Milano 11 Agosto – Capiamoci, chi scrive è convinto che la maggior parte della comunità gay sia infinitamente meglio della media dei suoi attivisti. Che sono, peraltro, i migliori alleati di ogni integralista. Ad esempio ieri un sito, nel vano tentativo di attaccare un’insegnante libera e liberale, ci ha consegnato delle perle degne della miglior gaystapo.
Partiamo dall’inizio. Rete Liberale ha lanciato una battaglia di libertà intellettuale: contro la propaganda gender sia lasciata libertà di insegnamento ai docenti. Dopotutto si tratta di ideologia, non di insegnamento curriculare. E soprattutto non arricchisce, nemmeno per chi ci crede, di un’acca la preparazione dello studente. Di questa battaglia ce ne siamo occupati anche su questo giornale. E’ un atto coraggioso, mentre le due opposte fazioni si combattono cercando di imporsi sull’altra, Nicoletta Di Giovanni, responsabile scuola di Rete Liberale, ha rifiutato questa impostazione e ha scelto di risolvere il problema alla radice. Per quanto libera possa essere una scuola monopolista come quella pubblica, ella si batte per una libera e consapevole scelta del corpo docente. Contro i boicottaggi, le pressioni e le ingerenze di associazioni di categoria. Tipo la Mario Mieli, consulente del Miur. Ecco, tutto questo è riassunto nella proposta del movimento. Lasciamo liberi i docenti di decidere se dire alle bambine che non sono costrette ad essere femmine, possa avere o meno un senso. Perchè di questo stiamo parlando, della folle pretesa che dire che un bambino è un maschio sia un atto discriminatorio. Magari in alcune classi può servire. In altre di certo fa solo perdere tempo. A decidere non deve essere uno stato tiranno. Ovviamente qualcuno dissente. Sono gli aspiranti aguzzini. Quelli che pregustano con ferocia il giorno in cui potranno dare la caccia all’intellettualmente diverso. I custodi del politicamente corretto. I sacerdoti dell’amore arcobaleno.
Proprio ieri, come si diceva qui: http://gayburg.blogspot.it/2015/06/associazione-cristiana-chiede-che-ogni.html?m=1) abbiamo letto uno degli interventi più raccapriccianti in tema. La cosa che lascia più allibiti è la violenza con cui si fraintende, sistematicamente, ogni parola. Ed ogni concetto. A partire dalla costituzione. Fermiamoci solo un istante. Davvero qualcuno di voi crede che la “Più Bella del Mondo” abbia istituito una scuola pubblica per indottrinare gli studenti ad una ideologia, quella gender in questo caso? No, perchè a me pare di ricordare che fosse stato il ventennio precedente ad avere questa mira. Forse qualcuno, per motivi a me incomprensibili, al di là dei propri gusti sessuali, rimpiange il Duce, i balilla ed i figli della lupa. Non si spiega diversamente come sia possibile accusare Nicoletta Di Giovanni di tenere una posizione incostituzionale quando chiede che agli insegnanti sia lasciata facoltà di non assecondare un’ideologia. Per quanto dominante. Anche perchè, e qui siamo alla follia, la posizione di questo blog è che la scuola dovrebbe educare i bambini alla assoluta normalità delle unioni gay. Capite? In maniera subdola mettono avanti le mani. Magari in questa generazione non riusciranno ad imporci il matrimonio gay, ma la prossima, beh sarà loro, per legge, dai banchi di scuola.
Ovviamente questa impostazione non ammette dissidenza. O libertà alcuna. Per cui si deve lapidare, metaforicamente, l’untrice Di Giovanni. Prima che la sua idea dilaghi. Ecco, su un punto sono d’accordo con questi novelli Robespierre. La Libertà è un’idea contagiosa. E bene fanno a temere che si diffonda. Perchè lo farà. Gaystapo o non gaystapo.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,