Milano 13 Ottobre – Dopo numerose puntate di Chi l’ha visto se ne era quasi persa l’ultima speranza. Ed invece, tante le volte. Qualcuno potrebbe aver trovato l’oggetto di leggende metropolitane. L’orgoglio e la dignità di cattolici e liberali di NCD. Sì, chi scrive è persino più stupito di voi. Eppure è così. Il DDL Cirinnà, a meno di un soccorso Grillino piuttosto improbabile, al Senato non ha i numeri per passare. E tutto questo per due questioni che, effettivamente, hanno una forte base etica. La lotta alle adozioni gay e soprattutto la richiesta della prigione per l’utero in affitto. Il che è un colpo di scena, ma nemmeno tantissimo, a voler essere realisti. Narrava Dick Chiney, ex vice presidente Repubblicano ai tempi di Bush figlio, che era quasi impossibile aspettarsi che un Presidente Democratico concedesse i matrimoni gay. Il giorno dopo, infatti, i gay avrebbero ricominciato a votare per tutelare i propri interessi, il che voleva dire basandosi su redditi superiori alla media che i Democratici, in Usa come in Italia, guardano con appetiti insaziabili. Il che li avrebbe portati in breve tempo a diventare Repubblicani, sottraendo fondi ai Democratici. Questi ultimi, quindi si sarebbero limitati a promettere ed ad addurre l’opposizione dei conservatori come scusa per i loro fallimenti. Non aveva torto. Il matrimonio omosessuale lo ha concesso con una sentenza al limite dell’eversione la Corte Suprema. Non certo Obama. Ecco, tornando a noi, l’opposizione di NCD fa estremamente comodo a Renzi. Il quale altro non sogna che farsi bocciare il DDL Cirinnà dai suoi alleati. I quali si rafforzerebbero, rendendo più stabile la coalizione, pericolante al centro. Consentirebbero a Scalfarotto di portare avanti le sue battaglie altri dieci anni e tutti sarebbero felici e contenti.
Anche perchè, diciamocelo, approvare i matrimoni gay poco prima del Giubileo a Sinodo della famiglia in corso sarebbe uno sfregio non da poco per il Vaticano. Con cui, grazie a Marino, i rapporti non sono certo idilliaci. La somma di tutti questi fattori è di certo interessante, ma non spiega come mai Renzi non abbia incardinato la legge alla Camera. Lì avrebbe potuto farla passare facilmente, mandandola poi a morire al Senato. Certo, si può obiettare che così il Pd non si sporcherà le mani in alcun modo con il dossier. Ma credo che la cosa sia più profonda. Renzi vuole dare una lezione di realismo alla minoranza. La minoranza tiene molto a questa legge. Ma al Senato dovranno contare solo sulle proprie forze. Niente aiutini di Verdini. Un alleato come NCD che ha riscoperto i propri attributi. Un Premier che finalmente lascia il Parlamento a se stesso. Insomma, uno scenario da incubo. In cui loro possono solo perdere. E perderanno. Così dall’anno prossimo Renzi potrà facilmente ricordargli cosa succede ogni volta che loro voglion fare come gli pare. Insomma, tre piccioni con una fava. Alla faccia di tutti quelli che hanno creduto che a Renzi degli omosessuali fregasse davvero qualcosa.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,