Milano 1 Settembre – Settembre non è neanche arrivato, ma la macchina renziana gira a tutto ritmo. Ieri è stata la volta dell’intervista rilasciata al premier ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. Prendiamola così: una leggera lettura per accompagnare quella che per molti è stata l’ultima domenica sotto l’ombrellone. Corredata, dunque, dalla compilation recitativa del premier. Un po’ da canzone di Max Pezzali «Sono sempre lo stesso. Un ragazzo di provincia che a meno di quarant’anni è stato chiamato…» eccetera eccetera. Un po’ da Bob Kennedy fuoritempo e fuori forma (politica): «Il mio faro è il bene comune, nient’altro». Non manca il piglio strappalacrime, ieri particolarmente ritagliato sull’infanzia: dai «bambini asfissiati nei Tir» ai «bambini uccisi nelle stive delle navi» che ha citato parlando di immigrazione, fino agli «interventi per i bambini poveri» da prevedere nella legge di stabilità. Non manca un’incursione cattivista, tanto per stare al passo delle mode alla Donald Trump: «Qualcuno dice che siamo maleducati o spavaldi? Lo pensino pure. Il mio obiettivo non è stare simpatico». Compare anche uno scioglilingua alla Bergonzoni: «L’Europa deve smettere di commuoversi e iniziare a muoversi» (sempre a proposito dell’immigrazione). Sul piano politico e programmatico, come al solito, nulla o poco più. Svicola quando gli chiedono delle coperture per abbassare le tasse. Non dà conto del piano di riduzione della spesa pubblica. Quanto alla minoranza interna, definisce «molto divertente» l’ipotesi di essere sfidato a congresso da Enrico Letta, tanto per far capire di che salute gode, oggi, il valore dell’autorevolezza in politica. Due punti a favore, però, gli vanno riconosciuti. Il primo è aver dato un colpo d’ascia alla radice antiberlusconiana della sinistra («Questo approccio per cui se una cosa l’ha proposta Berlusconi allora è sbagliata è figlio di una visione ideologica»), e l’aver sottolineato, implicitamente, che negli anni ’90 e nel decennio scorso il centrosinistra ha saltato la fase della socialdemocrazia. Sull’immigrazione, poi, qualcosa non torna. Ritenere necessario «avere un ruolo maggiore in Africa e in Medio Oriente» non coincide con quello che, con una certa semplificazione, viene definito l’«aiutare gli immigrati a casa loro», proprio della spettrale «destra xenofoba»?. Ecco, forse questa domanda l’avremmo avanzata, per chiarire un po’ le posizioni. Assieme ad un’altra, stavolta totalmente domestica: quanto possono star tranquilli gli italiani di fronte alle ripetute minacce dell’Isis al nostro Paese, specie dopo la proclamazione dell’«emirato» a Sirte? E poi magari una domanda in più su Marino ci stava bene. Una sola: è «renziano» che il sindaco della Capitale se ne rimanga beatamente in vacanza mentre, in città succede il finimondo tra falle informative sul funerale Casamonica e il decreto del governo che cambia gli assetti amministrativi? E infine un altro paio di domande. La prima, venale: dove trova i soldi (oltre 18 miliardi entro fine anno, quantificati dalla Cgia di Mestre) per disinnescare le clausole di salvaguardia? La seconda, più di principio: una presa di posizione sulla questione «uteri in affitto» per le coppie omosessuali. Mica per altro, ma uno scout buonino buonino connivente al principio dei «bambini su ordinazione» non ce lo vediamo proprio.
Pietro De Leo (Il Tempo)
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