Premessa già nota: la Procura di Milano ha aperto un’indagine esplorativa sulla vendita dello stadio San Siro da parte del Comune a Milan e Inter
Si tratta di una procedura collegata all’esposto su un presunto danno erariale. Il comitato Sì Meazza, di cui è anima Luigi Corbani, vicesindaco di Milano negli anni ’80, si oppone «alla svendita» dello stadio a Inter e Milan.
Le ragioni di Luigi Corbani
“Vogliono demolire il Meazza e il costo è a carico nostro: e hanno la faccia tosta di parlare del progetto Webuild che nessuno ha mai visto.
Al marchese Sala del Grillo non basta la figuraccia che ha fatto con il “Salva Sala”, costringendo i consiglieri comunali a votare come diceva lui in Consiglio Comunale, salvo smentirli una settimana dopo, come se niente fosse. No, il suo massimo obiettivo è essere cacciato da Palazzo Marino per avere tentato di svendere lo Stadio Meazza e un quarto di milione di metri quadrati di proprietà comunale.
Da quasi sei anni porta avanti questo affare, pensando che i milanesi siano degli allocchi, che accettano un’operazione di rapina, mal concepita e peggio gestita da un cattivo manager e da un pessimo amministratore pubblico. Dove stia l’interesse pubblico in questa operazione lo sa solo il Marchese Sala del Grillo, che nella sua scarsa dimestichezza con la politica e con la pubblica amministrazione è riuscito a dire che ”l’interesse pubblico deve fare i conti con la sostenibilità economica di chi è proprietario delle due squadre milanesi”; una cosa che in Consiglio Comunale non ti aspetti neanche dalla destra, ma solo da un portavoce delle aziende private. “È illusione che investitori (investitori di che? N.d.R) finanziari possano rinunciare a un nuovo stadio”. Ovviamente a San Siro, su aree comunali, che il marchese gliele regala anche con un fiocco. “ragiono con la mia lunga esperienza imprenditoriale e finanziaria per immaginare che per loro e in particolare per questa tipologia di azionisti, questa possibilità (di rinunciare) sia anche minimamente concreta, a mio parere”.
Ma siccome abbiamo ormai superato il livello di guardia e la sinistra si beve anche queste scemenze, eccoci che appena i due fondi americani fanno uno schiocco di dita subito si provvede con una delibera di Giunta a dargli ragione e man forte.
Tralascio molte cose, su cui tornerò nei prossini giorni, compresa la cosa non da poco degli “elementi urbanistici essenziali”. Ma in questa delibera n. 324 del 18 marzo 2025 – presentata da Emmanuel Conte, Giancarlo Tancredi, Martina Riva, Carmela Francesca, Filippo Salucci e Christian Malangone – si accetta che il costo della demolizione del Meazza in San Siro sia a carico del Comune. Infatti si dice:
“In data 11 marzo 2025 (prot. n. 138329) le Società hanno formulato all’Amministrazione comunale una proposta di acquisto, ai sensi dell’art. 4, comma 13, del d. lgs. n. 38/2021, avente ad oggetto il Compendio immobiliare “Ambito GFU San Siro” comprensivo dello Stadio “Giuseppe Meazza” allegando
(i) lo schema del contratto di compravendita con gli elementi essenziali per l’acquisizione, ivi incluso il prezzo di acquisto offerto dalle medesime Società, pari ad Euro 197.000.000,00 (cento novantasette milioni virgola zero), oltre IVA., con la deduzione delle voci di costo indicate dall’art. 4, comma 13, del D. Lgs. n. 38/2021, e con la precisazione di termini e condizioni cui la proposta è soggetta, ivi inclusi gli elementi essenziali urbanistici.”
Si noti dunque il riferimento alla legge, art. 4 comma 13, che recita “Nella determinazione del prezzo le parti tengono conto degli eventuali costi per rimozione di manufatti e bonifiche ambientali.”
Quindi la rimozione del manufatto Meazza è un costo che va a diminuire il prezzo? La banda di San Siro colpisce ancora.
Tale giochino i malvagi l’avevano calcolato anche nel 2021.
Infatti nella relazione istruttoria della delibera di Giunta del 5 novembre 2021 “Conferma della dichiarazione di pubblico interesse con condizioni in relazione agli elaborati progettuali inoltrati in data 6 novembre 2020” a pagina 5 la responsabile unica del procedimento, arch. Simona Collarini, scriveva: “La quota di SL pari a 46.679 mq, che eccede l’indice territoriale unico previsto dal PGT pari a 0,35 mq/mq – art. 16 del piano delle regole – è la quota di volumetria che i proponenti propongono di realizzare a fronte dei costi sostenuti per la rifunzionalizzazione dello stadio Meazza, che ammontano complessivamente a 79,9 mil ( di cui 68,7 mil di lavori e 11 mil di costi professionali e altre spese), secondo quanto indicato nell’ integrazione di cui in oggetto.”
Nella relazione istruttoria della delibera di Giunta n. 1905 del 8 novembre 2019 – firmata dall’Arch. Giancarlo Tancredi – Direttore dell’Area Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree della Direzione Urbanistica – nonché nominato il 18 luglio 2019, Responsabile Unico del Procedimento (RUP) in questione – non chiedeva volumetria a compenso della demolizione del Meazza, anche perché l’indice di edificabilità proposto era 0,63 mq./mq. pari a un totale di 165.769 mq (ovviamente escluso il “nuovo” stadio).
I nuovi furbetti del quartierino sono dunque recidivi. Ma cì sono due domande fondamentali: perché demolire San Siro ?
Chi ha deciso di demolire San Siro?
La risposta è semplice, i due fondi americani con la complicità del Marchese Sala del Grillo.
Ed è imbarazzante spiegare al Comitato Olimpico Internazionale che lo stadio – presentato a Losanna nel dossier di candidatura dal nostro marchese il 24 giugno 2019 a Losanna come “uno degli stadi di calcio più iconici del mondo. Con una capienza di 80.000 posti a sedere, ospiterà la cerimonia di apertura più partecipata nella storia dei Giochi Invernali, insieme a Pechino 2022.” – subito dopo verrà demolito perché i due fondi di investimento americani hanno deciso che non va bene per il loro business. Sostanzialmente il CIO fa la cerimonia di apertura in uno stadio considerato dalla mummia del fondo RedBird un cesso.
E la cosa paradossale e in cattiva fede è che viene scritto che “Webuild S.p.A. nel mese di febbraio 2024 manifestava alle Società e al Comune di Milano la disponibilità a collaborare, in via autonoma e con spese a proprio carico, per l’elaborazione di uno studio di fattibilità per la ristrutturazione dello stadio San Siro; a seguito dell’interlocuzione sviluppatasi tra Webuild e le Società, nell’ambito della quale il Comune, su richiesta di Webuild, ha messo a disposizione informazioni tecniche, altresì partecipando ai sopralluoghi presso l’impianto, le Società, nel mese di settembre 2024, segnalavano di non voler procedere ulteriormente con l’ipotesi di ristrutturazione dello Stadio”
La cattiva fede sta nel fatto che il Comune senza nessun atto formale ha messo a disposizione di Webuild dei documenti, brevi manu; che il Comune dichiara di non avere nessun progetto di ristrutturazione formulato da Webuil; che nessun consigliere comunale ha mai visto il progetto di Webuild e che nessuno sa, se non il marchese Sala del Grillo, perché le squadre hanno rifiutato il progetto di ristrutturazione.
Sappiamo solo che il marchese Sala del Grillo ha preso atto che lo Stadio non è di proprietà del Comune ma delle due società finanziarie americane ( o di dove?) che decidono loro cosa fare e che siccome a loro non è piaciuto il progetto Webuild, il Comune deve regalare loro il Meazza e le aree pubbliche di San Siro. E l’altra cosa delirante è che si cita un ordine del giorno del Consiglio comunale approvato senza conoscere la lettera dei due fondi americani e la valutazione della Agenzia delle Entrate. Eh, sì perché il Consiglio Comunale di Milano secondo il “modello Milano” non si occupa di piani attuativi edilizi, né delibera su San Siro da quasi sei anni: va avanti solo a ordini del giorno, che vengono usati a piacimento del marchese.
Ma tanto siamo allo “Svendi San Siro” per fine attività.
E se la politica non è in grado di mettere fine a questa assurda vicenda di affari privati a danno dell’interesse pubblico e della proprietà pubblica, appare del tutto evidente che è necessario ricorrere al Tribunale amministrativo della Lombardia, alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica.
Luigi Corbani
Comitato SiMeazza
(mercoledì 19 marzo 2025)
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Troppo palese la malafede in questa operazione.
San Siro non è altro che la goccia che fa straboccare il vaso.
Non vedo l’ora di vedere la dipartita di sala e la fine del suo feudo.
Non bisogna dimenticare che il comune ha negato il referendum ai cittadini! Un perché convincente non è mai stato dato.