Ballarò cambia il conduttore, ma non l’arroganza, con Benigni e Prodi, ospiti d’onore

Società

Milano 17 Settembre – Ballarò, dopo le polemiche, squaderna un rito consolidato di “cose di Sinistra”, con poche novità.

Giannini, il nuovo conduttore, è pieno di buone intenzioni, ringrazia Floris, recita con convinzione un encomio per la RAI “grande azienda culturale del Paese, orgoglio dell’Italia”, dichiara che sarà sempre dalla parte della verità e dell’imparzialità, nel rispetto degli ascoltatori, dando valore ai fatti, senza manipolarli. Insomma un giornalismo indipendente ed equidistante. Parole sante, vien da dire, quasi miracolose per Rai 3. Ma poi il DNA non può mentire: la scelta di ospitare Benigni e Prodi danno immediatamente il senso della sua “indipendenza”. “Parliamo bene di tutti” è l’invito a Benigni, ma i sorrisini alla Merkel al nome Berlusconi si sprecano, diventano complici: meglio sorvolare, meglio non dire…E così un buon quarto d’ora se ne va con poche battute noiose e senza il graffio della comicità (Arridateci Crozza, vien da pensare, arguto, fulminante, sarcastico). Ma il capolavoro della serata è l’intervista a Prodi, sorriso inespressivo, parole biascicate, dichiarazioni banali e scontate “Diamo fiducia a Renzi…L’Europa divisa non conta nulla…Uscire dall’euro? Con il suicidio si possono risolvere tutti i problemi..L’Europa di oggi è diversa da quella che volevamo…”.

Ma Giannini sfoggia un aplomb molto inglese, la misura sembra la cifra della sua conduzione, fino al momento del dibattito con gli ospiti. Niente a che vedere con la cavalcata in crescendo a cui Floris aveva abituato gli spettatori. Giannini è monocorde, sorride se necessario, dà la parola con garbo, ma Brunetta vuole parlare, spiegare…stanno parlando di lavoro, di disoccupazione giovanile, di art.18…sono argomenti che conosce bene, di cui ha idee chiare…, ma alla Fiom con Landini si deve dare uno spazio giusto, uno spazio che permetta l’applauso entusiasta della platea. Solo Del Rio può rettificare, segnalare, evidenziare l’operosità e l’efficienza del Governo. Perché Renzi sta lavorando bene e non è vero che fa solo annunci…insomma non sbaglia mai. E se Brunetta osserva che, come minimo, ha sbagliato le priorità nell’agenda delle riforme perché la crisi economica esigeva che si decidessero subito le misure necessarie a far ripartire la crescita, viene immediatamente interrotto per passare ad altri argomenti. E di argomenti sul tavolo della discussione Giannini ne ha posti in quantità. D’altronde la trasmissione segue il discorso di Renzi e il suo programma dei 1000 giorni. De Bortoli osserva che far balenare la possibilità di andare al voto indebolisce l’Italia nella considerazione dell’Europa e che l’arretrato di 694 decreti attuativi di cui 197 del governo Renzi, appesantisce l’azione di governo. A cui si deve aggiungere una maggioranza incerta, soprattutto per i dissidi nel Pd. E sull’edilizia scolastica disastrata (viene proiettato un significativo servizio) sempre De Bortoli dichiara “Si vergogni un Paese con la nostra scuola e non si promettano assunzioni che poi non si sa se avverranno”.

 E  la domanda della serata “Ma i giovani hanno un futuro?” non trova una risposta.

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