Expo: Dai giovani della Cittadella della Pace “Fermare la guerra per nutrire il pianeta”

Milano

Milano 10 Agosto – Fermare la guerra per “nutrire il pianeta. Il messaggio di Rondine dall’Expo di Milano.

La Cittadella della Pace, candidata ufficialmente al Premio Nobel per la Pace 2015  si propone come nuovo modello di cittadinanza universale

“Fermare la guerra è il primo imprescindibile passo per ‘nutrire il pianeta’”. Questo il messaggio universale lanciato da Rondine Cittadella della Pace, dall’Expo 2015 durante la lunga maratona del 6 agosto che ha visto i giovani dello Studentato Internazionale di Rondine travolgere l’esposizione di Milano. L’unica associazione italiana candidata ufficialmente al Premio Nobel per la Pace 2015 ha portato una testimonianza concreta di un nuovo modello di cittadinanza universale che si fonda sulla capacità di nemici di poter vivere in pace a partire proprio dalla ricostruzione della relazione umana.

Un’iniziativa che rientra nel grande progetto “Il senso ritrovato” resa possibile da Planet Life Economy Foundation, un gemellaggio tra due associazioni che si fondano sulla stessa convinzione: dare valore alla persona e alle azioni che creano valore.

dissonanze in accordo

Una lunga giornata culminata nella performance artistica ‘Dissonanze in accordo’ presso gli Spazi della Cascina Triulza – Padiglione della Società Civile EXPO 2105, che ha visto i giovani di Rondine raccontare le proprie storie di superamento del conflitto e lanciare un appello al mondo per dare seguito alle loro storie, facendo un passo concreto per cambiare insieme il destino del mondo devastato da guerre che avvelenano la terra e le persone. La performance è stata introdotta dagli interventi di Emanuele Plata, Presidente di Plef, Laura Redaelli, di Coop Lombardia, Bruno Pasquino, Commissario Generale Expo Milano 2015, Sergio Silvotti, Presidente Fondazione Triulza, Alessandro Curti, AD Curti, socio PLEF e sponsor del progetto “Il Senso Ritrovato”, Romana Monduzzi, responsabile HR Curti e infine da Franco Vaccari, Presidente Rondine che ha lanciato uno sguardo oltre Expo “quando tutto questo sarà smantellato e destinato a diventare scarto io chiedo ad Expo di farci dono di una parte di questi scarti, perché le religioni nascono dagli scarti, ciò dalle fragilità umane, dalle debolezze; al contrario spesso quando l’uomo ha fatto cose grandi ha finito per costruire eserciti e uccidere i propri simili in nome di Dio. Con questi scarti a Rondine vorremmo creare un luogo di culto interreligioso e universale dove musulmani, cristiani ed ebrei possano pregare insieme nel rispetto della loro diversità”.

flash mob

La giornata ha visto numerosi momenti di coinvolgimento collettivo a partire dai flashmobs che hanno visto i giovani di Rondine protagonisti in una rappresentazione simbolica della liberazione dalla guerra e da tutto ciò che essa sedimenta nell’animo umano: paura, diffidenza, odio. Un superamento culminato in grande abbraccio che riporta alla pienezza della vita attraverso la riscoperta dell’altro, dell’uomo. Un abbraccio che ha contagiato le migliaia di persone presenti ad Expo invitandole a cambiare prospettiva e a fare un’azione concreta: un gesto di pace di apertura all’altro. Nasce così la campagna #dubleselfiehug #rondinenobel. Un doppio selfie che immortala l’abbraccio con il proprio nemico, da condividere attraverso i social network e invadere la rete. Un gesto di valore, perché ognuno di noi ha un conflitto, anche al di fuori di contesto di guerra. Una doppia prospettiva dell’incontro catturata da uno scatto che va al di là del fashion o della ricerca della visibilità  ma che rappresenta un impegno a sostenere nel quotidiano la sfida di Rondine di e di questi giovani che hanno trovato la forza di rovesciare le propria storia portando quel seme di pace nella vita di tutti noi.

Emanuele Plata

E’ stato Emanuele Plata, presidente di Plef a introdurre la serata ricordando l’obiettivo del progetto “Il senso ritrovato” che vede dodici eventi tematici nell’ambito di Expo 2015, negli Spazi di Cascina Triulza, per promuovere “un nuovo modo di fare impresa in modo sostenibile, coltivando relazioni con il territorio nel quale si lavora e rispettandone l’ambiente, per creare benessere e ricchezza non solo per sé ma per l’intera società”. L’obiettivo quello di “dare valore alle persone che danno valore alle azioni”. Da qui l’idea di dedicare una serata al tema della pace, presentando l’esperienza di Rondine.

Laura Redaelli di Coop Lombardia ha presentato un’altra lodevole iniziativa che nasce sulle macerie dalla guerra di Balcani e oggi vede fiorire la Cooperativa “Insieme” per favorire il processo di ritorno a casa delle persone cacciate dalla guerra e il ripristino delle condizioni per la vita in comune. Un realtà che oggi esporta nel mondo i “frutti di pace” prodotti biologici con una storia di incontro e dialogo.

“Se c’è un senso in quello che facciamo è quello di dare contenuto alla nostra fiera – ha affermato Bruno Pasquino,  Commissario Generale di Expo Milano 2015 – sia nel campo dell’alimentazione e che del dialogo interreligioso come dimostra un’altra recente iniziativa – continua il Commissario –  che ha visto nel padiglione dell’Ecuador il primo incontro che ha messo insieme la comunità musulmana e la comunità israelitica di Milano. Expo offre una grande piattaforma di incontro, confronto e dibattito e mi piacerebbe che continuassimo a vivere Expo continuando a dare attenzione a questi temi”.

 “Il perno per cambiare le cose sono sempre le persone – Così Sergio Silvotti, Presidente Fondazione Triulza ha aperto il suo intervento – dietro i tanti progetti che abbiamo presentato, come stasera avviene con Rondine, c’è la voglia di far stare bene le persone e questo entusiasmo non si ferma a Ottobre, non si ferma di fronte a una data, come non si ferma di fronte ad un muro. Dal 31 ottobre sono certo nasceranno altre iniziative, altri luoghi dove le persone in conflitto potranno convivere e una grande stagione educativa, una grande alleanza con il benessere, per far dialogare i cittadini consapevoli, le imprese responsabili e le istituzioni che hanno a cuore il bene del mondo”

Dopo il saluto di Alessandro Curti, AD Curti, socio PLEF e sponsor del progetto “Il Senso Ritrovato”,  è intervenuta Romana Monduzzi, responsabile HR Curti, che ha raccontato la sua recente visita a Rondine e l’emozione di questo incontro con la Cittadella e i punti di contatto con il lavoro in azienda e l’impegno per renderla un ambiente sereno.  “Come si fa creare pace all’interno di azienda metalmeccanica? – Si è chiesta la Monduzzi – Forse è proprio creare le condizioni per non alimentare i conflitti o forse per saperli affrontare in maniera non distruttiva per poterli superare. Anche noi come Rondine siamo partiti dalla lingua perché che l’incapacità di comunicare crea incomprensioni e conflitti. Un altro comune denominatore: il coraggio.  Ci vuole più coraggio a parlare che a fare la guerra, perché fare la guerra significa usare la violenza per nascondere le proprie debolezze”.

La performance artistica “Dissonanze in accordo”

E’ stato quindi il momento dei giovani di Rondine alle prese con un palco da cui raccontare le proprie ferite il proprio dolore ma anche le scelte per superare il conflitto ereditato dalla storia trasformandolo in maniera creativa per contribuire alla sua risoluzione e alla nascita di un nuovo futuro. “Dissonanze in accordo” è infatti una performance  che vuole accompagnare tutti noi verso il superamento del conflitto, guidarci dalla consapevolezza della guerra e alla sua soluzione verso la pace.

Le testimonianze “vere” degli studenti di Rondine Cittadella della Pace narrano di vicende vissute in prima persona, storie di odio che si tramanda di generazione in generazione; spiegano come un “presunto nemico” si possa trasformare in una persona come loro, abbattendo quelle categorie culturali, che costringono molti come dentro ad una prigione. Come la storia della studentessa palestinese “Io vengo da un paese dove il fumo copre la luce del sole e proibisce cosi alle colombe di adornare il cielo” racconta, ricordando di aver vissuto al Seconda Intifada e di aver visto la morte a soli 10 anni. “Ma io sono qui oggi per condividere con voi questa nuova luce che si è accesa: ciò che riguarda la storia riguarda il passato, che non può essere cambiato, ma la nostra generazione, insieme alle nuove generazioni, ha la responsabilità di scrivere un futuro diverso e possibile per i nostri popoli”.

Dopo di lei, Yahel, israeliana, il suo racconto torna all’estate scorsa durante il suo rientro a casa mentre era in corso un nuovo attacco di Gaza. “Nella prima notte mi sono svegliata per l’allarme che suona quando bisogna andare nel “posto sicuro.” – racconta – E lì, con il rumore del bombardamento ma potevo solo pensare: ma.. Rabee? E Suha? E Ibra? Loro dove stanno ora, i miei amici palestinesi? Loro hanno un posto sicuro dove nascondersi? Pensavo: ti prego Dio fai che stiano bene. Rondine ci regala il mondo”- continua – Dopo questa esperienza dell’estate scorsa, ho capito che non voglio immaginare il mio mondo senza i miei amici, non voglio dire più la parola ‘nemici’”.

Infine Nadia, russa figlia di padre ebreo, il suo sogno fare la stilista. “L’ultimo anno dell’università ho cominciato a capire che fare la stilista non era sufficiente, volevo trasformare la mia passione e le mie competenze in qualcosa di più grande. – Così è cominciato il suo viaggio –  Rondine mi regala ogni giorno l’opportunità di scoprire la bellezza e la forza di ogni persona. E come risultato di questo io riesco a dimostrare questa bellezza, questa forza al mondo attraverso la mia arte..  Come ha detto il grande scrittore russo, Dostoevskii “La bellezza salverà il mondo”, e la “bellezza vera” secondo me, si trova nell’assenza della guerra”.

L’intensità del loro racconto è stata sottolineata dall’incontro con la musica grazie all’Ensemble Rondine, che ha visto anche la partecipazione della studentessa Lala, dall’Azerbaijan. Così parole e musica dialogano tra loro, si fondono in un’unica voce e le dissonanze lentamente si accordano per comunicare un messaggio nuovo.

Chi è Rondine

L’associazione Rondine Cittadella della Pace Onlus dal 1997 lavora per la risoluzione del conflitto e svolge un ruolo attivo nella promozione della cultura del dialogo e della pace, tramite l’esperienza concreta dello Studentato Internazionale nel borgo di Rondine, a pochi chilometri da Arezzo. Qui, ogni giorno, giovani provenienti da Paesi attualmente in guerra o con situazioni di conflitto, vivono e studiano insieme e nella quotidianità, imparano a scoprire la persona al di là del “nemico”. I giovani studenti di Rondine arrivano da tutto il mondo: Israele, Palestina Libano, Kosovo, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Russia, Abkhazia, Georgia, Azerbaijan, Armenia, Sierra Leone, Sudan, India, Pakistan… Una volta terminato il corso di laurea o il master e il loro percorso formativo a Rondine, sono pronti per tornare a casa e iniziare a progettare, insieme, un futuro di pace per i loro Paesi.

Planet Life Economy Foundation – Onlus  

Una libera fondazione senza scopo di lucro che dal 2003 si occupa di dare concretezza ai principi della Sostenibilità in modo che entrino nelle dinamiche gestionali dell’impresa (strategie, competitività, valore aggiunto, finanza), prestando attenzione alle reali aspettative dei cittadini/consumatori (qualità di vita, emozione, piacere, soddisfazione). PLEF promuove la realizzazione di un nuovo modello economico e sociale (Renaissance Capitalism) che evolve  l’attuale in via di degenerazione (Financial Capitalism), perché in grado di creare vero “Valore“ (economico, sociale, ambientale, umano) e occupazione, superando le tesi contrapposte della “Crescita” o della “Decrescita”. Dal 2013 è membro del Consiglio Nazionale della Green Economy, struttura consultativa dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico.

Ufficio stampa RONDINE

Elena Girolimoni

Associazione Rondine – Cittadella della Pace Onlus

www.rondine.org 

Rondine Cittadella della Pace

@RondineArezzo

Rondine Cittadella

Bandiera ItalianaExpo 2015  —  Eventi :  Programma Cascina Triulza 10 – 16 agosto

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