Il Duomo di Milano e le sue stranezze: le statue che non ti aspetti, tra antico e moderno.

Milano

Il Duomo di Milano lo conosciamo tutti.

Negli anni 60, tutte le famiglie, dalla più altolocata alla più semplice, avevano come abitudine di andare, la domenica pomeriggio e coi vestiti “buoni”, a fare una puntata in Piazza Duomo e in Rinascente.

Ma il Duomo nella sua maestosità nasconde tante particolarità, a cominciare da alcune statue che definire “strane” è un eufemismo.

Intanto, il Duomo è l’unica Chiesa al mondo che ha statue anche nei capitelli delle colonne interne.

E nel 1387, un anno dopo l’inizio della costruzione, i Signori di Milano, i Visconti, diedero l’approvazione per l’uso esclusivo della cava di marmo di Mergozzo in Val d’Ossola, all’estremo nord del Piemonte, da dove si ricavava il famoso marmo rosa di Candoglia, una frazione del paese, con cui il Duomo è stato costruito.

Esclusiva proprietà che è stata riconfermata alla Veneranda Fabbrica del Duomo, l’ente che si prende cura della ristrutturazione della chiesa, con una legge del 1927, tuttora in vigore.

Ed è l’esterno che rivela le sorprese più disparate.

Le statue, intanto, non sono solo religiose e quando piove l’acqua scroscia copiosa dai 96 doccioni chiamati gargoyles.

Queste protuberanze a forma di diavoli, mostri, serpenti o animali fantastici che dir si voglia, presi dai bestiari medievali, sono appunto dei gocciolatoi dei canali di gronda e il nome è onomatopeico, cioè riproduce foneticamente il gorgoglio stesso delle acque piovane.

Un misto di retaggi pagani e cristiani, su cui gli artisti scalpellini hanno lavorato di fantasia propria.

Sembra fossero poste o a protezione della Chiesa o per rappresentare i demoni dai quali trovare scampo all’interno del Duomo.

Ma secondo altre fonti, pare che l’idea di realizzarli fosse venuta a Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, cui in un sogno apparve il diavolo, il quale lo obbligò a costruire una grandissima cattedrale piena di simboli del male, diavolo che altrimenti si sarebbe preso la sua anima.

Anatemi diabolici a parte, tra le statue del Duomo, troviamo, sorprendentemente, una racchetta e una pallina da tennis, un pallone da rugby e moderne corde da climbing,

Ma anche le effigi di Mussolini (rovinata) e Napoleone più la raffigurazione dei pugili Primo Carnera ed Erminio Spalla che si affrontano.

E anche sorprendentemente, una scultura che ricorda la Statua della Libertà, che però è precedente a quella più famosa di New York.

Scolpita da Camillo Pacetti nel 1810, si intitola “La legge nuova” e pare che  Auguste Bartholdi abbia proprio tratto da lei ispirazione per la “sorella” maggiore americana.

Pacetti è anche l’autore del gruppo scultoreo “Minerva che infonde l’anima all’automa di Prometeo” oggi esposto alla Galleria di Arte Moderna di Milano.

E poi cervi, tucani e come dimenticare Dante, Arturo Toscanini e Re Vittorio Emanuele I.

Tutte figure intagliate nei marmi che arrivavano sulle chiatte attraverso i canali navigabili dei Navigli, approdando nella zona dell’attuale Vicolo Laghetto, allora attracco, e che erano marchiati con la sigla AUF.

Tale scritta significava Ad UsumFabricae, stando a significare l’esonero da dazi per i materiali marmorei destinati alla costruzione del Duomo e trasportati dai barconi, che però venivano anche usati dal popolo come traghetti per passaggi gratuiti, generando così l’espressione ” auff”, cioè ” a ufo”, a sbafo, ossia gratis.

Ma il Duomo di Milano riserva tante altre sorprese e questa è solo una minima parte.

Eleonora Prina

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