Milano 27 Agosto – Un brivido sulla schiena di molti ha accompagnato l’entrata in vigore, lo scorso 1° luglio, della norma inserita nell’ultima Legge di Stabilità (commi 16 e 17, legge 190/2014) che porta a 7 euro la soglia di defiscalizzazione dei buoni pasto elettronici (lasciando inalterata a 5,29 euro la soglia di detassazione dei voucher cartacei) e che sembra porre fine alla possibilità per i lavoratori di utilizzarli per fare la spesa al supermercato fuori dall’orario di lavoro invece che durante la pausa pranzo, così come avveniva precedentemente con i buoni pasto cartacei.
Cerchiamo di tranquillizzare le molte persone, circa 2 milioni di lavoratori, che da tempo utilizzano i buoni pasto come una vera e propria integrazione al reddito. La nuova normativa sui ticket elettronici, infatti, non impedisce espressamente di pagare la spesa al supermercato o la cena in pizzeria.
I buoni elettronici hanno gli stessi limiti di quelli cartacei. In questo senso, dunque, la normativa non è cambiata. Ma mentre il buono cartaceo non riporta la data di utilizzo, quello elettronico è tracciabile e pertanto potrebbe scoraggiarne l’utilizzo fuori dall’orario di lavoro e nei giorni non lavorativi.
L’obiettivo della nuova norma non è quello di sfavorire lavoratori ed esercenti ponendo limiti all’utilizzo dei buoni pasto quanto piuttosto accompagnare le aziende in un percorso di digitalizzazione e tracciabilità, trainate dal beneficio della defiscalizzazione.
In realtà il problema nell’utilizzo dei buoni pasto elettronici non risiede tanto nella normativa quanto nella loro accettazione da parte degli esercenti. La card, attualmente, è accettata da appena 35.000 esercizi commerciali contro i 150.000 esercizi che accettano i buoni cartacei (appena il 23% degli esercizi convenzionati).
Nato a Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche,
ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Pubblica Amministrazione.
Attualmente collabora con il Dipartimento Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi articoli in tema di diritto alimentare su riviste di settore. Partecipa alla realizzazione di seminari e tavole rotonde nell’ambito del One Health Approach. E’ giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.