Lunedì e martedì scorso si è tenuto il sopralluogo della commissione parlamentare sicurezza e periferie. I dati raccolti attestano che Milano, una delle città più dinamiche e vitali d’Italia, sta vivendo una serie di sfide critiche che richiedono interventi rapidi e mirati molti dei quali mi danno conferma sulla necessità delle mie battaglie per la sicurezza dei nostri giovani, per la qualità della vita nelle nostre periferie, nelle aree della movida e in quelle ad alta intensità umana come San Siro e per la gestione delle case popolari.
Milano è una città divisa in 88 quartieri, con una popolazione di oltre 1,4 milioni di abitanti e un tasso di stranieri che arriva al 21,4%. In alcune zone della città, come Comasina, la concentrazione di stranieri è del 44% circa, con 170 etnie le più preseni. Ciò arricchisce la nostra società ma, purtroppo, crea anche sfide in termini di integrazione, sicurezza e gestione dei servizi. Un altro dato allarmante riguarda i minori non accompagnati che sono 22.000 e Milano ha solo 6.000 posti disponibili nel Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI), un numero assolutamente insufficiente a garantire un accoglimento adeguato.
Tutto questo accade in una città che sta affrontando anche un aumento della microcriminalità, del fenomeno delle baby gang e della delinquenza diffusa è dove è diventato sempre più difficile convivere con il disturbo in senso lato dalla movida come ai Navigli, Lazzaretto, Arco della PAce o nelle piazze come in Archinto dove i residenti non sono costretti di notte a subire musica, fuochi d’artificio e spaccio all’aperto. Delinquenza e degrado si sono ben radicati anche nelle case popolari.
A seguito degli elementi raccolti cosa si è chiesto al governo attraverso quella commissione?
1. Una riforma della polizia locale, che consenta anche l’uso dello dello SDI, Sistema di Indagine.
2. Una normativa nazionale che limiti l’orario di chiusura dei locali pubblici, per evitare che il disturbo arrivi a danneggiare la qualità della vita dei cittadini.
3. Chiusura definitiva della normativa sui dehor legati al COVID, senza ulteriori proroghe.
4. Un rinnovamento delle normative sul PNRR per le telecamere urbane, così che i Comuni grandi come Milano possano usufruire più volte dei fondi per la sicurezza.
5. Agevolazioni per i commercianti che decidano di investire nelle periferie, migliorando l’accessibilità ai beni primari per i residenti e riducendo la necessità di spostamenti in auto.
6. Copertura economica per il rinnovo dei contratti di lavoro degli operatori delle cooperative sociali, figure fondamentali per la gestione dei servizi sul territorio.
7. Lo sblocco del tetto alle assunzioni di polizia locale, fondamentale per città ad alta microcriminalità come Milano, per rispondere in modo adeguato alle sfide quotidiane della sicurezza.
8. Aumento dei posti SAI, poiché Milano ha un numero elevato di minori stranieri non accompagnati e irregolari, che devono essere accolti e supportati in modo adeguato.
Ma anche il comune ha delle responsabilità dirette e urgenti. Prima di tutto potenziare il controllo delle periferie e delle zone ad alta concentrazione di criminalità. Non solo incrementando la presenza della polizia locale e delle telecamere predittive, ma anche intervenendo con un’urbanistica inclusiva, che preveda spazi pubblici più sicuri. Le case popolari sono un altro aspetto critico che il Comune deve affrontare con maggiore serietà: non possiamo continuare a permettere che queste strutture diventino roccaforti di delinquenza. È essenziale mettere in campo una gestione che favorisca l’integrazione e l’accesso a servizi sociali ed educativi di qualità e gli sgomberi e che faccia pressione su Regione Lombardia per un nuovo regolamento di assegnazione che vada verso un mix sociale per non creare ghetti che oggi invece ci sono!
Il Comune deve concentrarsi di più per garantire la gestione delle aree pubbliche, San Siro e della movida: è fondamentale che ci siano misure più efficaci contro il traffico, i disturbi notturni, lo spaccio e le violenze.
Grazie a questo incontro si è ribadita la necessità di un piano complessivo che coinvolga tutti gli attori istituzionali . Il Comune deve agire tempestivamente e collaborare con fermezza con Governo e Regione mettendo da parte i colori politici, per garantire che i cittadini di Milano, ovunque risiedano, possano vivere in una città sicura, vivibile e inclusiva.
Mariangela Padalino, Capogruppo Noi Moderati Comune di Milano
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