Milano 12 Ottobre – Dopo la tragicomica fine dell’era Marino il pd cerca un commissario. Letteralmente. Qualcuno con l a statura morale di Montalbano. E’ abbastanza fisiologico, dopotutto Marino è caduto per una crisi di onestà, no? Quindi Renzi rilancia Cantone, l’uomo più candidato d’Italia. Il qual ringrazia, ma declina. Così come Sabella. Ma siamo sicuri che il passaggio dai dilettanti ai magistrati abbia veramente a che fare con le dimissioni del sindaco? Facciamo un passo indietro e ricordiamo un altro episodio. Affittopoli. D’Alema viene beccato a vivere in un appartamento sotto costo. Partono le bordate. D’Alema sopravvive politicamente un altro decennio. Marino non è campato dieci giorni a sei scontrini. Non che mi stia particolarmente simpatico Baffino, ma Santo Cielo, quella era una classe dirigente. Capace di mandare a farsi f….e la stampa quando faceva domande troppo indiscrete. Ecco, Marino, a prescindere dalle spese, è crollato sotto il peso del suo nulla. Della sua inconsistenza amministrativa. Oggi, il futuro ex sindaco, è in piazza a farsi coccolare dalle vecchine. Miracoli della spesa pubblica e della leggendaria aura di “uomo per bene”. Che, però, pare emozionare ancora. Marino è quello che ha tagliato le unghie a Mafia Capitale. Che è falso, visto che con lui sono aumentati del 72% gli affidamenti diretti, ovvero il pane quotidiano di Buzzi e soci. Ma non importa, la realtà con questa storia non c’entra, con buona evidenza, nulla. C’entra la percezione della stessa. La vecchina orfana dl PCI vede il compagno ‘gnazio come il salvatore dai Fasci mafiosi e ladri. E tanto le basta. Le buche per terra c’erano, ci sono e ci saranno. Roma è grande. Magari dove sta lei non è peggiorata così tanto. Alla vecchina non serve sognare altro che la vendetta sui fasci. Sul nemico.
Ecco, la vecchina ci spiega il fascino del giudice sulla borgata. Non serve che sappia come far funzionare una città. Anche lo sapesse non dovrebbe far funzionare una città. Dovrebbe far funzionare Roma, che è tutt’altra cosa. E non c’è nessuno, se non forse chi ha contribuito a costruirla a saperlo fare. Quindi, siccome a sinistra, non c’è nessuno di questo tipo. Alla vecchina interessa che ci sia qualcuno di cui possa vantarsi. La classica brava persona. Come il suo nipote preferito. Disoccupato per colpa dello stato. Lui che meriterebbe tanto. Ma che a differenza dei suoi coetanei di borgata tanto educato. Tanto pulito. Tanto simpatico. Il classico che se viene preso per aver commesso il più atroce dei delitti fa sorprendere tutto il rione. “Ha ammazzato la fidanzata? Ma come? Salutava sempre!”. Ecco cosa vogliono i Romani di sinistra doc. il Nipote-che-Salutava-Sempre. E che magari fa arrestare qualche fascio dai suoi amici della squadra mobile. Perchè la città fa comunque schifo e la colpa è comunque di Alemanno. Ora, il problema è che la vecchina il nipote mezzo scemo ma che ama tanto ce l’ha già. Dimissionario. Ed a prescindere da quel che dice Grillo, se proprio dovesse trovarsene un altro, basta guardare negli occhi Di Battista per capire chi potrebbe velocemente soppiantare il chirurgo Genovese. Allora ci vuole un giudice.
Un altro dilettante allo sbaraglio, ma questa volta uno che il codice penale lo conosce e si spera che due note spese del cavolo le sappia scrivere senza fare errori. Poi che la città crolli. Sta crollando da duemila anni, dice il Pd, ed anzi i crolli valgono più delle palazzine nuove a Tor Vergata. Forse le macerie sono la vocazione dell’Urbe. Il giochino è, parrebbe riflettere Renzi, trovare qualcuno che sappia disporle con garbo, buona grazia, onestà ed un po’ di senso civico. Al resto, tanto, ci penseranno gli eredi morali appena verranno individuati. Chissà se anche per loro faranno le primarie.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,