La consigliera regionale di Italia Viva Lisa Noja avrebbe dovuto partecipare a un incontro del partito con il leader Matteo Renzi presso il Municipio 1 in Via Dogana. Il montascale con cui avrebbe dovuto raggiungere la sala riunione con la sua carrozzina elettrica era guasto. E dopo un’ora la Noja ha rinunciato ed è tornata indietro: «A Milano noi disabili siamo discriminati. Ho dovuto rinunciare. Succede ogni giorno a chi come me è in carrozzina»
«Era come se sulla porta ci fosse stato un cartello con la mia foto e la scritta: Io non posso entrare».
Lisa Noja non è una persona qualunque. È stato deputato, è attualmente Consigliere Regionale, ma è stata soprattutto Presidente della Consulta della disabilità e Delegato del Sindaco Sala per l’accessibilità per 5 anni .”È un tema di discriminazione e di limitazione della libertà personale. Lunedì mattina avrei dovuto partecipare a un incontro di Italia Viva, il mio partito, con il leader Matteo Renzi e alcune associazioni di categoria. L’appuntamento era al Municipio 1, in via Dogana, un edificio del Comune. Una volta arrivata lì, ho trovato i soliti 5/6 gradini e il montascale rotto. Ostacolo impossibile da superare per me, in carrozzina elettrica.
Me ne sono andata, pur essendo un appuntamento istituzionale. Ed è l’esperienza quotidiana di centinaia di persone. Ci tengo a precisare che è successo a Milano, ma poteva capitare in qualsiasi altra città italiana. È un tema di democrazia: se non posso accedere a una Questura per fare una denuncia, o entrare in un bar, i miei diritti fondamentali non sono rispettati. Immaginiamo un locale che non permette l’accesso alle persone Lgbt: sarebbe boicottato da tutti. Se invece lo stesso locale è inaccessibile a chi ha una disabilità si dice: capita. Manca empatia nei confronti delle persone con disabilità. Pensiamo al Disability pride: esiste, ma non ha certo la stessa partecipazione di altre manifestazioni. Vorrei che ci fosse un moto di ribellione delle coscienze di tutti e che tutte le istituzioni dessero priorità al tema dell’accessibilità. Mandiamo l’umanità su Marte ma allo stesso tempo impieghiamo due anni a riparare un ascensore. Le persone con disabilità vogliono essere libere, non hanno più pazienza. E nemmeno io: mi arrabbio perché sono proprio stufa».
«Nella vita istituzionale devo programmare tutto, ma anche in quella privata. Chiamare prima il ristorante per chiedere se ci sono gradini, capire se al cinema c’è un posto per disabili… Nel 2000 ho vissuto negli Usa e potevo muovermi ovunque. Venticinque anni dopo, a Milano, non sono libera. È una questione che potrebbe benissimo essere affrontata anche in questi giorni in cui la città risplende per il design. Si parla tanto di sostenibilità ma non di accessibilità. Se non c’è partecipazione da parte di tutti, compresi architetti e designer, non si andrà da nessuna parte».
Per la cronaca il Presidente Abdu ha replicato sulla stampa che il guasto è stato riparato in giornata.
Ecco il parere di Gabriele Motta. Responsabile del dipartimento disabilità di Forza Italia Milano.
“Sono molto dispiaciuto di leggere questo episodio e sottoscrivo le parole di Noja.
Mi sovviene un però.
Solo ora se ne accorgono?
Mi ricordo quando l’Avvocato Lisa Noja fu delegata del Comune di Milano in materia di accessibilità.
Cos’è cambiato da allora in città? Pressoché nulla, leggendo quanto segue nonostante tanti annunci sul PEBA , piano eliminazione barriere architettoniche.
Fu proprio lei all’epoca a dichiarare che i grandi eventi in città sarebbero stati un volano per istruire un nuovo paradigma in materia di accessibilità.
Ricordo molte riunioni all’epoca nelle quali si evidenziava di avere un linguaggio comune in materia di accessibilità totale di una città.
Occorre ritrovare la cultura pedagogica ed antropologica della disabilità, altrimenti quanto segue resta vuota retorica, purtroppo.
Focus accessibilità: una città accogliente è vivibile a tutti e per tutti. Una città siffatta sarebbe più sicura e certamente più giusta. Così hanno detto gli amministratori locali succedutisi al governo della città.
E’ pleonastico da parte mia ribadire la mia delusione osservando quanto sta accadendo in città e lo dico da cittadino nato e cresciuto in città ed ivi residente.
Sono molteplici le criticità irrisolte e quanto segue lo dimostra ampiamente, purtroppo.
Milano merita di più “conclude Gabriele Motta.
Effettivamente l’eliminazione delle barriere architettoniche non è proprio stato il focus delle Giunte Sala e Pisapia. Anzi le poche opere realizzate, come ad esempio la ciclabile di Buenos Aires, hanno cancellato posteggi riservati ai disabili e creato nuovi ostacoli alle carrozzine.
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Questo fa comprendere ed evincere l’utilità e le capacità dei ‘tirapiedi’ di sala.
Una situazione paradossale e che in un certo senso fa pure ridere. Per non piangere.