La sicurezza si rafforza davvero chiudendo prima i locali? L’ennesimo episodio di violenza riaccende la polemica sulle nuove ordinanze del Comune che impongono restrizioni sugli orari notturni. Nella notte tra martedì e mercoledì, un uomo è stato aggredito e ferito da due malviventi in zona Via Marsala. La vittima, un 42enne, è riuscita a salvarsi solo grazie all’aiuto di un bar ancora aperto.
La dinamica
Tutto inizia poco dopo la mezzanotte: l’uomo, in compagnia di un amico, viene bloccato da due aggressori che lo strattonano per il collo. Visto il suo tentativo di fuggire, uno degli assalitori estrae una pistola e spara a distanza ravvicinata. Due colpi lo colpiscono di striscio al volto e al collo, ma nonostante le ferite e lo shock, riesce a raggiungere un bar vicino a Largo La Foppa, trovando soccorso.
“Con i locali chiusi, sarebbe stato abbandonato al suo destino”
Roberto Cassina, proprietario dell’Icebound, non ha dubbi: “Se il 42enne non avesse trovato un’attività ancora aperta, sarebbe stato più difficile ricevere assistenza” afferma Roberto Cassina, proprietario dell’Icebound. “Questo dimostra che i locali aperti non sono poi così dannosi, anzi, possono essere un punto di riferimento importante”.
Le restrizioni del Comune sotto accusa
Proprio in queste settimane, Palazzo Marino ha imposto misure draconiane in zona Corso Garibaldi: chiusure anticipate per 3 giorni e sanzioni per chi sfora gli orari. Tra i colpiti, il Cimmino 104, il Garibaldi 111, il Moma e lo stesso Icebound – multato per aver servito gelati dopo mezzanotte.
L’obiettivo dichiarato dal Comune è contenere i disagi della movida, ma dopo l’ultima sparatoria, la domanda è inevitabile: come ottenere il giusto bilanciamento tra ordine pubblico e la sicurezza per chi potrebbe trovarsi in difficoltà di notte.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845