Milano 28 Luglio – Alcuni cittadini mi hanno segnalato l’inquietante presenza di scie di schiuma che da alcuni giorni solcano le acque del fiume Lambro. Recatami al Parco Lambro ho constatato di persona che in alcuni punti la schiuma non si limita a solcarlo, ma ne copre il corso quasi per intero.
Si tratta di un fenomeno causato dal probabile versamento di agenti chimici nelle acque da parte di qualche azienda dell’hinterland milanese, su cui andrebbe fatta chiarezza per accertare le responsabilità e applicare le sanzioni del caso. Un compito che spetta agli enti preposti, all’A.R.P.A. in particolare, cui mi appello perché intervenga in modo sollecito. Al comune di Milano toccherebbe invece assicurarsi che non vi siano rischi per la salute pubblica, transennando le rive per inibirne l’accesso a persone e animali d’affezione, per evitare che entrino anche involontariamente in contatto con acque potenzialmente pericolose.
Un compito che spero gli arancioni non ignorino a causa della loro tradizionale leggerezza soprattutto in virtù del fatto che c’è chi si alimenta con ciò che si può pescare in quelle acque, dove la maggior parte di noi non metterebbe mano. Ho assistito io stessa alla pesca effettuata da alcuni nomadi, fra cui un bambino, constatando che non si trattava di pesca sportiva e che il pesce catturato non veniva rilasciato, ma riposto in un sacchetto per essere portato via. Giuliano Pisapia e i suoi, dovrebbero avere maggiore cura per la salute dei loro amici nomadi che oltre a cibarsi della fauna ittica del Lambro, a quanto riferito da alcuni cittadini, sembra non disdegnino nemmeno anatre e germani all’arancia. Abitudini alimentari che potrebbero costare loro molto care.
Silvia Sardone
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