Milano 20 Ottobre – Il problema è ormai risolto del tutto. E’ ciò che pensa il ministro del lavoro, Giuliano Poletti,riguardo alla questione degli esodati. Si tratta di migliaia di lavoratori anziani che nel 2011, prima della riforma previdenziale dell’ex-ministro Fornero, firmarono un accordo con la propria azienda per mettersi in mobilità o iniziarono a versare i contributi volontariamente, in vista della pensione. Per gli esodati, la riforma Fornero è stata una vera e propria una beffa, poiché ha spostato di colpo in avanti l’età del pensionamento, impedendo a questi lavoratori di mettersi a riposo ed esponendoli al rischio di rimanere senza reddito, cioè senza stipendio (perché ormai disoccupati) e senza il diritto alla pensione.
Ora, con la Legge di Stabilità, il governo Renzi ha deciso di tutelare un’altra tranche di esodati, la settima, dopo le 6 già salvaguardate dai precedenti esecutivi, guidati da Monti e Letta. Nella settima tranche, dovrebbero rientrare nel complesso 26.300 persone, a cui se ne aggiungono altre 5mila già salvaguardate in precedenza ma in attesa ancora di coperture finanziarie per le tutele. Totale: oltre 31mila italiani che nel 2016 potranno andare in pensione con le regole esistenti prima della riforma Fornero. Ecco, di seguito, un elenco di chi rientra nella settima tranche di esodati, secondo quanto riporta il sito PensioniOggi.it.
Lavoratori in mobilità
Tra i salvaguardati, ci sono più di 5mila lavoratori che hanno firmato un accordo per mettersi in mobilità prima del 31 dicembre 2011 o che sono finiti in mobilità in seguito a procedure concorsuali dell’azienda. Per essere tutelati, questi lavoratori devono aver cessato l’attività entro il 31 dicembre 2012 e aver maturato il diritto alla pensione una volta terminato il periodo di mobilità o entro i 2 anni successivi.
Prosecutori volontari
A questa prima platea di esodati, bisogna aggiungere 10mila prosecutori volontari, cioè persone che hanno versato spontaneamente i contributi per raggiungere i requisiti della pensione (pur essendo senza lavoro). Per rientrare in questa categoria, bisogna maturare il diritto alla pensione con le vecchie regole pre-Fornero entro il 6 gennaio 2017. L’autorizzazione dall’Inps al versamento volontario dei contributi deve essere anteriore al 4 dicembre 2011 e occorre avere almeno un contributo volontario accreditato (o accreditabile) alla data del 6 dicembre 2011. Inoltre, viene comunque salvaguardato anche chi non ha contributi accreditati prima del 6 dicembre 2011 ma rispetta due requisiti: ha ricevuto l’autorizzazione a versare volontariamente i soldi all’Inps prima del 4 dicembre 2011 e ha alle spalle almeno un contributo versato in seguito ad attività lavorativa svolta tra 1º gennaio 2007 e il 30 novembre 2013 (data in cui il lavoratore, per giunta, non deve risultare assunto con contratto a tempo indeterminato).
Persone con figli disabili
Una terza platea di salvaguardati della settima tranche è rappresentata da 2mila persone in congedo dal lavoro per assistere i figli con disabilità grave. Anche in questo caso, è necessario maturare i requisiti per la pensione con le regole pre-Fornero prima del 6 gennaio 2017.
Cessati dal servizio
La quarta platea di tutelati è rappresentata da 6mila persone circa cessate dal servizio, che maturano il diritto alla pensione con le vecchie regole entro il 6 gennaio 2017. In tale categoria, rientrano i lavoratori che hanno sottoscritto accordi individuali di incentivo all’esodo prima del 31 dicembre 2012. Questi accordi devono essere avvenuti nell’ambito di procedure di conciliazione con l’azienda o in applicazione di accordi sindacali stipulati un anno prima (cioè entro il 31 dicembre 2011). Saranno tutelati anche quelle persone che sono state licenziate in base a una decisione unilaterale del rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011 (purché non abbiano più lavorato a tempo indeterminato).
Ex-lavoratori temporanei
Ci sono infine 3mila lavoratori che maturano i requisiti per la pensione con le regole pre-Fornero entro il 6 gennaio 2017 e che hanno perso il lavoro tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, dopo essere stati assunti in quel periodo con un contratto a termine. Questi lavoratori non devono essere stati rioccupati a tempo indeterminato, successivamente alla perdita del lavoro.
Andrea Telera (Panorama)
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