Milano 13 Agosto – Alberi e aiuole nel luogo collettivo che più appartiene alla storia ed alla coscienza dei milanesi sarebbe al tempo stesso una “occupazione” forzata della identità ed una banalizzazione.
Si chiamino “raggi verdi” – percorsi alberati dalla periferia al centro cittadino – oppure metro bosco – un parco-cintura tutt’attorno a Milano – ben vengano i progetti per portare più verde a Milano che comunque è la seconda grande città d’Italia, dopo Torino, nel rapporto mq di verde-abitanti. Ma non si tocchi piazza Duomo.
Monumentalita’, austerita’, sobrieta’, e vastita’ dello spazio libero : i tratti dello stile di una delle piazze storiche italiane, nella quale l’elemento arboreo e’ un corpo estraneo.
Se guardiamo ai vari tentativi nel corso degli anni di “firmare” la nostra piazza cittadina ( una vera smania da parte dei vari progettisti ) viene spontaneo dire che Piazza Duomo non è uno spazio libero da occupare, magari con tendoni, bancarelle di ogni genere – ricordiamo le risottate, le fiere, i mercati, le esposizioni, le piste di pattinaggio, i palchi per le esibizioni canore, le kermesses degli anni scorsi? – oppure con boschetti e colture arboree varie: ma è uno spazio da lasciar vuoto, in tutta la sua vastita’ e monumentalita’ storica.
Un grande spazio libero, dove i viandanti si soffermano rispettosi del luogo, ammirati della stupenda immagine del Duomo dalle vetrate illuminate e dalle guglie che svettano al cielo, come braccia ideali protese verso l’alto.
La realtà che abbiamo sotto gli occhi, frutto di una secolare calibratura del rapporto tra citta’ e cattedrale, da non guastare con progetti snaturanti lo stile e lo spirito del luogo, quale quello di trasformare lo spazio della piazza in una parvenza naturalistica di bosco o di orto, deve far riflettere.
Perche’ non mettiamo gli alberi in piazza del Palio a Siena o in piazza della Signoria a Firenze ? Forse un po’ di verde starebbe bene anche in piazza San Pietro a Roma…
E comunque va tenuto presente che immettere forzatamente la vegetazione in determinati luoghi urbani consolidati puo’ dar luogo – a seguito dello sviluppo della vegetazione stessa – a seri problemi di gestione delle infrastrutture e delle strutture preesistenti. Tener a bada la crescita del verde non e’ cosa da poco: lo stato di fognature e tombini ne e’ gia’ una prova.
Achille Colombo Clerici (Presidente Assoedilizia)
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