Cose che i milanesi non sopportano

Milano

Milano, vista da fuori, può essere una metropoli veramente attrattiva.

Ma per chi la conosce da dentro, vivendola tutti i giorni con le sue contraddizioni, e non magari facendo un turismo mordi e fuggi, è un altro discorso.

Milan l’è un grand Milan, recita il detto, ed è sacrosanto.

Ma in questo mare grande ed eterogeneo della metropoli ci sono delle cose che proprio i milanesi non sopportano.

Quali ? Eccone alcune.

Farsi i selfie davanti al Duomo

Partiamo soft e diciamo che se la gente non aborrisce questa abitudine, quanto meno la guarda con un mezzo sorriso e il sopracciglio alzato.

Venire da fuori, magari da lontano e volersi fare un selfie col Duomo sullo sfondo è quasi d’obbligo, un trofeo da esibire.

Ma anche, diciamocelo, un po’ ordinario e banale. Un tantino stereotipo, senza magari neanche entrarci.

I Milanesi il Duomo ce l’hanno sotto gli occhi tutti i giorni, mica da tutti.

È poi diciamocelo, zigzagare in piazza Duomo tra persone in pose infinite con la bocca a becco di papera, è  un tantino imbarazzante.

Portare San Siro fuori Milano

 

San Siro sta bene dov’è, secondo i Milanesi. Lo stadio di San Siro è sempre stato considerato come la Scala del calcio. Una fonte di grande senso di identità e appartenenza per i cittadini. Purtroppo l’attuale struttura non è ristrutturabile, i costi sarebbero esorbitanti. Da qui l’idea di decentrare la costruzione di un nuovo stadio (Rozzano, San Donato per es.). Ma non tutto è perduto, in quanto le società Inter e Milan potrebbero portare avanti un progetto di acquisto dello stadio e riqualifica della vasta area circostante.

Possiamo ancora sperare.

Il degrado della città

Come non sopportare chiunque abbruttisca la città? Ci devi vivere per forza. Di conseguenza il degrado incipiente e la malamovida, processo lungi dall’arrestarsi e le scritte dei writers sui muri delle case sono un vero pugno in un occhio.

Non si pretende che sia come Tokyo, la città più sicura al mondo.

Ma dai cantieri abbandonati, al deturpamento delle aree verdi, dai furti in casa, all’incuria degli edifici, alle zone offlimits, tutti dobbiamo convivere con questa realtà cittadina. Nostro malgrado.

Inquinamento e smog.

Ormai è un problema più che appurato, di cui peraltro i milanesi stessi sono parte, spostandosi per lo più in auto benzina e diesel.

Altre cause sono gli allevamenti intensivi, numerosi nella pianura padana, le industrie, il riscaldamento delle case.

Essendo Milano e la pianura padana una zona chiusa, non viene favorito il ricircolo e lo smog ristagna.

Qualcuno una volta aveva proposto l’abbattimento del Monte Turchino a cavallo tra Liguria e Piemonte, per agevolare il ricircolo, ma sorvoliamo.

Conviverci non è semplice e il singolo può fare poco. Ci pensiamo tutti i giorni che usciamo di casa.

Inglesismi

La lingua italiana è ricca di vocaboli per ogni tipo di situazione, ma in alcuni ambiti, soprattutto quello lavorativo e in certi circoli milanesi molto “uptodate”, molto fashion, si preferisce usare parole inglesi, e fin qui niente di male, ma spesso queste parole inglesi vengono tragicamente italianizzate dando vita a neologismi di dubbio gusto.

Trendare, brieffare, brandizzare, floppare, scrollare, gossippare, parternizzare, ghostare, flaggare, followare, spammare, trollare, googlare, taggare, postare, blastare e così via.

Non è questione di essere puristi della lingua italiana, ma certe cose non si possono proprio sentire

Monopattini e piste ciclabili.

Ti sfrecciano davanti, di lato, sui marciapiedi, sulla carreggiata. In meno che non si dica ne hai uno che ti taglia la strada e non hai neanche fatto in tempo a frenare.

Tutti rigorosamente senza casco e sorvoliamo su eventuali assicurazioni. Un pericolo reale per i pedoni e un impiccio per le auto che sono in costante rischio di collisione.

Speriamo che i nuovi obblighi normativi introdotti a novembre 24 servano a qualcosa. Qualche casco si comincia a vedere.

Le piste ciclabili invece sembrano qualcosa di alieno. Posto che chi va in bici a Milano lo fa a suo rischio e pericolo, tra traffico, pavé e rotaie, la sicurezza è quasi pari a zero. E gli incidenti a pedoni e ciclisti maggiori rispetto ad altre categorie e altre città.

La famigerata Fashion Week

Se da una parte la settimana della Fashion Week dà lustro e prestigio alla città, dall’altra per i poveri mortali è causa di disagio e stress. O la si ama o la si odia.

Oltre ad incrementare il già alto livello di smog per l’intensa attività degli aumentati spostamenti, secondo me è indecente che non venga presa nessuna iniziativa dalle autorità preposte onde arginare i disagi.

Che oltretutto vengono spesso aumentati da pregressi lavori in corso aggiungendo così caos al caos.

Certo per chi ha un immobile in affitto breve a anche 500 euro e con tutti i prezzi di pernottamento aumentati, va tutto bene, ma non tutti i milanesi sono tra questi.

Ed evviva la sostenibilità.

Dialetto

Ultimo ma non ultimo, è un peccato che i milanesi si vergognino di parlare ancora in dialetto o pure di sentire parlare in dialetto.

Un vero peccato per un patrimonio culturale così vasto.

 

Eleonora Prina

2 thoughts on “Cose che i milanesi non sopportano

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