Milano 30 Luglio – Con il decreto sugli enti locali il governo arriva a quota 42 richieste di fiducia. Il giro di boa al Senato è fatto e ora il provvedimento con il piano sulla sanità torna all’esame della Camera per l’approvazione definitiva.
Oltre 2 miliardi in meno per il Fondo sanitario nazionale dal 2015, misure per la riduzione dei prezzi di beni, servizi e dispositivi medici e una stretta sulle prescrizioni di esami inappropriati, sono i cardini del maxiemendamento del governo al decreto enti locali che rimodella la sanità.
Entro 30 giorni dall’entrata in vigore del Ddl di conversione del decreto, il ministero della Salute indicherà una lista delle analisi e dei test diagnostici che saranno erogate dal servizio pubblico. Le altre saranno a carico dei cittadini. A controllare saranno gli enti del Ssn e, in caso di prescrizioni non conformi alle indicazioni fissate dal ministero, i medici dovranno risponderne alla Asl di riferimento e, in caso di giustificazioni insufficienti, subiranno penalizzazioni economiche. Il testo prevede inoltre, sempre con l’obiettivo di ridurre ed efficientare la spesa sanitaria, che gli enti del Ssn sono tenuti a rinegoziare i contratti per beni e servizi e per i dispositivi medici, per garantire il rispetto dei tetti di spesa.
Semaforo verde nel maxi-emendamento del Governo, per la riforma dell’Agenzia italiana del farmaco, con la previsione di 241 nuove assunzioni fra il 2016 e il 2018. Inoltre, in vista dell’affluenza per il Giubileo, sarà erogato alla Regione Lazio un contributo di 33,512 milioni per il 2016 per il potenziamento dei pronto soccorso e per fronteggiare le emerge sanitarie.
Mentre il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, afferma con forza che le misure per la sanità non sono assolutamente dei tagli, i medici non la pensano così e annunciano una protesta nazionale in autunno. L’obiettivo è dire no ad un governo che usa la sanità pubblica come un «bancomat» e fare muro contro la misura che nel Dl prevede una sanzione economica sul salario accessorio dei professionisti sanitari in caso di prescrizioni inappropriate, anche se, precisano fonti ministeriali, le penalizzazioni potranno sempre essere evitate dal medico motivando le decisioni prese. I medici dell’Anaao Assomed, il maggiore sindacato della dirigenza medica pubblica, si dicono pronti alla mobilitazione nazionale e chiedono una alleanza con i pazienti e i cittadini per salvaguardare il servizio pubblico. Il segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise, attacca: «ancora una volta, la sanità pubblica verrà assunta a bancomat del Governo, anche se dal 2010 al 2014 ha già dato 31 miliardi di euro e ora si prevedono tagli per ulteriori 7 miliardi fino al 2017. Per pagare meno Imu rischiamo di pagare più farmaci e visite mediche». Sulla stessa linea la Federazione dei medici di famiglia Fimmg pronta alla mobilitazione. Laura Della Pasqua (Il Tempo)
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