Corbani: per il marchese adesso sono cavoli

Milano

Certo che il marchese Sala del Grillo non ne imbrocca una, manco per sbaglio. Con la politica aveva litigato fin da bambino, poi come manager alla guida di una amministrazione pubblica come Milano ha dimostrato una incapacità imbarazzante. Nel suo abituale atteggiamento di non sapere mai nulla di quello che accade in Comune, di non avere mai nessuna responsabilità, all’Expo come in Comune, aveva presentato il “salva Sala” come una operazione di un padre di famiglia che protegge i suoi “familiari” e di tutti conosceva nome, cognome e anche vicende personali.

Ancora ieri in un lungo (come si dice in gergo giornalistico) coito orale a lui praticato da un giornale, diceva “‘Salva Milano?’ I nostri dirigenti non sono accusati di corruzione. Siamo accusati di aver velocizzato i meccanismi autorizzativi per la concessione di diritti a costruire. Siamo un paese lento. Vogliamo trovare delle alternative all’immobilismo o no?”

Adesso viene fuori che un dirigente del Comune del settore edilizio, poi nominato dal marchese Sala del Grillo, nella “commissione paesaggistica”, è agli arresti domiciliari per corruzione. Si scopre dalle intercettazioni che alcuni indagati brigavano con alcuni parlamentari per fare una legge che li mettesse al riparo dalle indagini della Procura. E che dire dell’assessore scelto da lui medesimo che concorda con la esigenza di far cadere la Giunta? E che dire dell’assessore all’urbanistica che ammette che si sono anteposti gli interessi privati a quelli pubblici? Di fatto si sono favoriti abusi edilizi e illeciti, costruendo l’iradiddio con le semplici Scia- quelle che si fanno per ristrutturare i bagni di casa-, violando le leggi esistenti (non quella del 1942, ma quelle successive, compresa la legge regionale) trasformando tutto, nuove costruzioni e sostituzioni edilizie, in ristrutturazioni con agevolazioni consistenti per i costruttori, tanto che la Corte dei Conti, inaugurando l’anno giudiziario, ha confermato che se passasse la legge “salva Sala” ci sarebbero perdite per le casse comunali, molto consistenti. Ma il marchese Sala del Grillo, non vedeva, non sentiva e non parlava e se c’era dormiva. E vediamo se qualche giornalista farà il suo mestiere chiedendo al marchese cosa farà di due assessori che dicono cose contro di lui e della sua Giunta. È certo che da soli questi assessori non hanno la dignità di dimettersi: del resto sono in buona compagnia, l’assessora verde al Verde non ha fatto una piega quando i suoi, a livello nazionale e locale, hanno votato contro il “Salva Sala”. Anche lei non riesce a staccarsi l’attack dalla sua sedia di assessora.

E naturalmente il marchese Sala del Grillo non fa nulla per rivedere le licenze edilizie di operazioni immobiliari, che sono o saranno nel mirino della Procura, e per smaltire progetti edilizi senza alcun problema di interpretazione, che sono fermi per responsabilità del Comune. Con la solita becera demagogia il marchese si lancia sulla lentezza della burocrazia, e sulla necessità di trovare alternative all’immobilismo. Peccato che i giornalisti che lo intervistano non sanno o non vogliono chiedergli perché da quando c’è lui per una carta di identità ci vuole un mese minimo, e quando c’era la prima repubblica bastava mezz’ora. O per uno che non sa usare o non ha lo Spid, ci vogliono sette giorni per avere un appuntamento per un modesto certificato di stato civile. A Milano.

Di fatto in attesa di un “Salva Sala” che non verrà mai, il marchese tiene bloccata la città con danni alla economia cittadina e alle casse comunali, già peraltro svuotate dai miseri oneri di urbanizzazione (rimasti fermi per quindici anni) e dalle vergognose cifre delle monetizzazioni. E la panzana ripetuta dal marchese, dai costruttori rapaci e dagli avidi immobiliaristi, che è tutto fermo per colpa della Procura non regge più, di fronte alla scelta dell’immobilismo del Sindaco, della sua giunta e della sua maggioranza che non fanno nulla per la città per sbloccare le pratiche edilizie giuste o per praticare la giustizia riparativa. in attesa solo di una legge che blocchi procura contabile e penale., che se non sbaglio hanno bloccato solo quindici operazioni su centocinquanta in odore di abuso. E il Comune potrebbe facilmente, senza aspettare un anno o più del nuovo PGT, cambiare una norma del piano delle regole del PGT esistente: “Per gli interventi di ristrutturazione urbanistica; di nuova costruzione; di ristrutturazione edilizia mediante demolizione e ricostruzione; aventi una SL pari o superiore a 4.000 mq è richiesto il piano attuativo o il permesso di costruire convenzionato, ai sensi dell’art. 14, comma 1bis, della L.R. 12/2005.”

In tal modo si riporta anche in capo al Consiglio Comunale la gestione del territorio, che deve essere sottratta alla discrezionalità di sindaco, assessore, dirigenti e funzionari, e ripristinata tra le funzioni essenziali di una assemblea elettiva, rappresentativa di tutti i cittadini.

Ma il grande politico non rispetta i poteri democratici e le istituzioni. Non solo non si presenta in Consiglio Comunale, ma riorganizza gli undici comunali (incominciando dall’urbanistica) e i consiglieri comunali lo scoprono dal giornale “amico” del Sindaco: perché, per quali obiettivi, per quali nuove procedure si organizzano due nuove strutture apicali? Non si sa, ma trova il tempo di una intervista zeppa di politichese, di banalità e di cialtronesca demagogia. Scende in campo per coltivare cavoli e cavolate.

Basti anche pensare a come sta cercando di vendere lo Stadio Meazza e l’area comunale di un quarto di milione di metri quadrati attorno allo stadio: solo lui crede alla dirigenza di RedBird, odiata dai tifosi del Milan o alla OakTree, un fondo americano di investimento che aspetta solo il regalo del marchese per vendere squadra e progetto, e ricavarci un bel gruzzoletto. Basta leggere il suo sito per capire l’attaccamento ai colori nerazzurri.

Ma il nostro esimio marchese si concede anche di dire “C’è una patria Italia, ma c’è anche una patria Europa.”, lui che ha mandato via il sovrintendente della Scala, solo perché era francese, il ministro voleva un italiano e lui non poteva resistergli.

Quello a capo della più grande azienda di Milano, di un Comune che ha una azienda di trasporto pubblico dove non trovano autisti (perché la città è troppo cara e non bastano gli stipendi, tanto che hanno fatto uno sciopero, riuscitissimo dopo tanto tempo) si permette di dire “qui bisogna pensare a far crescere i salari per tutti, in un momento storico in cui alcuni settori fanno profitti pazzeschi”. Naturalmente il marchese non c’entra niente: hanno fatto indebitare l’Atm per comprare quote di minoranza di una società di cui il Comune aveva due terzi del capitale, e adesso si apprestano a fare un’altra operazione da 200 milioni con la M5; hanno rinegoziato il debito dell’ATM con nove banche e decine di studi legali e commerciali e alla fine si dice che questa operazione ha distribuito 12 milioni di euro agli advisors. Naturalmente invece di aumentare la efficienza, la efficacia, la produttività della ATM, si partecipano a concorsi per linee di periferia a Parigi, buttando soldi in uffici, trasferte e consulenti. Però non si aumentano i salari dei dipendenti ATM.

E il marchese sbeffeggia e deride i cittadini milanesi raccontando la bufala della città in sette minuti: se andasse a una fermata dei mezzi di superficie, saprebbe quante lodi vengono tessute al suo indirizzo.

Ma a lui di Milano non interessa più niente. A lui serve inventare le balle sul modello Milano per la sua carriere di “politico”, che “da quando ha fatto politica, si è sentito profondamente ed esclusivamente politico” E siccome nessuno se lo fila, a Roma come in Lombardia, solo i giornalisti amici gli chiedono cosa farà dopo il disastroso mandato di Sindaco, allora lui risponde con grande sprezzo del ridicolo: “Mi è stata posta una domanda. Mi è stato chiesto se lo escluderei. (di candidarsi alla Regione. Ndr) Ho risposto che no, non lo escluderei: perché un politico deve escludere possibilità politiche?” Siamo al mestiere di politico. Ed “il politico” ha già annunciato che è pronto per le elezioni politiche.

Shakespeare aveva visto giusto. “Some are born great, some achieve greatness, and some have greatness thrust upon ’em.” (“Dodicesima notte”). “C’è chi nasce grande, c’è chi lo diventa, mentre ad altri la grandezza viene imposta”. Il guaio è quando uno crede di essere grande e non si accorge che è piccolo, che è stato artificiosamente fatto diventare grande e che altri lo hanno salvato anche dalle tempeste.

“La colpa, caro Bruto, non sta nelle stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”

Luigi Corbani

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