Bus fermi, bimbi disabili senza possibilità di andare a scuola

Milano

Milano 6 Settembre – La domanda è: “Ma come vengono ripartiti i tanti, troppi soldi delle tasse pagate dai milanesi? A chi vengono destinati?” Domande a cui non si fa fatica a rispondere, considerate le “preferenze” dell’amministrazione Pisapia. Ma che non si trovino i fondi per i bus che accompagnano i bambini disabili a scuola, è il massimo dello scandalo. E ancora una volta vengono punite le fasce più deboli e indifese. La pessima legge Delrio sull’abolizione delle province, permette l’ennesimo balletto sulle competenze, l’ennesima farsa dell’inconcludenza . Riferisce Maria Sorbi su “Il Giornale”: Non sanno se in classe troveranno un insegnante di sostegno ad assisterli (all’appello ne mancano 4mila). E non sanno nemmeno se lunedì 14, primo giorno di scuola, il pulmino passerà a prenderli a casa. I disabili cominciano l’anno scolastico con parecchie incognite. Troppe. Ora è a rischio anche il trasporto fino a scuola. Mancano i soldi. E così 4.650 bambini e ragazzi, con vari tipi di disabilità, temono di rimanere a piedi. A combattere per loro scende in campo l’associazione Ledha che fin d’ora annuncia: «Se il 14 settembre uno solo di questi alunni non riuscirà a salire sul pulmino, ricorreremo alla magistratura». E già sono pronti i moduli da compilare per le diffide e per scatenare una guerra di diritti. Parallelamente la Ledha ha chiesto alla Fish (federazione italiana superamento handicap) di attivarsi presso il presidente del Consiglio e il ministro dell’Istruzione. «La buona scuola – sostengono alla Ledha – sarà tale solo se sarà una buona scuola per tutti».

Ad oggi nessun ente pubblico (Comune, Provincia o Città Metropolitana) accetta le domande di attivazione del servizio per il prossimo anno scolastico, non avendo approvato nessun atto amministrativo che ne preveda l’organizzazione e nessun capitolo di bilancio che stanzi le risorse necessarie. Risultato: i bambini e i ragazzi con disabilità saranno costretti a rimanere a casa o a frequentare le lezioni con un orario ridotto.

Il problema dei pulmini per i disabili è in gran parte di mera burocrazia. E di casse vuote. Il servizio, da sempre gestito dalle Provincia, è rimasto in una sorta di limbo dimenticato durante il passaggio a Città metropolitana. La confusione sull’argomento è parecchia e gli enti si rimbalzano la palla. Paradossale, quasi kafkiana, la situazione a Milano. Il Comune avvisa, con una lettera, le famiglie che non potrà più sostenere il servizio di trasporto e assistenza educativa nelle scuole superiori perché di competenza della Città Metropolitana. Le stesse famiglie ricevono però un’altra comunicazione da parte della Città Metropolitana (il sindaco è sempre Giuliano Pisapia) che le informa che gli uffici non riceveranno neanche le domande di attivazione del servizio perché nessuno ha attribuito loro questa competenza. Di fatto quasi 5mila famiglie rischiano di restare col cerino in mano. E all’inizio della scuola mancano meno di dieci giorni.

Il governo ha ridotto i fondi alla Città metropolitana e la mossa «tappa buchi» della Regione non sembra sufficiente a risolvere il problema. Il Pirellone ha destinato 10 milioni di euro, solo per l’anno 2015, «per far fronte alle criticità legate all’inclusione scolastica, all’assistenza educativa e al trasporto delle persone disabili, in attesa del ripristino da parte dello Stato della necessaria copertura finanziaria». «Espressione generica – commentano alla Ledha – che sembra non comprendere nello stanziamento l’assistenza alla comunicazione per gli alunni con disabilità sensoriale di tutti gli ordini e gradi di scuola. Nel frattempo il tempo passa e i problemi rimangono».

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