e alle esigenze di amministrazione. Le risorse proprie garantiscono i servizi ai cittadini; i decreti attuativi risalgono ad oltre dieci anni fa, non è più possibile attendere oltre.
La specificità della Lombardia e della sua capacità di investire le risorse dei Fondi di coesione europei è alta. Questa non può essere limitata dalle oggettive difficoltà che altre Regioni incontrano per impiegare fondi destinati a capitoli importanti. Tra questi il sostegno alle imprese e il potenziamento del sistema formazione con l’obiettivo di disporre di un capitale umano in grado di competere a livello internazionale.
I temi affrontati
Questi alcuni dei temi affrontati dal presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e dal senatore monzese Massimiliano Romeo che, assieme all’assessore regionale agli Enti Locali Massimo Sertori, hanno partecipato al convegno ‘La riforma delle province e il modello lombardo. La resilienza delle Province alla Legge 56/2014’, tenutosi nella sede della provincia di Monza e Brianza.
“Il federalismo fiscale – ha affermato il presidente Fontana – è una legge che non si può più aspettare ad applicare. È stata approvata nel 2011 e, nel 2012 stati approvati i decreti attuativi. Non esiste una motivazione tecnica che costringa a continua a rinviarne l’applicazione, al di là del fatto che sia inserita tra gli obiettivi previsti dal PNRR”.
“Non c’è veramente ragione che – ha continuato – ci imponga di dover rinviare una riforma orientata verso la direzione che tutti abbiamo auspicato. Vuol dire una maggiore delega, una maggiore autonomia territoriale, una possibilità di gestire in maniera più diretta le risorse, sapendo quali sono quelle che possono essere programmate e quelle che non lo sono”.
“Penso ai fondi che la Lombardia trasferisce al Governo centrale – ha spiegato Fontana – e al fatto che, paradossalmente, siamo noi a doverci rivolgere a Roma. Questo per poter disporre di quanto ci serve per far funzionare bene la Regione. Allora mi chiedo se non sia il caso di pensare ad una gestione completamente diversa della fiscalità. Dovremmo essere noi ad poter utilizzare quanto viene raccolto, nell’esclusivo interesse di offrire servizi a cittadini ed imprese, e non – invece – dover chiedere al Governo, quasi con il cappello in mano, fondi per noi essenziali”.
L’intervento di Fontana
“Siamo stati un mese fa a Bruxelles – ha proseguito Fontana – e quando abbiamo incontrato il commissario Raffaele Fitto, ci ha detto che i fondi di coesione probabilmente dovrebbero essere gestiti a livello nazionale e non più delegati alle Regioni, perché ci sono alcune di queste che non li utilizzano in maniera efficace. Io penso che non sia corretto pagare le conseguenze di questa situazione che coinvolge qualche Regione. Se ci venisse sottratta la gestione dei fondi di coesione si creerebbero dei gravi problemi nella gestione della nostra Regione. Perché parte di questi viene da noi utilizzata per sostenere le attività produttive e per sostenere la formazione professionale, che sono due capisaldi per lo sviluppo della Lombardia”.
“Sono risorse molto importanti – ha rimarcato il governatore Fontana – e non possiamo assolutamente permettere che una scelta di questo genere vada avanti. Questo vorrebbe dire andare a togliere linfa vitale a quella parte del territorio che sta facendo da locomotiva per il resto del Paese”.
“Scardinare un’istituzione come le Province – ha dichiarato l’assessore Sertori – è stata una disgrazia per l’Italia. La Lombardia ha contenuto il danno perché con responsabilità ha mantenuto il ruolo delle Province. Non dimentichiamolo, queste hanno tra le loro competenze gli edifici scolastici e le strade”.
“In sostanza – ha detto ancora – un miliardo all’anno di tributi delle Province non vengono impiegati per le funzioni provinciali, ma vengono girati a Roma. Anche per questo la riforma Delrio è stata un disastro. Dobbiamo ripristinare una situazione che è sfuggita di mano. La Regione ha funzioni di controllo e legifera, ma chi amministra i territori sono Comuni e Province. La situazione si è, di fatto, tradotta in una grave inefficienza. Ora responsabilmente, insieme, dobbiamo trovare una soluzione: l’obiettivo è erogare i servizi per i cittadini, questo è il mandato”.
Il Contributo
Ai lavori sono intervenuti anche Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano e Presidente Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. Pasquale Gandolfi, presidente UPI – Unione Province Italiane, Luca Santambrogio, presidente UPL – Unione Province Lombarde e Presidente Provincia di Monza e Brianza. Tra i presenti il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani, parlamentari ed esponenti politici del territorio.
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