Sciopero Magistrati: due schiaffi dall’Ordine degli Avvocati di Milano e dalla Commissione europea

Attualità

Ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, intervenuto a margine di un evento al Pirellone, a proposito dello sciopero nazionale dei magistrati contro la riforma della giustizia: “Una cosa che mi sembra veramente inaccettabile quella di uno sciopero di una parte dello Stato, non un potere, ma un ordine dello Stato che dovrebbe essere preposto al rispetto delle leggi. Si può essere non d’accordo, ma questo non toglie che siano il governo e il Parlamento a proporre e approvare le leggi”

Il parere del presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano

In occasione dello sciopero, a dire la sua sulla riforma è stato, nelle scorse ore, Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano: “Questa riforma non soltanto non è un atto che viola la Costituzione, ma è – esattamente al contrario – un intervento necessario per dare finalmente attuazione al principio del giusto processo, sacralizzato nell’articolo 111. Proprio perché la Costituzione è di tutti diventa paradossale brandirla proprio contro chi – con questa riforma – ne chiede la consacrazione a tutela dei cittadini e del loro diritto al giusto processo”,

La Lumia ha anche aggiunto: “Il pubblico ministero deve poter svolgere la sua funzione senza interferenze, ma al contempo il suo ruolo non può continuare ad avere elementi strutturali di contatto con il giudice, il quale deve restare soggetto terzo e imparziale. Un sistema in cui accusa e giudizio siano nettamente distinti non solo garantisce maggiore trasparenza, ma rafforza la fiducia dei cittadini nell’amministrazione della giustizia”. Ritiene quindi che  la riforma sia un “atto dovuto” e in questa prospettiva sottolinea “la riforma della separazione delle carriere non è un’opzione, ma un passaggio indefettibile. Procedere è la parola chiave”.

Commissione Europea e Immigrazione Clandestina

L’Avvocatura della Commissione europea si schiera con l’Italia nel contrasto dell‘immigrazione clandestina. “La Commissione europea – ha ammesso in aula l’avvocato della commissione Flavia Tomat – è disposta ad accettare che la direttiva 2013/32″ sulle procedure d’asilo ‘consenta agli Stati membri di designare Paesi d’origine come sicuri” anche’ prevedendo delle eccezioni per categorie di persone”. 

All’udienza davanti alla Corte di giustizia di Lussemburgo, chiamata a decidere sulla legittimità dei decreti del governo Meloni che aprivano la strada alle espulsioni dei profughi verso i centri di detenzione in Albania, la Commissione Ue rende noto che Bruxelles non si opporrà al diritto del governo italiano di stabilire l’elenco dei cosiddetti “Paesi sicuri” ai quali restituire i clandestini con procedura accelerata.

Una vera e propria smentita alla sinistra.

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