Nuovo trattamento per le unghie colpite da psoriasi

Scienza e Salute

Milano 3 Ottobre – Un nuovo trattamento per le unghie colpite da psoriasi potrebbe offrire ai pazienti un’alternativa efficace e con minori effetti collaterali. Lo sostengono studiosi americani dell’Università dell’Alabama in un studio da poco pubblicato sulla rivista Journal of Drugs in Dermatology che confrontano due differenti farmaci utili nel migliorare questo disturbo che peggiora significativamente la qualità di vita dei malati. In Italia sono circa due milioni le persone che soffrono di psoriasi e, secondo le statistiche, in quasi la metà di loro la patologia interessa anche le unghie che diventano spesse e friabili, creando notevole disagio.

Il disagio, anche grave, dei malati

«In un sondaggio condotto su oltre 1.700 malati di psoriasi – scrivono i ricercatori statunitensi -, il 93 per cento degli interpellati ritiene che la psoriasi ungueale sia un importante handicap cosmetico, il 52 per cento dice che provoca dolore e il 58 per cento ammette che causa problemi sul lavoro. E ad oggi non esiste un trattamento ideale in grado di risolvere il problema». L’onicopatia va considerata con grande attenzione sia per l’impatto che ha sulla vita quotidiana di chi ne soffre, «sia perché localizzazione ungueale può rappresentare un indice importante di gravità della malattia e un segno di aumentato rischio di coinvolgimento delle articolazioni – commenta Gianfranco Altomare, professore ordinario di Dermatologia all’Università degli Studi di Milano e direttore dell’Unità di Dermatologia all’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano -. È stato infatti evidenziato che la maggior parte dei soggetti che presentano lesioni ungueali ha o avrà un interessamento articolare, ovvero una psoriasi artropatica».

Le unghie, ad oggi, si curano così

Ad oggi la psoriasi delle unghie resta un problema difficile da risolvere «che viene per lo più curato con i farmaci sistemici (come metroxate o ciclosporina) prescritti per la psoriasi in forma moderata o severa – dice Altomare -. Recenti studi, poi, indicano come con le nuove terapie biologiche si ottengano importanti miglioramenti, anche per le unghie». Se invece il problema ungueale si presenta in pazienti in cui è indicato solo un trattamento locale possono essere utili preparati cheratolitici (eventualmente anche ammorbidenti a base di urea o di acido salicilico) che possano e rendere meno fastidiose le lesioni sia dal punto di vista sintomatologico che dal punto di vista psicologico. Secondo gli esiti di questa piccola sperimentazione, che ha coinvolto solo 10 pazienti, una nuova pomata a base di calcitriolo (in pratica una forma attiva della vitamina D, già utilizzato per il trattamento topico della psoriasi e ben tollerato) si è rivelata valida tanto quanto il betametasone dipropionato, un corticosteroide tipicamente usato per curare la psoriasi ungueale. I partecipanti, in media 57enni, hanno assunto le cure due volte al giorno per cinque mesi e sono poi stati tenuti sotto osservazione per altri 30 giorni. «Entrambi i rimedi migliorano l’ispessimento delle unghie – scrivono i ricercatori -. Ma i corticosteroidi possono avere conseguenze indesiderate sulle ossa e danneggiare soprattutto la falange distale, indebolendola. Mentre il calcitriolo (viene comunemente utilizzato come terapia farmacologica in casi di ipocalcemia e osteoporosi) sembrerebbe un’alternativa ugualmente efficace e più sicura». Il condizionale è d’obbligo, come sottolineano gli stessi autori, perché servono conferme su numeri più ampi di pazienti. (Corriere Salute)

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