Milano 10 Agosto – Si ruba di più. In un decennio i furti in negozi e botteghe artigiane sono aumentati del 165,5 per cento. Nel 2013, ultimo anno per cui sono disponibili le statistiche, le denunce hanno superato le 104.000 unità: tra furti e «spaccate», si sono verificati mediamente 286 reati di questo tipo al giorno; praticamente uno ogni 5 minuti. E non è da escludere che nell’ultimo anno e mezzo la situazione sia peggiorata ulteriormente.
A lanciare l’allarme sicurezza nei negozi è l’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato i dati Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza e Istat. Se nel 2004 il numero di furti presso le attività commerciali-artigianali è stato di poco superiore alle 39.300 unità, nel 2007 ha toccato il picco massimo di questo ultimo decennio: 107.500. Nel biennio 2008-2009, invece, il numero di denunce ha registrato una leggera caduta, anche se dal 2010 questo reato ha ripreso ad aumentare costantemente, fermandosi, nel 2013, a quota 104.393. Le regioni più colpite sono quelle del Centro-Nord: sia in termini assoluti sia in rapporto alla popolazione residente, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Toscana, la Lombardia, il Piemonte, il Lazio e il Veneto sono state le realtà più colpite da questo reato.
Nonostante i furti siano in crescita anche nel Mezzogiorno, il fenomeno al Sud presenta una dimensione meno preoccupante che nel resto del Paese. Se nel 2013 in Puglia si sono verificati 95,1 furti ogni 100 mila abitanti, in Sicilia se ne sono registrati 88,3, in Campania 80,8 e in Calabria 68,9. Nulla a che vedere con i risultati fatti segnare dalla Lombardia (235,9 ogni 100 mila abitanti), dalla Toscana (238,2), dalla Liguria (263,6) e, soprattutto, dall’Emilia Romagna che, purtroppo, guida questa speciale graduatoria con 268 furti ogni 100 mila abitanti. Un problema, quello della sicurezza, che non risparmia alcuna categoria merceologica: dai negozi di alimentari ai ferramenta, dalle edicole ai parrucchieri. Ovviamente, sottolinea la CGIA, le attività più a rischio rimangono i distributori di carburante, le farmacie, gli esercizi pubblici (bar, ristoranti, sale giochi, etc.), le gioiellerie e le tabaccherie.
«L’installazione dei sistemi di videosorveglianza, delle inferriate, delle porte blindate, degli impianti di antifurto e il ricorso sempre più massiccio agli istituti di vigilanza hanno trasformato i nostri negozi in piccoli fortini – segnala Paolo Zabeo della CGIA – nonostante ciò, le statistiche ci dicono che le attività di prevenzione e di contrasto ai furti non sono sufficienti a scoraggiare i malintenzionati». E a preoccupare gli artigiani e i piccoli imprenditori di Mestre c’è anche un altro aspetto. «Nonostante la capillare ed encomiabile azione condotta sul territorio dalle forze dell’ordine – conclude Zabeo – il 77 per cento dei furti nei negozi rimane impunito. Vuol dire che solo nel 23 per cento dei casi denunciati, i responsabili vengono consegnati all’Autorità giudiziaria. Un dato sconfortante che, purtroppo, ha contribuito a gettare nello sconforto molti operatori economici. In particolar modo quelli che hanno subito queste scorribande più di una volta».
Marzio Laghi (Il Tempo)
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