Milano 1 Agosto – Nel primo week d’agosto in viaggio su strade e autostrade poco meno di 9 milioni, più dello scorso anno. Il 2015 è infatti l’anno della ripresa anche per il turismo domestico dopo sette anni di vacche magre, e gli operatori balneari esultano indicando presenze superiori a quelle pre-crisi. Ma la diluizione nelle partenze fa prevedere un solo “bollino nero”, il giorno 8. Traffico molto intenso, da «bollino rosso» verso sud, l’ 1, 2, 7 e 9 agosto. È quanto prevede l’Istituto Europasia e Cescat-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia. Quindi niente problemi da record sulle autostrade, anche se code e rallentamenti saranno inevitabili in taluni tratti.
Saranno in totale 33-35 milioni i turisti estivi italiani 2015, una cifra che mette un grande segno più davanti a quella del 2014. Alle vacanze si rinuncia solo in casi estremi, si riducono semmai durata, distanze dal luogo di residenza e si tagliano i divertimenti. Le vacanze dureranno: fino a 6 giorni per il 64%; da 7 a 12 per il 32%; da 14 a 21 per il 3%. Spenderanno mediamente quasi 800 euro pro-capite.
Le mete. Il 48% sceglierà il mare, il 14% la montagna (stagione non positiva) e le città d’arte, l’ 11% i laghi. Il restante 13% si divide tra campagna (agriturismo), crociere, fitness, ecc.
Dove si alloggia. Alloggi privati 42%, alberghi 34%; case di proprietà 13%; altro (agriturismo, spa/terme/centri benessere, campeggio) 11%.
Stranieri. Le città italiane vengono viste, all’estero, come il miglior connubio al mondo di arte, di paesaggi e di buona cucina. Il Belpaese viene indicato quale prima meta da parte dei turisti stranieri anche se, per motivi vari, si posiziona solo al quinto posto dopo Francia, Usa, Spagna e Cina nelle presenze effettive. La presenza dei turisti stranieri è in costante aumento: principalmente tedeschi (saldamente primi con oltre il 22% del totale), seguiti da nordamericani, francesi, britannici, spagnoli. Anche se, in assoluto, si tratta di piccole cifre, consistente incremento percentuale di cinesi, latinoamericani e indiani. Potrebbero essere di più se venissero concessi più visti, pare che soltanto una parte della richiesta venga soddisfatta. Le mete: aumenta costantemente l’interesse per le città d’arte “minori”, la costiera Amalfitana, le Cinque Terre,la versilia, il Tigullio, il Lago di Garda, il Mezzogiorno e le isole, soprattutto tra i turisti definiti “repeater”, ovvero coloro che sono già stati in Italia, ma ci ritornano per altre vacanze.
Secondo Europasia, pure il prossimo week-end conferma alcune tendenze in atto da tempo:
– la dilatazione del periodo di vacanze estive che va da metà giugno a fine settembre. Ad oggi alcuni milioni hanno effettuato un periodo importante di ferie;
– la suddivisione delle vacanze in più periodi (2 milioni fanno gite frequenti di 2-4 giorni);
– la permanenza nelle grandi città, perché più vivibili, proprio nel mese di agosto;
– l’utilizzo, per scegliere le proprie mete, di internet (circa il 60%);
– la riduzione della durata media della vacanza.
Commenta Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia-Cescat: “Quello del turismo è l’unico settore che può progredire anche in tempi di crisi economica, in cui la produttività stenta a crescere; ciò in quanto il suo sviluppo non è in alcun modo legato ai limiti di capacità di assorbimento da parte del mercato, come avviene per i beni durevoli, poiché risponde alla insopprimibile naturale tendenza ad un continuo miglioramento ed accrescimento culturale e di benessere. Sicché il turismo ha dimostrato di rappresentare, in questa congiuntura economica, la via di uscita per controbilanciare la stasi di altri settori.
“Purtroppo, nel nostro Paese assistiamo ad un insufficiente utilizzo delle potenzialità di questo comparto economico. Scontiamo l’incapacità pubblica, in sede locale e nazionale, di portare a sistema il ricchissimo asset del patrimonio turistico, nonché gli effetti di una miope politica centrale di promozione nell’ambito internazionale. E l’insipienza dei privati: prezzi alti, servizio spesso non adeguato, assenza di una cultura dell’ospitalità, frammentazione dell’industria turistica; assenza di grandi tour operators; una dotazione alberghiera che risponde solo in parte alle richieste di una clientela media in continuo aumento.
“Se l’Italia vuole mantenere e migliorare la propria posizione internazionale in campo turistico, scesa dal 1970 dal primo al quinto posto nella classifica mondiale, occorre un deciso cambiamento di strategia, a cominciare da incentivi pubblici, come hanno già fatto i governi di Francia, Spagna, Grecia, Croazia e di altri Paesi. Seguono l’integrazione della politica per il turismo con quelle dei trasporti, dei beni culturali e dell’ambiente: nonché un coordinamento unico che superi la frammentazione di competenze tra Regioni e la miriade di strutture di promozione locale.” Milano Post
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