Festa dei nonni. In 13 anni  aumentato del 19,43% il numero degli over 60 anni

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Milano 2 Ottobre – In Italia in 13 anni – dal 2002 al 2015 – il numero degli over 60 anni è aumentato del 19,43%, corrispondente a 2.741.790 persone in più (erano 14.107.539 gli over 60 anni il 1 gennaio 2002, passati a 16.849.329 nel 2015). “Il numero dei nonni è aumentato, ma in percentuale inferiore, con un +17,19% nello stesso periodo, corrispondente 1.933.800 nonni in più. Insomma, abbiamo molti anziani ma meno nonni, e soprattutto questi ultimi sono meno giovani”. A calcolarlo, sulla base dei dati Istat, è il pediatra di Italo Farnetani, che in vista della Festa dei nonni che si celebra il 2 ottobre fa l’identikit di questi anziani.

“Oggi i nonni italiani sono più ‘grandi’ rispetto a qualche anno fa, hanno meno nipoti, ma in media grazie ai progressi della geriatria stanno meglio, sono attivi e in grado di macinare chilometri. E’ bene che lo facciano insieme ai loro nipotini”, dice Farnetani all’AdnKronos Salute. “Aumenta l’aspettativa di vita, gli anziani vivono di più, ma in Italia ci sono meno nascite e i bebè arrivano quando gli stessi genitori sono avanti negli anni”, aggiunge. Il ruolo del ‘nonno 2015’, insiste l’esperto, è cambiato: “La sicurezza fuori casa preoccupa mamme e papà, che lavorano e hanno poco tempo, così troppi bambini sono costretti a passare le giornate in casa. Ecco: i nonni devono essere maestri di giochi e di natura, accompagnandoli fuori fino a 3 anni in passeggino, da 3 a 8 anni al parco a giocare con gli amichetti. Così faranno anche i 3 km di passeggiata al giorno garanzia di salute per l’anziano”.

“Cari nonni – esorta il pediatra – ricordate sempre che i vostri nipoti vi guardano per imparare a essere adulti, perciò è determinante l’immagine che date loro”. Ecco il decalogo del nonno autorevole:

1) Mai lamentarsi di fatica, dolori, età, ma dare un’immagine forte e decisa ai nipoti. Loro cercano adulti significativi che siano in grado di condizionare l’ambiente, non di subirlo;

2) Mai essere trascurati nell’aspetto o nell’abbigliamento. I nonni non devono competere con i genitori né sembrare più giovani;

3) Mai alla ricerca del consenso, ma autorevoli. I rapporti nonni-nipoti devono essere autentici e spontanei, basati sull’affetto e non l’interesse;

4) Mai permissivi, ma dovranno dare indicazioni che siano in linea con i comportamenti seguiti dai genitori;

5) Mai protettivi: è uno dei principali rischi che corrono i nonni, perché si sentono caricati di una responsabilità, ma nello stesso tempo il bambino appartiene ai genitori e non a loro.

6) Mai autoritari. C’è anche questo rischio: quando i nonni lo sono e ritengono che i genitori del nipote siano troppo permissivi. “E’ un errore. Spetta ai genitori tracciare la linea educativa da seguire, mentre i nipoti devono seguire le indicazioni dei nonni perché li ritengono autorevoli, non per paura”, precisa Farnetani;

7) Mai amici, perché “hanno un loro ruolo di ‘radici’ e affettivo, perciò non quello di amico che è proprio dei coetanei con i quali si può realizzare un rapporto paritario;

8) Mai silenziosi o chiusi, perché devono favorire lo sviluppo del nipote nella crescita e nella formazione della personalità adulta. “I nonni devono parlare ai nipoti raccontandogli della loro vita passata, con fotografie, oggetti, luoghi evocativi”, raccomanda l’esperto;

9) Mai in contrasto con i genitori ai quali spetta la completa gestione familiare ed educativa dei figli. I nipoti non si dovranno mai accorgere delle divergenze fra i genitori e i nonni;

10) Mai in credito: l’aiuto che i nonni danno ai genitori e ai nipoti rientra nel compito che è assegnato loro dal ruolo. “Il compito dei nonni è quello di costituire le radici affettive e la continuità storica della famiglia, perciò se viene chiesto loro un coinvolgimento maggiore o un aiuto, devono decidere se accettare o meno, in base alle loro volontà e possibilità. Una volta accettato – conclude – lo devono svolgere in modo disinteressato, senza mai sentirsi in credito nei confronti dei figli e dei nipoti, perché questo atteggiamento altererebbe la normale reciprocità dei rapporti familiari”. (Adnkronos)

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