Milano 21 Settembre – Il ministro Pier Carlo Padoan lo ha ribadito anche a Repubblica: “Sulle pensioni occhio a non far saltare i conti”. Eppure più o meno nelle stesse ore Matteo Renzi rilancia la promessa: “Cercheremo di fare qualcosa, un primo rimedio già con la Stabilità”, scaricando il barile su Padoan e il titolare del Welfare Giuliano Poletti.
L’Europa e gli esodati – Il tema è quello, noto, della flessibilità in uscita. Secondo il Tesoro (e ne sembrava convinto anche il premier) riformare la legge Fornero costerebbe troppo. Ma la previdenza è una leva elettorale troppo ghiotta, e dunque ecco che Palazzo Chigi va in pressing. Certo, c’è da dribblare la resistenza dell’Unione europea, che teme l’apertura dei cordoni della borsa da parte del governo italiano. Senza contare che resta da risolvere il nodo degli ultimi esodati. Il perimetro delle risorse da destinare all’eventuale riforma delle pensioni, dunque, è limitato.
Contributivo o prestito – Le ipotesi al vaglio dell’esecutivo, per il momento, sono due. Come ricorda il Messaggero, la prima è il calcolo contributivo dell’intera pensione. In questo caso il lavoratore che volesse andare in pensione prima rischia una decurtazione dell’assegno fino al 20-30%, ma aggraverebbe nell’immediato i costi per lo Stato. L’altra opzione è lo strumento del cosiddetto prestito pensionistico. Chi si trova a 2 o 3 anni dal maturare la pensione potrebbe chiedere l’anticipo dell’assegno, da restituire poi negli anni successivi. Potrebbe essere questo il “primo rimedio” annunciato da Renzi.
Opzione donna – L’altro dossier è la cosiddetta “opzione donna”: le lavoratrici potrebbero andare in pensione a 57 anni ma con l’assegno calcolato con il sistema contributivo. Finora la facoltà è limitata a chi ha maturato il diritto nel 2014 ma potrebbe essere prorogata fino al 2015. (Libero)
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