La recente sentenza del Tribunale di Brescia (n. 879/2025) ha acceso i riflettori sul ruolo dei genitori come “custodi digitali” nella sorveglianza dell’uso di social media e di tecnologie da parte dei minori.
Il caso giudiziario di Brescia racconta di una minore coinvolta nella creazione di profili fake su Instagram, utilizzati per diffamare una compagna con immagini con contenuti intimi alterate tramite software. I genitori, pur consapevoli delle fragilità psicofisiche della figlia, diagnosticata con un lieve ritardo intellettivo certificato, sono stati ritenuti responsabili per non aver impedito l’illecito, nonostante avessero delegato l’educazione digitale a servizi esterni. Con la citata sentenza è stata comminata in capo ai genitori una condanna al risarcimento dei danni, fissati in 15.000 euro, a favore della persona offesa.
L’intelligenza artificiale, se da un lato offre strumenti innovativi, dall’altro moltiplica i pericoli.
Software di manipolazione delle immagini, deepfake e algoritmi che incentivano contenuti estremi rendono la vigilanza genitoriale ancora più complessa.
I tribunali italiani stanno delineando un orientamento univoco: i genitori non possono invocare incompetenza tecnica o la privacy del minore per esimersi dalla sorveglianza.
La sentenza di Brescia ribadisce che l’obbligo di controllo include la prevenzione di condotte illecite online, anche attraverso profili fake; la riflessione che ne consegue è che la custodia digitale non è solo un dovere giuridico, ma anche etico.
L’era digitale richiede ai genitori di evolversi da meri controllori a guide consapevoli; se l’ipercontrollo soffoca la crescita, l’assenza di vigilanza espone i giovani a rischi legali e morali.
Ed allora domando, anche a me stessa quale genitore di un’adolescente, quale è il confine tra il riconosciuto diritto alla privacy del minore ed il “sano” controllo?
A parere di chi scrive si gioca sul delicato equilibrio tra protezione e fiducia, affinché i giovani possano navigare la rete con resilienza e responsabilità.
Avv. Simona Maruccio

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,