“Scrivo canzoni di notte- la gente ora dorme- provo a parlati adesso- fuori solo ombre…” canta al suo debutto Arianna Chiara, deliziosa cantautrice milanese, studentessa di canto jazz. Canta un triste amore che ricorda Bruno Lauzi, o Cocciante : “chissà in quale cocktail stai annegando tutti i tuoi rimorsi E se ti accorgi che c’è il mio profumo sulla felpa che indossi ”

Fronte del palco: al CPM. E noi ci siamo. Timidi applausi dal pubblico. E’ la volta della ultra romantica Cristina, in abito di lamé, stile night club, seguita dalla diciottenne Asia, mentre Lucrezia si interrompe sul palco, piange, si scusa e si ritira: troppa emozione cantare sul palco dell’università del cantautorato e della buona musica: docenti di ruolo e visiting professor sono in sala, discreti ma attenti, e comprendono l’impasse della debuttante Lucrezia.
Manca in sala il fondatore del CPM, il mitico Franco Mussida della PFM, autore di Impressioni di settembre, un pezzo entrato nella storia del “cantar leggero”. Chissà cosa direbbe ascoltando la dolce Arianna Chiara e la sua canzone intimista: perché in questa sala del CPM passa la storia: qui si dice addio al rap e alla trap, alle parolacce e ai mugugni in islamico-milanese dei maranza: si sente nell’aria che qualcosa sta cambiando nella canzone italiana, un tempo detta melodica…… una trentina di cantautori esordienti raccontano le loro intime emozioni,

sono la “generazione Tenco” che si esibisce nelle audizioni di Fattisentire il festival itinerante che non a caso si concluderà il 5 maggio a Roma in una cave frequentata da De Gregor , il principe.
E’ un singolare concorso canoro, Fattisentire, che girando l’Italia ha la missione di scoprire nuovi talenti emergenti, dai diciottenni ai quarantenni evergreen. 40 tra cantanti e cantautori, intonati, preparati ed educati si sono presentati cosi alle audizioni di Milano: il tour di Fattisentire ha già girato la penisola, da Napoli a Padova, persino 18 cantanti di Malta sono approdati recentemente a Novara per le audizioni piemontesi. Ecco, a differenza dei concorsi classici, tipo Castrocaro o Sanremo Giovani, Fattisentire si ispira al mitico Festivalbar, è una carovana canora che fruga nelle lenta provincia italiana che ha sempre sfornato talenti. Si prosegue a fine aprile per Messina….
Ed ecco Dafne, Brivido rauco, Nanà, Abeba, poi si fa silenzio. E sul palco Ludovico Sanmartino snobba le basi ,

autotune e intelligenza artificiale, si presenta ruspante suonando la chitarra come un cantautore degli anni 70: viene da una valle dove si parla il dialetto occitano, e la sua ballata si chiama Signora Culturina: “ sei rimasta a sopravvivere-dove gli altri son scappati- dove il pane si rapiva-nascosti in mezzo ai prati. Dove i muri si portavano sulle spalle i loro orti”. Silenzio in sala: ma come osa un cantautore fare della poesia? Poi l’applauso liberatorio. La giuria, capitanata dal manager di Fattisentire Antonino Sarchiello, è stupita, ma ha compreso, e approva: è rinata la canzone d’autore data per estinta.
Ludovico insiste nella sua provocante canzone, e qui sembra di risentire Guccini, o Bertoli:“ E i tuoi figli sono scappati in cerca di un onore. Ora sono chiusi nel pollaio della globalizzazione”.
E la ballata finisce con un auspicio: “Ma lei signora Culturina lei non morirà, la trovo ancora bella per la sua età”.

Le audizioni continuano fino a sera: ecco Ametista, Chiwi, Sephira, Linn… e infine lo shock, la sorpresa: appare Nina Duschek, altoatesina cantante di strada: è come uscita dalla macchina del tempo, con bandana da figlia dei
fiori, sguardo ruvido stile Woodstock: e canta senza base, alla Joni Mitchell, accompagnandosi con la chitarra: richiama Vasco Rossi quando regala brividi allo staff con il suo pezzo controcorrente che ricorda “siamo solo noi”: e stupisce la presentatrice e manager Sabrina Marrano e il discografico Maurizio”Rusty” Rugginenti. Al produttore Maximilian Rio assiso in giuria trema la biro dando il voto a Nina.
E Nina canta, bella e ribelle: “Ci vogliono invisibili nascosti come soldi sotto il materasso-ma oggi siamo sempre qui il timbro sul braccio ormai è un tatuaggio-camminiamo a testa alta tra la massa che ci vuole dire basta-gli sguardi come fulmini ma a noi piace ballare sotto la pioggia- Perché noi siamo giusti cosí TROPPO TROPPO – o ci odi o ci ami o ci paghi – siamo troppo veri per il gossip – troppo vivi per gli zombie troppo sconci per la mami – SIAMO TROPPO NOI!!!!”

Sommersa dagli applausi, Nina conclude il suo show.
“Diamo fastidio con la veritá come un bambino che strilla in chiesa -in un ballo di formalitá siamo i coriandoli che spaccano una scacchiera-sempre stati esagerati mica vasi traboccati siamo lo tsunami-120 decibel piú forti del tequila shot che brucia in gola “
Entrerà negli 80 semifinalisti scelti in tutta Italia, scremati poi a 40 ? Infine nelle dirette Rai solo 8 talenti della generazione Tenco entreranno nel regno del tubo catodico. E via verso un probabile successo che un tempo solo il Festivalbar assicurava al vincitore: e che oggi purtroppo solo Amici può concedere. Piaceranno i versi di Nina , di Ludovico, di Arianna Chiara alla De Filippi?
In Ludovico Sanmartino, ho apprezzato da subito la sua attitudine e la consistenza dei contenuti della sua musica. Quando non si definisce il genere di una persona è come si vedesse qualcosa di diverso e innovativo, e quindi allo stesso tempo di speciale.