La crisi dei ristoranti milanesi: affitti proibitivi e dinamiche speculative

Milano

Un approfondimento del Gambero Rosso ha rivelato un allarmante fenomeno che sta sconvolgendo il panorama della ristorazione milanese. Chiusure di esercizi storici, costi fuori controllo e nuove attività dalla vita effimera caratterizzano l’attuale situazione, che potrebbe presto estendersi ad altre realtà italiane.

Addio ai locali simbolo
Milano vive una radicale trasformazione del suo settore gastronomico, non dovuta a fisiologico ricambio. Come riportato dal Gambero Rosso, hanno chiuso i battenti istituzioni come il Boccondivino, a pochi anni dal suo cinquantesimo anniversario. Insieme a lui, altri nomi storici tra cui Rovello 18 e Il Cerchio. Il caso emblematico dello Swiss Corner, costretto a lasciare la sua sede per un affitto di 330.000 euro annui, illustra una metamorfosi dettata più da logiche speculative che da reali esigenze di mercato.

Durata sempre più breve
Le statistiche parlano chiaro: il 50% dei nuovi locali chiude entro cinque anni, mentre il 25% non supera i quindici mesi. Questi dati evidenziano problematiche strutturali che travalicano le normali oscillazioni del mercato. Per i ristoratori indipendenti, gestire un’attività a Milano sta diventando un’impresa quasi impossibile, con margini di sopravvivenza sempre più ridotti.

Fondi immobiliari e nuove presenze
La crisi non dipende solo dai rincari degli affitti. I grandi fondi immobiliari stanno riconfigurando il tessuto urbano, sostituendo le realtà tradizionali con due modelli predominanti: catene commerciali e ristoranti di chef stellati finanziati da investitori opachi. In questo quadro si inserisce purtroppo anche l’interesse della criminalità organizzata, attratta dalle possibilità di riciclaggio.

Milano come avanguardia di un fenomeno nazionale
Le dichiarazioni dello chef Felice Lo Basso, trasferitosi Oltralpe, suonano come un monito: “A Milano la situazione è critica. I costi sono insostenibili rispetto ai redditi medi”. Con affitti che sfiorano i 10.000 euro mensili per spazi modesti, gestire un ristorante di qualità richiede risorse eccezionali. Il Gambero Rosso lancia l’allarme: quanto sta accadendo a Milano potrebbe presto ripetersi in altre città, innescando un effetto a catena con gravi ripercussioni sull’intero settore.

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