Milano 31 Agosto – Il Sole 24 Ore ha ottenuto un’intervista unica. Bill Clinton, l’ex Presidente, che parla di Trump. E tutti ne hanno parlato. I suoi giudizi, le sue previsioni. Tutta roba che qua abbiamo abbondantemente scritto. Quello che nessuno vi ha riportato è la parte davvero importante. Il contorno. L’ambiente. La compagnia.. Il Diavolo sta nei dettagli, il giornalismo nel cogliere le occasioni ed il commento politico in quello che gli altri saltano. Trump è la prima nuvola d’autunno e l’ultima rosa dell’estate negli Hamptons, il buen retiro dell’America che conta. I suoi ospiti si dividono in due categorie. Quelli che hanno annusato il vento e sanno che sta arrivando la tempesta e quelli che si godono il sole credendo che questa estate non finirà mai. Bill è certamente nella prima categoria. Trump è una slavina che forse ha innescato lui. Forse no, chi lo sa. Non è importante nella serata a tema messicano alla fine dell’estate. Quello che conta davvero è che se Donald sta cavalcando la tigre è perchè non assomiglia a nessuna delle star che circondano il giornalista ed il suo ospite. Loro sono la preda a cui lui dà la caccia. La classe dirigente incestuosa che rifiuta il popolo, l’oligarchia che ha abbandonato il sogno Americano. I due volte sconfitti da Obama. Perchè Obama e Trump, in fondo, hanno parlato e parlano la stessa lingua.
Parlano ai regular Joe, i nostri signor Rossi. E gli dicono che non è necessario che le cose stiano così. Obama attaccava la finanza, Trump la politica, ma poco cambia. Il party che fa da sfondo è organizzato dai Buffett (finanza) ed a tavola siedono Giuliani e Clinton (politica). Obama ha fallito. Trump è l’uomo che parla a 25 milioni di regular Joe e Jane e gli promette che la festa per questi signori finirà.
Clinton lo sa e lo teme. Certo, pensa che sarà di nuovo Clinton contro Bush. E spera che Donald faccia il Ross Perrot che sbilancia a favore dei Democratici la bilancia. Ma è una speranza nata con il sole di Agosto che non sopravviverà alle piogge d’Ottobre. Certo, manca un anno alla competizione. Ma i segni ci sono tutti, sotto l’azzurro cielo d’America. Trump è immune all’arma più potente della sinistra. Se ne frega del politicamente corretto. Se sei un Clinton puoi abbattere chiunque con un’indagine abbastanza approfondita. Qualcosa di controverso lo ha detto e fatto chiunque. Ecco, Trump se ne frega. Questo gli consente di avere interi arsenali che la concorrenza non riesce a fermare. Peggio, che non sa nemmeno come affrontare. Trump sta facendo una corsa in solitaria, i suoi competitor sono altrove. Stanno al bar a bere margarita ed a commentare come quei poveracci di Americani comuni sono stupidi a credere in Trump. La vera domanda è: ma l’elettorato con chi starà? Negli Usa la risposta non è mai scontata. Io però ho un vago sospetto.
Anche Clinton ce l’ha. Non parla della moglie. Ma sa che l’estate sta finendo. Che l’ultima rosa ha spine acuminate. E che la prima nube dell’autunno porta tempesta. Probabilmente sa anche che aveva ragione Mel Gibson e che la frase finale del patriota, pronunciata dal generale Cornwallis è più che accurata: “Tutto dovrà cambiare. Tutto è già cambiato”.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,