Di Battista padre ed una verità scomoda

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Milano 19 Ottobre – Le colpe dei figli non dovrebbero ricadere sui padri. Se un figlio difende l’Isis, pardon quei santi di Hamas, non dovremmo scaricare tutte le colpe su chi l’ha cresciuto. Soprattutto quando ci dà uno spunto del genere. Gira in rete, grazie al sito del Corriere della Sera, un video in cui Di Battista senior ci spiega che lui non è di destra. Ci tiene che lo sappiamo. Perché lui è fascista. Finalmente. Se ne sentiva l’esigenza. Qualcuno sta spiegando al mondo una verità scomoda che pareva un tabù. Il Fascismo ha avuto l’etichetta di destra per il semplice motivo che si opponeva in maniera più vistosa al socialismo. Ma era concorrenza interna. Non alternativa radicale. Lo Stato era sempre e comunque il perno fondamentale. L’individuo un problema che poteva risolversi in due modi, l’assimilazione o l’espulsione dal consesso civile. Anche le differenze sono variazioni sul tema. La Patria sostituisce la Classe. Ma anche in quel caso, al differenza è minima. Non è che l’imprenditore, per quanto patriota possa far liberamente impresa. Importare quel che vuole. Non può contrattare liberamente col lavoratore. In essenza, nessuno è libero. Può avere più o meno spazio di manovra. Ecco, la libertà è il discrimine tra la Destra ed il Fascismo. Sempre che, ovviamente, ci intendiamo su cosa sia la destra. In primis, scordiamoci di avere esempi domestici. L’unico partito che ha difeso le posizioni di destra era il MSI, che il problema dell’individuo non l’ha mai toccato. Anche perchè non si poneva. Nessun partito, finita l’esperienza mai sufficientemente rimpianta dell’Uomo Comune, lo difendeva in quanto tale. Variava solo la dimensione dell’istituzione primaria. La Dc difendeva famiglie e parrocchie. Il PCI difendeva il Partito. Il MSI difendeva la comunità. Che poteva essere quella fisica che si trovava nelle sezioni o quella più o meno ideale di Europa, di Patria o di Idea.

La Destra moderna, quella Anglosassone per capirci, qui non ha mai avuto cittadinanza. Ne mancano i due fondamentali presupposti. L’insofferenza alla tirannia e l’accettazione incondizionata della responsabilità individuale. Montanelli sosteneva che l’Italiano fosse sempre alla ricerca del successivo tiranno per mettersi a servizio. Io non sono così netto. Credo piuttosto che l’Italiano ami deporre il fardello della responsabilità individuale ai piedi di qualcuno. Non necessariamente di un uomo. Più spesso di una figura. L’Italiano è furbo. Gli uomini durano molto, una volta al potere. Le figure no. Si rompono subito. La figura è una costruzione ideale. Perfetta. Granitica. Coerente fino alla morte. Appena la figura tocca l’uomo si rompe. Volete un esempio? Marino e l’Onesto. Berlusconi ed il Leader. Renzi e l’Innovatore. Renzi, siamo onesti, è ancora là, ma ha perso un terzo del consenso. E’ ovvio, la gente ne vuole già un altro. Tipo Di Battista (figlio), l’Angelo Vendicatore. Per questo Dibba (padre) è nel 5 Stelle. Non c’è alcuna contraddizione. Anche se votano per i matrimoni gay, anche se votano per l’abolizione del reato di clandestinità. Non è l’ideologia a muoverlo. Ma l’Idea. La figura Ideale del capo. Grillo, nella fattispecie. Che è tale solo se caccia i dissidenti. (per inciso la cacciata dei dissidenti è dove Silvio sta recuperando, di recente, nei sondaggi. Qualcuno sta scorgendo la Figura del Leader nuovamente).

La Destra, invece, crede negli uomini. Non nelle figure. Per questo in Italia ne esistono, tracce, indizi, dosi omeopatiche. Individui, al massimo. Ma fortemente votati all’isolamento. Come si può essere Conservatori in un paese da rifare che invece di vedere macerie vede gloriose rovine?

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