La scuola di cinema di Milano apre alla intelligenza artificiale

Cultura e spettacolo Video

Abbiamo frequentato un corso avveniristico insieme a undici giovanissimi alunni

Pur essendo in età vintage, ho osato e  ho frequentato  le lezioni di un  corso sperimentale, finora unico in Italia, sulla animazione di video usando l’Intelligenza artificiale. Undici giovanissimi emergenti film-maker, grafici e web designer, selezionati in tutta Italia tra una marea di aspiranti allievi, hanno smanettato sui computer della scuola, sotto la attenta e precisa  guida  dell’artista Simona Bursi per 10 lezioni spalmate  in tre intense settimane.

Solo una pausa caffè, per scambiarci idee, e poi di nuovo davanti al computer che sostituisce ormai tavolozza, matite, colori. Ma attenzione, non la creatività, ci ha avvertito subito  Simona.

La giovanissima e dolcissima Miriam mi accoglie con un sorriso mediterraneo, dicendomi che ho avuto molto coraggio  a rimettermi in gioco e ad iscrivermi al corso. Ognun si presenta prima della lezione di esordio, la giovane reporter Claudia mi riconosce come collega, seppure evergreen e chiede per quale testata lavoro. Rispondo che vengo dal cartaceo  e ho difficoltà  con i logaritmi informatici, astrusi come la teoria della relatività di Einstein.

Ed ecco  il refrain  di una frase scambiata molte volte  tra il maturo  sottoscritto (il dodicesimo  inserito nel gruppo)  e i giovani fortunati allievi di questo corso avveniristico che la scuola intitolata a Luchino Visconti ha proposto a Milano e che si è concluso a fine marzo: “Viviamo in un periodo di sperimentazione, sembra di essere ai tempi dei fratelli Lumiere, tutto cambia rapidamente”.

Nelle dieci lezioni di tre ore ciascuna si studieranno le varie tecniche, perennemente in evoluzione, che arrivano dalla Cina e dagli Usa, per la produzione di video grazie alla intelligenza artificiale ; ecco il diario del corso.

PRIMO GIORNO DI SCUOLA 

Apprendo che le competenze di un futuro videomaker AI dovranno essere molteplici: un mix di conoscenze tecniche, come montaggio video, uso della correzione colore, esperienza di web designer, capacità di scrivere una sceneggiatura, di compitare un concept e poi un story board… Tralasciando il gergo da iniziati del web, naturalmente  tutto dipenderà  dalla creatività e fantasia  di chi è al comando del computer. L’insegnante, l’artista e illustratrice  Simona Bursi ci spiega come diventare esperti di questa nuova magia che tra pochi mesi travolgerà video musicali, pamphlet visivi per l’industria,  cinema tradizionale.

Ogni settimana i siti  di AI che ci servono per creare i video cambiano continuamente, si evolvono, si sviluppano,  è una rivoluzione appena iniziata”, ci avverte .

Alla fine del corso,  ci sarà infine una specie di esame: con un saggio. Un corto. Chi scrive, ammesso al corso grazie alla sua conoscenza dei romanzi di Philp K. Dick  (l’autore del romanzo cult Blade runner ) deciderà di realizzare un video musicale con un personaggio reale: una nuova cantante pop, Arianna Campana, recentemente lanciata dal Corriere delle Sera.

PRIMA SETTIMANA

La parolina magica  è “prompt” (ovvero : richiesta): presto il “prompt” sarà popolarissimo anche tra i non addetti ai lavori, come  le parole “account” e “web”.  Entro così nei siti che Simona ci illustra: “midjourney” e “krea”. E imparo a scrivere un “ prompt”, ovvero una specie di lista della spesa, o sceneggiatura, che  consegno alla AI, tipo; “Fammi vedere Fedez che davanti  alla Ferragni sparge su un pandoro un velo di zucchero”.

Krea obbedisce  prontamente  alla mia richiesta e dopo pochi minuti mi appare un video di alcuni secondi con l’immagine al naturale ( ma volendo… fumettata, o in stile  Horror, o Comic, o  alla Jacovitti, secondo la mia scelta)  di Fedez che davanti alla Ferragni innaffia il pandoro di bianco zucchero.

Ma le magie continuano: come vorremmo vestire Fedez? Da chef? Da rockstar? Da clochard?  Lo vesto da modello di Armani tra le pentole di una mensa dei frati  (attraverso il  prompt) mentre la ex consorte  Ferragni  sarà una Fatina con una bacchetta magica in mano. Ma potrebbe essere anche Biancaneve, o vestita nello stile di Lady Gaga, o una mistica bionda suora come Santa Chiara… Prontamente Krea obbedisce e mi  consegna un video di 12 secondi dove sullo sfondo di una cucina del ristorante Biffi i due influencer  preparano il  noto dolce, fonte di tanti guai giudiziari.

SECONDA SETTIMANA.

Ma AI è tutta gratis? Ed ecco l’amara sorpresa: i “prompt” costano, eccome: “ Okkio, ci ciucciano soldi in continuazione” mi rivela il mio compagno di corso, il giovane avvocato Riccardo che si diletta a creare bellissimi cartoni animati in stile punk: Krea costa solo dieci euro al mese su abbonamento, e l’abbonamento varia dai dieci ai 99 euro, costo  che  però si rinnova automaticamente, mentre una scheda apposita ci  segnala i “ crediti”, ovvero la moneta digitale con cui si pagano i prompt.

Insomma, immaginiamo un’auto sportiva che se si va piano consuma tot benzina, ma se si pompa con il gas beve  benzina super. Insomma, la tigre nel motore costa, come sa  purtroppo ogni automobilista.

Così si esauriscono rapidamente i crediti se si vuole realizzare un video  decente con la AI.

Decido di  scrivere una serie di prompt dove Arianna canta una ballata dedicata a papa Francesco e al Giubileo. Arianna va in Galleria del Corso e incontra alla casa discografica Sugar Caterina Caselli e Filippo Sugar che le propongono un provino. Lei canta la ballata del Giubileo e Caterina Caselli le promette di farla cantare sul palco di Tor Vergata, davanti a un milione di giovani. Costo dei prompt, 30 euro.

ULTIME LEZIONI

Grazie all’aiuto e ai consigli di Simona, ripassando poi le tecniche  con l’avvocato Riccardo e con la giovanissima mia  compagna di banco Roberta, allevatrice di cavalli, realizzo infine il mio corto tra mille difficoltà digitali.

Annoto  infine  nella mensa della scuola un dotto dibattito tra aspiranti registi, che qui sintetizzo:

Roberta, saggio finale

“Da qualche giorno con OpenAi puoi fare  qualsiasi  ritratto; e succede che negli Usa Altman ha deciso che lo Studio Ghibli non ha  più alcun diritto sullo stile che aveva creato. Come non ha questi diritti Jacovitti, o ad esempio Walt Disney. E Atman ha copiato con AI un disegno di questo studio.”

“Sì ho saputo… il New York Times ha pure in ballo una causa perché gli hanno copiato lo stile ed il modo in cui scrivono gli articoli e qualunque sanzione sará ridicola rispetto al fatto che ormai  il sito Gpt sa scrivere come i giornalisti della Stampa, o di Repubblica, o del Corriere”.

 Allora secondo questo andazzo chiunque potrebbe prendere ad esempio il finale di Gomorra di Saviano, rifarlo meglio, venderlo e guadagnarci?”

 Esatto, socio. Gli autori di fumetti AI potrebbero disegnare e vendere le loro storie dei personaggi che fino a poco fa disegnavano per Marvel ”.

 Allora ti domando…Chiunque crea una crema spalmabile al cioccolato potrebbe chiamarla Nutella?”

Pierre, saggio finale

“Si ok, questo è diverso. Ma non così tanto a questo punto.

Senza tutela legislativa non c’è limite al caos  che si sta creando con la AI; come in una rissa in corso Como con i maranza in cui anche se  conosci la boxe ti arrivano mazzate da ogni direzione”.

“ Allora ti dico una altra cosa… Non so se è chiaro con cosa stiamo giocando e cosa stiamo accettando, ma quando avranno assorbito tutte le capacità dei massimi artisti e professionisti, queste fantastiche AI non saranno più gratis.”

“Spiegati meglio.”

“Voglio dire che la AI ci “regala” lo studio ghibli perché lo amiamo .

Domani Open Ai queste cose le farà pagare, ma i diritti non andranno ai creatori, ma agli azionisti di Open Ai. Credo che sia un atto di violenza inaccettabile sia verso chi fino ad oggi ha sempre lavorato per migliorare la nostra vita, che verso il nostro futuro” 

Questo il dialogo tra tre  allievi registi nella mensa della scuola di cinema.

Miriam, saggio finale

Ed ecco la conclusione: uno dei tre allievi  del corso di regia conclude: “Sai, ho guardato Sanremo… In fondo anche Lucio Corsi scrive quello che canta attingendo al cantautorato italiano (De Gregori, De André, Dalla etc).” L’AI in fondo non fa lo stesso? Si.

Però chi crea queste canzoni con la AI non ha la minima idea di cosa sia il dolore e l’amore. Ne sono assolutamente disgustato. Se si vuole davvero creare roba inquietante, fatelo pure. Ma io non vorrò mai incorporare questa tecnologia nel mio lavoro. Sento fortemente che è un insulto al cinema. Io sento parlare pochissimo di etica e troppo di “prompt.”

 

LA SFIDA

Simona ci illustra le  ultime magie della AI: i siti Reve, Dzine, Pika…

Con Dzine  è possibile  sostituire  i tratti somatici  di  Joan Baez e di Bob Dylan  in concerto con quelli delle Schlein  e di Franceschini, e addirittura far loro cantare con le voci originali  il pezzo “Fin che la barca va”, l’immortale Hit della Berti. Diventeremo  tutti alchimisti digitali?

Riìccardo, saggio finale

Uscendo  stanco ma soddisfatto dal corso, parlo con un docente di  storia del cinema:

Io avevo  un nonno mezzadro a Parma che non ha mai avuto in vita sua né uno stipendio, né il bagno in casa ma nonostante la terza elementare capiva tutto e tutti: ma temeva, disse a mia nonna, che i trattori avrebbero distrutto la sua vita… certo, i trattori distrussero il  suo lavoro di mezzadro, ma ne apparvero di altri e per la prima volta nella storia suo figlio ebbe un salario e una casa, fece le scuole dell’obbligo, qualcuno emigrò e qualcuno  nel paese di mio nonno riuscì a far laureare i nipoti.

Tutti temevano di perdere la loro posizione nonostante fossero analfabeti, e in casa non avevano né bagno né elettricità.

Quindi io resto positivo con la AI”.                      

IL GIORNO DEL SAGGIO

Giulia, saggio finale

E’ il giorno degli addii… Simona ci consegna i diplomi… Io sono stato benevolmente promosso… la nostra insegnante infine si confida: “La mia è stata una sfida: molti vengono dal cartone animato tradizionale: realizzare un cortometraggio animato costa tantissimi sforzi, tempo e soldi. Mentre con l’Ai è tutto più rapido,  ma  attenzione, la AI può aiutare semplicemente la nostra creatività, abbiamo la possibilità di scegliere il nostro stile, potenziarlo, amplificarlo.”

Nell’aula vengono infine proiettati i notevoli lavori dei miei compagni di corso. La ideale palma, secondo i miei gusti, va alla romantica sognante creatività di Giulia con il corto Opening, a pari merito con il minimalismo calligrafico di Ramona. Ma come non premiare anche il personaggio  della piccola Amber  alle prese con la macchina del tempo, realizzato dalla ventenne Roberta? O l’avvincente fumetto punk futurista dell’avv. Riccardo… Notevole l’inquietante affresco delle caverne di Pierre, l’amazzonia sognante e dolcissima di  Miriam, la Milano perduta di Giacomo… Ecco  i giochi grafici  di Carlotta e della reporter Claudia e dell’altra Claudia, allieva del corso diurno di animazione… Mi scuso se ho dimenticato qualcuno. Una sintesi dei saggi  presentati girerà presto nei social. Ai giovani aspiranti film maker dei prossimi corsi  un avviso: alla scuola di cinema Luchino Visconti  si studia il futuro.

1 thought on “La scuola di cinema di Milano apre alla intelligenza artificiale

  1. Stiamo vivendo tempi affascinanti e inquietanti, in cui il presente e il futuro diventano obsoleti ad ogni giorno che passa.
    Coltivare la compassione e l’amore diventa sempre più importante. Grazie a Claudio Bernieri
    per il racconto e auguri a tutti i partecipanti

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