Milano 29 Settembre – I massimi dirigenti sapevano da quattro anni che sulle Volkswagen, Audi, Skoda e Seat che montano motori 1.6 e 2.0T di Euro 5 poteva essere stato inserito il software che maschera i dati sulle emissioni diesel. Lo ha scritto ieri la Frankfurter allgemeine: dal 2011 un tecnico del gruppo tedesco aveva informato sull’utilizzo del dispositivo truccato.
La Bild ha invece rivelato che la Bosch nel 2007 aveva ammonito la Volkswagen per l’uso di quel software. Lo sapeva la Commissione europea, ha scritto il Financial Times, insomma erano in molti a sapere. Ieri il nuovo a.d. Matthias Mueller in una lettera ai dipendenti citata dall’ Handelsblatt ha annunciato una «spietata» operazione di pulizia interna per eliminare i «trucchi» attuando «i più rigidi» standard presenti nell’industria.
Cosa accadrà da noi? L’altro giorno il ministro Padoan non sembrava tranquillo. «Temo ripercussioni, speriamo limitate, sull’industria italiana». E ancora: la truffa della Volkswagen potrebbe non essere un problema «solo tedesco, ma europeo». Ma ieri dal premier Matteo Renzi sono arrivate rassicurazioni: è vero che in Italia sarebbero coinvolti un milione di veicoli ma questo non frenerà la nostra economia.
«Non sono così preoccupato per la crescita – ha detto Matteo Renzi, a New York per l’Assemblea dell’Onu -. Non è una catastrofe ambientale, è una truffa e come tale andrà punita». Quanto all’Italia, «la crescita è nelle mani degli italiani – ha sottolineato – se pensiamo a dove eravamo due anni fa, l’Italia ha fatto la sua parte. Stiamo stupendo il mondo perché rispettiamo gli impegni nei tempi». Il caso Volkswagen «avrà delle ripercussioni» ma «non tali da mettere in discussione la nostra crescita». Anzi, sempre secondo il presidente del Consiglio, «se l’Italia farà quello che deve fare sarà la più forte di tutti, pure della Germania».
Anche l’imprenditore Diego Della Valle ne è convinto. A Sky tg24 ha detto che certo queste «sono cose che non aiutano, perché l’economia internazionale, che condiziona l’economia italiana, è continuamente sotto stress». E tuttavia, non crede che «lo scandalo delle emissioni truccate avrà ripercussioni sull’Italia. È un fatto che va analizzato sotto l’aspetto etico e industriale».
Romano Prodi la pensa allo stesso modo, pur non risparmiando qualche bacchettata alla Germania. «Vedo certamente un danno per i fornitori – ha detto su Raitre – ma non vedo un danno così grave. È un discorso che si inserisce nelle difficoltà del settore auto ma non vediamolo come un problema dominante in Italia».
Certo, ha continuato Prodi, lo scandalo Volkswagen ha alzato il velo su «una crisi di sistema. Non a caso le irregolarità sono state scoperte da un’autorità americana, non da una struttura europea». E quanto alla Germania, «quando arrivi a un livello di sicurezza, chiamiamola anche di arroganza, così forte, i freni inibitori sono a rischio. In Germania non c’è contraddittorio, c’è un sistema molto compatto». C’è dunque ora da valutare quali ripercussioni politiche, oltre che economiche, avrà l’affaire Volkswagen sull’Europa e su Bruxelles
(Fonte Dagospia – Mariolina Iossa per il Corriere della Sera)
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