Liceo Moreschi: un’ora di occupazione, 15 giorni di sospensione. Diventa un caso la decisione della preside

Milano

La situazione al liceo Nicola Moreschi di Milano riflette un conflitto tra studenti, famiglie e la dirigenza scolastica, con posizioni apparentemente inconciliabili. Ecco una sintesi degli eventi e delle prospettive in gioco:

1. Le origini del conflitto

  • Assemblea autogestita cancellata: La preside Carmela Tuè ha revocato una delle due giornate di assemblea previste (12-13 marzo), giustificando la decisione con un alto tasso di assenze durante la precedente assemblea. Gli studenti contestano i dati, sostenendo che le assenze erano inferiori al 49% dichiarato.
  • Occupazione lampo: Il 16 marzo, circa 50 studenti hanno bloccato gli ingressi della scuola per un’ora, protestando contro la revoca dell’assemblea. La Digos è intervenuta su richiesta della preside, sgomberando rapidamente la scuola.

2. Le sanzioni disciplinari

  • 17 sospensioni (da 2 a 15 giorni) sono state comminate dopo consigli di classe straordinari. Gli studenti denunciano disparità nelle punizioni:

    • Alcuni ritengono che le sanzioni siano state decise in base al “pentimento” mostrato durante i colloqui.
    • Altri parlano di “interrogatori inquisitori” e di una selezione arbitraria (solo 17 su 50 coinvolti).
  • La preside difende le sanzioni, definendole coerenti con il regolamento e necessarie per insegnare il “rispetto delle regole”.

3. La reazione di genitori e studenti

  • Famiglie: Hanno chiesto un confronto con la preside, ma la richiesta è stata rifiutata. In una lettera, criticano la “sproporzione” delle punizioni e chiedono più dialogo.
  • Studenti: Si sentono “trattati come criminali”, denunciando un clima di repressione e un abuso di potere. Sottolineano che la protesta era pacifica e nata dalla frustrazione per la mancanza di ascolto.

4. La posizione della preside

La dirigente Tuè rimane ferma sulle sue decisioni:

  • Sull’assemblea: “Quando si chiede qualcosa e non la si ottiene, si obbedisce, non si occupa”.

  • Sulle sospensioni: Ritiene che siano giuste e legittime, mirate a distinguere tra “trascinatori” e “trascinati”.
  • Sul dialogo: Afferma di non aver negato diritti (l’assemblea di aprile si terrà) ma di voler mantenere l’ordine scolastico.

5. Le criticità emerse

  • Mancanza di proporzionalità: Le sanzioni appaiono eccessive per un’occupazione breve e senza danni.
  • Comunicazione fallita: La chiusura al dialogo da parte della preside ha esacerbato il conflitto.

  • Percezione di arbitrio: La selezione degli studenti puniti e la variabilità delle sospensioni sollevano dubbi su equità e trasparenza.

6. Prospettive future

  • Gli studenti potrebbero organizzare nuove forme di protesta (es. scioperi, ricorsi legali).
  • I genitori potrebbero coinvolgere l’Ufficio Scolastico Regionale per mediare.
  • La preside potrebbe valutare un approccio più conciliante per evitare un escalation, ma al momento non mostra aperture.

Conclusione

Il caso del liceo Moreschi riflette una sfida complessa che molte scuole devono affrontare: bilanciare le istanze degli studenti con il rispetto delle regole e l’autorità istituzionale. La preside Carmela Tuè, pur assumendo una posizione apparentemente rigida, ha agito in coerenza con il regolamento scolastico, con l’obiettivo di preservare il principio di legalità e responsabilità. Le sanzioni comminate, seppur severe, mirano a distinguere tra chi ha guidato la protesta e chi vi ha partecipato in modo più marginale, sottolineando l’importanza di assumersi le conseguenze delle proprie azioni.

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