Milano 20 Settembre – Riportiamo l’intervento di Sgarbi apparso su “Il Tempo” su quanto è accaduto al Colosseo.
“Uno scandalo. Quello che è accaduto al Colosseo è uno scandalo che farà più danno dell’immondizia a Napoli o della carrozza con i cavalli neri dei Casamonica. Quando scioperano i medici non chiude un ospedale, non chiudono in blocco i servizi di prima necessità perché i diritti dei cittadini vanno tutelati. Dobbiamo capire che dal punto di vista artistico il Colosseo è un «bene» e il diritto a vedere il Colosseo è come il diritto al pronto soccorso. Quelli che scioperano difendono un diritto particolare contro il diritto collettivo alla conoscenza. I lavoratori pensano ai loro diritti di categoria ma anche i turisti hanno diritto di visitare e conoscere un sito archeologico perché pagano un biglietto. E nessuno è legittimato a ledere i diritti degli altri. La stessa cosa è accaduta a Pompei e anche lì la figuraccia è stata mondiale. Arte e bellezza sono il pronto soccorso dello spirito e scioperare è un crimine. Dovendo però tutelare il diritto allo sciopero e garantire il diritto alla conoscenza, non è un capriccio ma diventa logica considerare questi beni servizi pubblici essenziali come scuola e trasporti. Io credo che a Roma come a Pompei, avendo siti iperfrequentati, i lavoratori anzichè scioperare per avere incentivi durante l’apertura diurna, dovrebbero avere incentivi e straordinari con le aperture notturne. Le decidono loro, dieci o dodici l’anno, e quello che rendono i biglietti produrrà il pagamento degli straordinari. Le apertute notturne rendono vivo ed economico il bene artistico: il Colosseo è contemporaneo quindi va usato completamente non a mezzo servizio. L’anfiteatro Flavio è una «macchina» italiana che fa parte dell’economia e della pedagogia: richiama a Roma turisti che pagano il biglietto e risponde al diritto primario all’educazione e alla cultura. Per questo non può essere uno scandalo Capitale”
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