Milano 15 Settembre – Cattivissimi contro la Buona scuola di Renzi: gli avversari della riforma sono agguerriti e già annunciano scioperi e proteste. Non c’è niente da fare, a Milano le novità introdotte da Renzi non piacciono, si fa muro contro l’idea del preside con poteri più estesi, delle pagelline ai docenti, di quell’alternanza scuola-lavoro vista come il fumo negli occhi, come un tentativo per svilire il ruolo nobile della scuola e come un’intromissione abusiva da parte delle aziende private.
A questa contrapposizione ideologica fa gioco il ritardo con il quale la riforma sta andando a regime. Ieri in Lombardia è suonata la campanella (ed era ora, chissà perché nessuno si occupa dell’eternità delle vacanze estive, più di tre mesi!), ma l’organizzazione fa acqua. Mancano i nuovi docenti assunti da Renzi (in tutto il Paese le immissioni in ruolo non sono neppure 40.000, di cui 7 .000 fuori dalla Regione di appartenenza), mancano i supplenti (quelli già nominati sono a termine), mancano gli insegnanti di sostegno e anche i presidi. In provincia di Milano sono circa mille le cattedre scoperte, sembra che molti professori non abbiano accettato il trasferimento. E cosa dire delle centinaia di insegnanti di sostegno che mancano all’appello? Qui il volontariato è una realtà molto competente, avere contro le associazioni che si occupano dei diritti delle persone diversamente abili non è uno scherzo.
Siamo sempre lì, la scuola italiana soffre della stessa inefficienza che colpisce tutto il funzionamento dello Stato. Ma la Buona scuola doveva essere il banco di prova dell’Italia che cambia verso, fa male inciampare proprio sul simbolo di una rivoluzione che così continua a rimanere sulla carta. A Milano il malcontento si salda con l’opposizione di una sinistra che non simpatizza con Renzi, rimanendo aristocraticamente indifferente ai suoi slogan. A Milano tra pochi mesi si va al voto per scegliere il nuovo Sindaco. Renzi è avvisato, se la Buona scuola non sarà buona sul serio, potrebbe diventare i cavallo di Troia per indebolire il nuovo corso del Pd. Chissà con quali esiti per la politica milanese.
(Alert Milano)
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