Un gesto di generosità si è trasformato in un incubo per un 50enne milanese che aveva deciso di ospitare in casa propria un giovane immigrato irregolare, un 22enne egiziano, in attesa di scontare gli arresti domiciliari per una presunta rapina. La situazione, inizialmente tranquilla, è degenerata dopo due mesi, culminando in minacce, un intervento della polizia e un nuovo processo per estorsione a carico del giovane.
Durante l’ultima udienza dibattimentale, tenutasi giovedì 13 marzo, il 50enne ha raccontato la sua versione dei fatti dal banco dei testimoni. L’uomo ha spiegato di aver conosciuto alcuni amici del ragazzo egiziano, che all’epoca aveva appena 20 anni, frequentando lo stesso bar nel quartiere Casoretto. Nell’estate del 2023, uno di questi amici gli avrebbe chiesto aiuto per il giovane, che era stato arrestato per aver strappato una catenina d’oro dal collo di un ragazzino in un parco e si trovava quindi agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Serviva un appartamento dove scontare la misura cautelare, e il 50enne si è offerto di ospitarlo nel suo monolocale di 35 metri quadrati.
“I primi mesi, luglio, agosto e parte di settembre, sono trascorsi tranquillissimi”, ha raccontato l’uomo in aula. Tuttavia, la sera del 23 settembre 2023 la situazione è precipitata. Il 50enne ha riferito di essersi scontrato con il giovane per futili motivi. “Mi sono spaventato, sono uscito di casa e ho chiamato la polizia”, ha dichiarato.
Secondo la ricostruzione, l’egiziano si sarebbe presentato verso le 23, mentre l’uomo dormiva, chiedendo con insistenza 200 euro in contanti. Al rifiuto del 50enne, che gli avrebbe proposto di parlarne il giorno successivo, il giovane avrebbe reagito in modo violento, insultandolo e spintonandolo. “Non era mai successo prima, così mi sono preso paura”, ha spiegato l’uomo, che ha deciso di uscire di casa e chiamare il 113 dalla strada.
L’intervento della polizia ha portato all’avvio di un nuovo processo, questa volta per estorsione, a carico del 22enne egiziano. Il gesto di solidarietà del 50enne, inizialmente ripagato da una convivenza pacifica, si è così trasformato in un’esperienza traumatica, con conseguenze legali ancora in corso.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845