Milano 28 Settembre – La crisi delle edicole è arcinota: oltre diecimila edicole italiane rischiano di chiudere entro i prossimi tre anni, lasciando a casa circa ventimila lavoratori.
Stretto tra la crisi ed un progressivo cambiamento delle abitudini di lettura degli italiani, sempre più attratti da Internet e dalle pubblicazioni free press, l’edicolante è un mestiere che sta scomparendo . Un lavoro duro: un impegno di 12/15 ore al giorno per un guadagno che ogni anno risulta sempre più ridimensionato.
Ore ed ore perdute dall’edicolante a compilare i bollettini delle rese: ma la informatizzazione delle edicole? E’ di là da venire.
Gli edicolanti restano intanto tiepidi sull’informatizzazione, e guardano piuttosto alla diversificazione dei prodotti da offrire in vendita. C’è chi le vuole un punto di riferimento turistico sul territorio, chi, come gli edicolanti cinesi, le trasforma in bancarelle della moda clonata, e chi le vorrebbe trasformare in chioschi per vendere alcolici ai nottambuli. Oppure la soluzione più facile: punto vendita per magliette e souvenir. Paccottiglia invece della lettura.
Ma al di là dei progetti , ecco le persone. Due semplici storie, emblematiche e drammatiche, raccolte nel centro storico di Milano, che racchiudono tutto il dramma di un mestiere che sta scomparendo. I giornali della carta stampata sono diventati house organ di potentati politici e delle banche, e non raccontano più la realtà.I reporter sono diventati impiegati e burocrati del copia e incolla. Forse la crisi delle edicole sta a monte, e il tracollo delle vendite dei giornali si spiega anche con la trasformazione del reporter in travet politicamente corretti, in saltimbanchi della raccomandazione, grigi e noiosi, in comizianti.
La nuova edicola è diventata così il computer, l’Ipad, lo smartphone dove la vita viene di nuovo raccontata. Questa volta in diretta, con i video. Pace all’anima di Montanelli e Buzzati e alla mummia di Feltri.
Video di Claudio Bernieri
Sigla musicale di Luciano d’Addetta