Milano 1 Ottobre – Non passa giorno che non circolino immagini di teste mozzate, si susseguono promesse di nuove invasioni dell’occidente da parte del califfato. Eppure il Comune prosegue nel folle intento di favorire la nascita di alcune moschee a Milano.
Tutti i governanti dei paesi occidentali si chiedono come disinnescare la mina di comunità islamiche sempre più numerose e tutt’altro che concordi nel condannare le interpretazioni più radicali del Corano. Persino Barack Obama si è reso conto del problema, ma l’unica eccezione in Europa è l’ineffabile Pisapia.
Per lui e i suoi 4 radicalchic fare le moschee significa risolvere i problemi, come se l’integrazione dei musulmani fosse resa difficile dalle libertà e dalle leggi occidentali e non piuttosto dalla volontà di un bel pezzo di Islam di convertire tutti con le buone o con le cattive.
Ora però l’opinione pubblica è spaventata dal reclutamento di terroristi avvenuto ad opera di predicatori in Italia ed Europa. E’ preoccupata dai continui proclami di ritorno al medioevo.
E così persino Pisapia, fiutata l’aria che tira, ha paura di dire ai Milanesi dove sorgeranno le moschee. Ha paura della reazione dei residenti, ha paura che l’opposizione, molto compatta sul tema, gli scateni contro tutta la periferia.
Però come sempre, è prigioniero delle promesse fatte alle truppe arancioni, fra cui abbondano rappresentanti delle comunità islamiche e nemmeno fra le più moderate.
Ieri per bocca di Majorino e De Cesaris hanno rimandato la decisione al 10 ottobre e hanno parlato di 2 aree e un immobile. Si è capito che contano di traccheggiare così fino alle prossime elezioni del 2016, tenendosi buone le comunità islamiche, cui sperano di concedere il voto, e non incendiando la periferia.
La cosa piu seria da fare oggi è non concedere alcun agevolazione o spazio alle comunità islamiche finché esse non avranno accettato pubblicamente non i vaghi impegni del protocollo di Majorino, ma i diritti individuali e civili delle donne, delle altre religioni e comunità, di chi cambia religione. E poi quando dimostreranno coi fatti di voler rispettare le leggi e la sicurezza del nostro paese.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.