A Vaprio d’Adda si combatte una guerra di civiltà

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Milano 23 Ottobre – O meglio, tra tre civiltà: da una parte il mondo liberale, che considera i tre principi di Vita-libertà-Proprietà come sacri, dall’altro quello cattocomunista che vede libertà e proprietà sottomesse alla Vita ed in mezzo la versione socialista di destra di Meloni e Salvini, con Vita di nuovo al primo posto, ma con una sfumatura diversa. Le maiuscole non sono casuali. Libertà e proprietà per i vari Mattarella e Renzi (ed anche Salvini e Meloni) non sono nemmeno prioritarie. Sono semplici note di colore. Begli abiti, eleganti orpelli e lussuosi gioielli, ma nulla a confronto della Vita. Ovviamente nemmeno per i cattocomunisti la Vita è un diritto assoluto. Ma solo uno può toglierla. Lo Stato. Sua Maestà. Il Vitello d’Oro dei nuovi farisei. Per Meloni e Salvini, invece, anche il singolo può toglierla, purchè lo faccia secondo la gentile concessione dello Stato. Con forme e rituali. E sempre e comunque l’imprimatur. Queste due versioni si scontrano solo su un punto: qual è la vita che vale di più? Quella del derubato o del ladro? Tra i due modi di vedere io sto con Salvini, ovviamente. Ma non posso non notare che il suo modo di vedere risente del medesimo errore dei suoi avversari, e che lui lo corregge ignorando i fatti dove serve. E sarà chiarissimo quando a sparare sarà un extracomunitario ad un ladro del Nord che era metà dentro e metà fuori dall’uscio di casa. Il problema di entrambe le posizioni è di essere irrealistiche. Proprietà e Libertà non sono orpelli, fanno parte di un Mondo in cui noi ci sentiamo sicuri. Ed una vita priva di sicurezza non è una vita accettabile in un paese occidentale.

Il problema è che la sicurezza per il cattocomunista è sempre subordinata alla Vita e per Meloni&Salvini è subordinata al beneplacito dello Stato. Per cui ci vogliono le leggi. Per cui, di fondo, sarà un magistrato a giudicarti. Per cui, alla fine, se vuoi stare tranquillo conviene non sparare. Fatti derubare, è meglio. Per il liberale, tutto questo è tirannia. La differenza è solo nel colore della bandiera. Al liberale il Far West fa meno paura di Stalingrado. O di Norimberga nel 38. Per il Liberale, questo raro animale dalle nostre parti, se si consente allo Stato di disarmarti e poi punirti per esserti difeso allora, beh, allora è semplicemente finita. Saltata la Proprietà segue la Libertà. Vaprio d’Adda docet. Stiamo discutendo di centimetri. Di goccioline di sangue. Era dentro o fuori l’abitazione? Le scale come contano? E le pertinenze? Tutto mentre il vero, grande, colossale problema resta di sfondo. Se non mi consentite di difendere in armi la mia libertà dal terrore e dallo spoglio, a che cosa serve lo Stato? A che serve che ci siano pene sempre più alte, se per vedervi condannato qualcuno io devo aver subito il danno?

E’ che lo stato vede malissimo chi si sa difendere da solo. Perché sentirà sempre meno il bisogno delle strutture e sovrastrutture. Così come vede malissimo chi educa i propri figli da solo o in scuole private. O chi va a farsi curare in privato. Sono tutti sintomi di ribellione che portano a mettere in discussione il Leviatano. E, massimamente, odia chi è armato. Sappiatelo. Nemmeno Salvini vi ama, se avete una pistola. Oggi, magari, vi sostiene. Ma solo perché è all’opposizione. Domani vi disarmerà. È sempre così. Non si fidano di noi, ma pretendono che ci fidiamo di loro.

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