Milano 7 Ottobre – Il leader russo Vladimir Putin sta preparando una grande missione militare per prendere il controllo della roccaforte del gruppo terroristico situato nella città di Raqqa che è anche la capitale dell’autoproclamatosi Stato Islamico in Iraq e in Siria e dove sono asserragliati più di 5000 i jihadisti. Putin è determinato a mobilitare 150.000 riservisti dell’esercito richiamati in servizio all’inizio della settimana scorsa.
L’annuncio arriva un giorno prima che gli aerei militari russi distruggessero dieci avamposti in meno di 24 ore usando bombe anti bunker, eliminando alti ufficiali dell’Isis in appena 24 ore.
Un esperto di terrorismo del Cremlino ha rivelato che lo Stato islamico e sua forza militare sono stati troppo sopravvalutati e ha chiesto che i leader occidentali attacchino con la medesima forza per conseguire la disfatta dei terroristi islamici aggiungendo che questo stato fantoccio scomparirebbe nel giro di poche ore, se l’intera comunità internazionale ha decidesse di agire.
Il problema, però, è che nella loro ritirata potrebbero utilizzare scudi umani per utilizzare una sorta di guerra mediatica contro la Russia, come già avviene a Gaza con Hamas e come l’abbronzato fantoccio sta già facendo, complici i media occidentali, che hanno già accusato Putin di aver ucciso dei civili innocenti. Peccato che l’accusa dei media e di Obama nei confronti di Putin siano apparse sui giornali e telegiornali europei ed americani alcune ore prima che i caccia russi fossero operativi. Chiaroveggenza? No, semplici falsità, sottomissione all’Islam, complicità con ciò che l’Islam detta.
Al momento, però, l’unico leader occidentale che ha iniziato una vera azione militare, utilizzando anche truppe di terra, è Vladimir Putin che per questa missione ha anche rafforzato i rapporti diplomatici con Gerusalemme con cui vige un patto con cui si stabilisce che sia Assad che Hezbollah non dovranno utilizzare gli aiuti del Cremlino per aggredire lo Stato di Israele (che è già abbastanza aggredito dai media occidentali che non vedono le vittime israeliane degli ultimi giorni ma solo i terroristi freddati per difendere donne e bambini rei solo di recarsi al Kotel a pregare).
Ma attenzione, non possiamo cantare vittoria: seppur lo Stato Islamico verrà a breve sconfitto, molti dei suoi uomini stanno scappando in Europa travestiti da profughi, almeno 600 unità di Daech hanno preso la via del Vecchio Continente nell’ultima settimana e si uniranno ai 4000 terroristi già presenti in suolo europeo. Forse la guerra in Siria a breve terminerà, ma se le sinistre europee ed italiana in primis non verranno sconfitte senza più dar loro la possibilità di esistere, la guerra si trasferirà nelle nostre città.
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.