Un referendum utile contro l’inutile divieto alle moto

Fabrizio c'è Milano

Solo una giunta che odia la mobilità privata e la fluidità del traffico poteva ordinare lo stop di 70.000 moto a Milano. Purtroppo tale scelta è sancita nel Piano Urbano della Mobilità sostenibile ( Pums) fin dal 2018, poi prima il mio ostruzionismo in Consiglio, poi il Covid e infine nel ’24 le proteste dei motociclisti avevano posticipato il divieto di circolazione per le moto fino a Euro 2. A ottobre 2025 però l’ineffabile Assessore Censi vuole attivare le telecamere di Area B e C per stangare le 2 ruote in questione che sono ben 70.000.

Le moto sono meno inquinanti delle auto, consumano meno carburante e meno freni (che rilasciano anche loro polveri sottili), congestionano meno la circolazione, occupano meno spazio di sosta.

Quindi solo una amministrazione di talebani ambientalisti può volere rinunciare alle moto per trasformare 70.000 motociclisti di oggi  in 35.000 auto future in più col motore acceso e la sosta in strada (è un calcolo per difetto).

Naturalmente oltre a una circolazione più fluida e meno inquinante ci sarebbero anche i diritti di chi ha comprato una moto e se la vede svalutata e resa inutilizzabile: ma per le attuali Giunte di sinistra punire la proprietà privata, privare la libertà di scelta e di movimento dei cittadini e rieducarli secondo i propri principi green è la sacra missione, il vero obiettivo.

Da più di 10 anni, da quando sono state attivate le varie Area C, Area B, piste ciclabili, piazze tattiche e tutte le altre misure di guerra alle auto e alle moto, il Sindaco non risponde a una semplice domanda: perché questi provvedimenti non hanno determinato una diminuzione degli indici di inquinamento? Dunque si rifiuta di prendere atto, dopo 10 anni di sperimentazione, che tali misure non servono a niente, figuriamoci il blocco di alcune moto.

Anzi nei giorni scorsi, di fronte alla richiesta di referendum promossa dalla Associazione Divieto e appoggiata da FDI e Forza Italia, Sala ha avuto la faccia tosta di dichiarare : “I referendum servono solo per la visibilità… tanti li evocano ma poi non raggiungono il quorum”.

Lui  dovrebbe essere l’ultimo a parlare di rappresentatività…  E’ stato votato da 277 mila milanesi in una tornata elettorale, quella del 21, in cui è andato alle urne il 47% dei milanesi.

Ammesso che Sala consenta il referendum sullo stop alle moto, sarebbe bello che a tale referendum si recassero a votare non solo i motociclisti ma 249.000 milanesi: la cifra  necessaria a rendere valido il referendum e a decretare una grande pernacchia al Sindaco che meno ha ascoltato e meno ha rispettato la volontà popolare e i diritti dei milanesi.

(Il prossimo appuntamento per la raccolta firme: 12 aprile all’Idroscalo in occasione del raduno motociclistico)

 

7 thoughts on “Un referendum utile contro l’inutile divieto alle moto

  1. E’ vero, solo un’amministrazione di talebani poteva partorire un provvedimento del genere, ma bisogna anche dire che solo dei residenti distratti o menefreghisti potevano rivotare un sindaco e una giunta del genere! Speriamo che alle prossime elezioni cambi qualcosa, perché questa cittá ha bisogno di essere governata in modo serio……

  2. Infatti pessima decisione dovere bloccare l’uso delle moto perché tutti useranno piu’ l’auto e ci sarà più inquinamento rispetto alla moto, ma quando ci sarà il prossimo raduno di protesta ?

  3. Una giunta incompetente di persone senza un bricciolo di buon senso, che ha portato Milano ad una delle città più insicure di Italia, sporca, piena di buchi nelle strade, allo sfascio. Bisogna impegnarsi per cacciare per sempre questi individui.

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