La carta dei Tarocchi e l’eredità di Guglielma

Milano

Cosa hanno a che fare due eretiche del  Medioevo con una carta dei Tarocchi?

Da dove venisse Guglielma la Boema, non si è mai saputo. Quello che si sa è che arrivò a Milano da sola e con un figlio.

Maifreda da Pirovano

Siamo tra il 1260 e il 1270 e niente si sapeva della sua vita passata, se avesse avuto un marito o se fosse consacrata.

Probabilmente naque nel 1210 e si crede che fosse figlia di Costanza d’Ungheria e del re di Boemia Premislao e sorella maggiore  di Agnese di Boemia, a sua volta santa.

Non aveva appoggi a Milano, ma è noto che subito strinse legami con i monaci di Chiaravalle, diventandone oblata e con le monache Umiliate di Brera e di Biassono.

E che nel giro di pochi mesi formò una cerchia di adepti, che comprendeva anche persone illustri della città, tra cui i Visconti.

Tra loro, anche una monaca Umiliata di nome Maifreda da Pirovano, prima cugina di Matteo Visconti, uomo d’armi e nipote dell’arcivescovo.

Ben presto la sua fama si sparse, diventando una vera antesignana del femminismo per la sua indipendenza e subito fiorirono leggende di guarigioni miracolose, apparizioni, fenomeni magici e miracoli.

Quello che si sa per certo è che conduceva una vita improntata alla moralità e fede cristiana ed esortava gli altri a fare altrettanto.

Attorno a lei si creò un vero e proprio culto, i cui seguaci le attribuirono addirittura che fosse la Terza Persona della Trinità, ovvero Sofia, la Sapienza.

Una vera e propria eresia protofemminista.

Guglielma morì nel 1281 e il suo corpo venne traslato prima in San Pietro all’Orto, dove Guglielma viveva e poi all’abbazia di Chiaravalle.

Ma post mortem, nel 1300 venne istituito un processo dall’Inquisizione per dimostrare che fosse un’eretica e distruggerne il culto, veramente fiorente.

Da qui le accuse di vita scandalosa, investiture di donne come chierici ed altre pratiche scellerate, estorte ai seguaci.

Di vero c’è che Guglielma prometteva la vita di una nuova Chiesa, con le sue accolite donne ordinate sacerdoti, i vangeli sostituiti con altri testi sacri.

Si diceva anche che avesse le stigmate e che sarebbe risorta..

Tutto questo era il retaggio del culto femminile pagano che la religione cristiana non aveva ancora soffocato del tutto e che riaffiorava con personaggi come Guglielma in contrapposizione ad un clero lontano e corrotto che aveva cancellato il femminile in precedenza dominante.

Si trattava della femminilità che si riappropriava della spiritualità senza intermediari maschili.

In tutto questo Maifreda da Pirovano, vicina a Guglielma e prima dei Gugliemiti, era considerata il Papa o meglio la Papessa, anzi l’unico Papa di tutta la Cristianità e pare che celebrasse messa in abiti sacerdotali maschili, distribuendo ostie consacrate sul sepolcro di Guglielma, il giorno di Pasqua.

La prima Papessa in assoluto, in quanto della precedente leggendaria Papessa Giovanna (855 d.c.) non esistono riscontri storici e quindi personaggio di fantasia.

Ovvio che l’Inquisizione, capeggiata da Fra Tommaso da Como, definisse eretica Guglielma, soprattutto perché, anche dopo la sua morte, il suo culto rimaneva saldo e forte.

Non solo, i suoi adepti di ogni classe sociale erano diventati molto potenti in Milano.

Pertanto Maifreda finì sul rogo alla famigerata Vetra, assieme ai più fedeli seguaci e il corpo di Guglielma, riesumato, fece la stessa fine nel fuoco.

Tutto quello che sappiamo di lei ci deriva dalle carte ritrovate del processo dell’Inquisizione.

La curiosità. A Maifreda da Pirovano si ispira la carta degli Arcani Maggiori della Papessa nei Tarocchi Viscontei dipinti da Michelino da Besozzo, unici tarocchi che abbiano la Papessa.

 

Eleonora Prina

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