Siamo tutti intercettati: il nuovo libro di Marcello Foa, presentato alla Corsia dei Servi, che sta scalando le classifiche

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Un libro alla vigilia di Pasqua incuriosisce Milano. Nella sala della Corsia dei Servi, giungono nel tardo pomeriggio piovoso editori, giornalisti, intellettuali, addetti ai lavori della notizia  qui è  prevista la “ prima “ di un   libro, un saggio   insolito, scomodo e contro corrente.

Conversiamo  a lungo  in una saletta  appartata con l’autore Marcello Foa, ex presidente Rai; forse le sue vicende personali (spiato, intercettato da manine  tecnologiche misteriose  ai tempi del suo lavoro nella TV nazionale ) lo hanno ispirato per redarre questo saggio che fa il riassunto di questi ultimi anni di   scandali giudiziari , di  fake news, di complotti, di toghe e di assoluzioni finali in tribunale. E “ la società del ricatto” (Guerini e associati editori) è quasi una enciclopedia dei misfatti mediatici e dei tritacarne  che da Craxi a Berlusconi per finire alla Le Pen  ( da non dimenticare  Salvini, Fontana e non ultimo il figlio del senatore La Russa) il Grande Fratello Giudiziario ha  usato per indirizzare l’opinione pubblica verso una società ideale politicamene corretta, inclusiva, globalizzante etc. La società del pensiero unico.

«Sappiamo dove sei. Sappiamo dove sei stato. Possiamo più o meno sapere a cosa stai pensando», disse Eric Schmidt (allora Ceo di Google). E purtroppo non aveva torto. Era il 2010, figuriamoci ora, nella luce dell’era dell’Intelligenza Artificiale” Cosi debutta Foa .E avverte la platea:.

Lo scandalo mediatico può condizionare una campagna elettorale, mettere in forte difficoltà un politico o indurre alle dimissioni un ministro o un premier.” E  prosegue:

Rinunciare a Whatsapp? A Instagram? A ChatGPT? Non se ne parla”.

E di nuovo avverte: “E allora sorge un dubbio legittimo: il farmaco che viene prescritto è il più indicato per risolvere quel problema di salute o semplicemente il più sponsorizzato?” Applausi.

Foa continua: “Questo virus ha un nome: si chiama «cultura» del ricatto. Sì, siamo diventati anche, purtroppo, la società dei ricatti.

Un gustoso scandalo, magari a sfondo sessuale, e il gioco è fatto. Uno scandalo da far esplodere oppure machiavellicamente da minacciare, mettendo il politico in condizione, anche in caso di vittoria, di vivere in uno stato di libertà molto ma molto limitata o di renderlo addirittura docile.

Io, però, come cittadino non sono ricattabile»

Gli applausi sono sempre più scroscianti.

E’ un libro scomodo che va subito a ruba nel banchetto improvvisato  fuori dalla sala.

Il cronista , dopo una rapidissima lettura, cosi sottolinea con un lapis le frasi indimenticabili di questo manuale troppo attuale:

“ Il fango è una costante della politica nell’era digitale…”

“ Ce lo chiede il mercato”

Ed ecco l’elenco dei falsi scoop  che possono coinvolgere  e rovinare il politico scomodo, anche se innocente:

Sono la classicissima tangente, oppure l’uso di sostanze stupefacenti, possibilmente consumate durante qualche festino alla presenza di testimoni, o ancora l’abuso di un privilegio, quale l’abitudine di pranzare al ristorante la domenica fuori dell’orario di lavoro saldando il conto con la carta di credito aziendale o istituzionale, fino al classico uso privato dell’auto blu per prendere i figli a scuola o accompagnare la moglie dal parrucchiere, o l’ancor più classica assunzione al ministero dell’amante.”

Insomma, Foa ha scritto una piccola Treccani del fango quotidiano e della tendenza al dossieraggio Cita la  amara fine politica dell’ex governatore della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Ed oggi? Foa rivela nel libro i  “230.000 accessi non autorizzati alle banche dati della Direzione nazionale antimafia; poi sono state svelate le incursioni di un dipendente di Banca Intesa San Paolo che ha spiato tremila conti correnti di vip e leader politici in tutta Italia. In autunno, è emersa la vicenda della società Equalize, con l’ipotesi di decine di migliaia di accessi impropri addirittura alle banche dati del Viminale e del Ministero della Difesa”.

E aggiunge  “la vicenda della Banca dati della direzione antimafia con il coinvolgimento di tre cronisti del quotidiano Domani. , i quali avevano accesso privilegiato a quelle preziosissime fonti, secondo modalità e finalità che ancora oggi non sono state chiarite.”

Insomma, spiega nel libro :

“Quando non si riesce a colpire il leader, si cercano ombre o malefatte tra i membri della famiglia, rivelando per esempio che lo zio o il padre della personalità X era un mafioso, o un trafficante di droga, o un truffatore. È capitato anche che un governatore, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, sia stato messo in croce dapprima mediaticamente, a seguire anche giudiziariamente, per aver procurato una commessa di camici in piena epoca Covid, tramite l’azienda del cognato.. Emblematica in tal senso è la vicenda del figlio di Beppe Grillo, Ciro, accusato di violenze sessuali di gruppo nei confronti di una ragazza conosciuta in discoteca. Il caso esplose nell’estate del 2019, e suscita ancora interrogativi alla luce di una coincidenza: da allora la linea politica del Movimento Cinque Stelle è radicalmente cambiata.”

Non può certo mancare un  passo del libro di Foa dedicato a Berlusconi , che cedette “di fatto a un colossale e sofisticato ricatto: per salvare l’Italia (oltre che Mediaset, ovviamente) dovette sacrificare se stesso. Sì, fu un vero e proprio golpe bianco come ammesso nelle sue memorie da Sarkozy,”

Insomma, Berlusconi e lo spread.

E in questo libro scomodo Foa ancora si chiede:

“Le migliaia di Ong in tutto il mondo che ricevono ingenti fondi da un governo possono dirsi ancora «non governative? USAID, ovvero l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, che disponeva, fino all’Amministrazione Biden, di un budget annuale da 40 miliardi di dollari, molti dei quali, secondo quanto riportato sul sito della Casa Bianca, non erano spesi solo in programmi sensati di aiuto allo sviluppo, ma anche per altre finalità, per esempio per sostenere l’agenda globalista sul piano valoriale – come dimostrerebbero fondi stanziati per i diritti LGBT in Serbia, le comunità o programmi transgender in Sud Africa, Colombia, Guatemala e Perù.

USAID disponeva di 268 milioni di dollari all’anno per sostenere il giornalismo indipendente: finanziava 6.000 giornalisti, circa 700 redazioni e quasi 300 organizzazioni della società civile attive nel settore media. La cifra è ancora più importante se si tiene conto dei 473 milioni di dollari che USAID versava all’Ong Internews Network, sconosciuta ai più, che ha finanziato attività che hanno raggiunto 778 milioni di persone nel mondo, pari a 4.799 ore di trasmissione, e che hanno permesso la formazione di oltre 9.000 giornalisti. Sono tutti dati ufficiali. Il che, peraltro, pone un problema etico: come fa un giornalista a essere indipendente se è finanziato da un governo straniero, peraltro segretamente?”

E via con le deliranti imprese della macchina del fango nel trentennio della globalizzazione: fino al recente casso  del generale Najem Osama Almasri.

“Giunto in Piemonte per assistere alla partita di calcio Juventus-Milan, si ritrova in carcere, ma solo per poche ore, perché il 22 gennaio il ministro della Giustizia Carlo Nordio lo libera e lo fa riportare a Tripoli, addirittura su un volo di Stato. Al di là delle polemiche sulle modalità dell’operato del governo e sulla singolare tempestività della Corte che ha emesso il mandato proprio mentre Almasri si trovava a Torino, è evidente la necessità da parte del presidente del Consiglio Giorgia Meloni di non provocare una crisi destabilizzante con la Libia che si sarebbe riverberata sul flusso dei migranti clandestini.”

Il lettore a questo punto  potrebbe sentirsi stranito e anche legittimamente preoccupato.

Perché Foa avverte: “Dal 2008 al 2023, per esempio, Google ha preso il controllo di ben 168 imprese, mentre Facebook si è fermata a quota 71. Si potrebbe dire che dove passavano loro non cresceva più l’erba.

Quante delle 239 aziende assorbite da Google e da Facebook sono state felici di cedere il controllo ai due giganti della Silicon Valley? Quante sono state costrette a cedere, di fatto, a un ricatto?”

Ciliegina nel libro, una parola sconosciuta ai più: backdoor.

Un sistema attivo innanzitutto sulle grandi reti di dati e telefoniche: i backdoor che consentono di copiare e archiviare tutto il traffico e che sono presenti in qualunque sistema digitale. Tecnicamente, si tratta di righe di codice informatico grazie alle quali un utente può entrare come amministratore all’interno di sistemi, siti web e computer, senza avere alcun accesso autorizzato. Una funzione richiesta dai servizi di intelligence statunitensi dopo gli attentati dell’11 settembre e mai revocata. Le backdoor consentono di monitorare tutto quello che facciamo. Senza nessuna garanzia di riservatezza per noi utenti, il 99% dei quali, infatti, non è consapevole di questa realtà. Proprio il rifiuto di aprire una backdoor su Telegram sarebbe all’origine dell’arresto a Parigi nell’estate del 2024 del suo fondatore Pavel Durov.”

Il dibattito prosegue in sala con gli interventi di Peter Gomez, Giorgio Gandola, Andrea Pontini e Sarah Viola.

Obiettivo finale ? Mission impossible, forse. Cercare un anti virus ai ricatti e al dossieraggio.

Conclude così Foa: “Se non si mette a fuoco il problema e di conseguenza nessuno ne parla, il contagio continuerà a diffondersi, agevolato da uno dei principali difetti dell’attuale cultura occidentale: la specializzazione accademica e professionale che induce alla conoscenza molto approfondita solo di un piccolo aspetto della realtà, inibendo l’allenamento a un’analisi olistica e multidisciplinare che per secoli è stata uno degli aspetti salienti e premianti della civiltà europea, fino a pochi anni fa.

Parlare della «subcultura» del ricatto significa pertanto portare alla luce il male oscuro che, se non contrastato e curato, farà marcire tutto, fino a portarci, Dio non voglia, nell’abisso dell’autocrazia e della dittatura.

Il mio vibrante auspicio è che la nostra cultura politica impari a conoscere tali tecniche e sia pertanto in grado di sviluppare adeguati anticorpi. Una missione che spetta innanzitutto alla stampa “

Il successo di questo libro si è subito misurato facendo un giro nelle biblioteche del centro durante pasquetta: vendutissimo in poche ore. Un caso editoriale che si spiega col desiderio dei comuni cittadini di avere una bussola per  difendersi  nei ricatti e dalle  strumentalizzazioni quotidiani che ci regala il mondo dei media “ politicamente corretti” ma  spesso  maledettamente  sporchi di fango.

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