Non è banale essere una Principessa

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Milano 30 Ottobre – Nel delirio generale che sta attorniando l’argomento Gender ha causato scandalo che una coppia abbia ritirato la figlia dopo la lettura di una fiaba in cui la principessa salva il principe. Ovviamente la coppia temeva il prosieguo. Io, però, vorrei soffermarmi sulla sesquipedale idiozia che sta sotto l’idea che la principessa debba salvare il principe. Due premesse. I bambini sono molto sensibili ai simboli. Le favole moderne sono idiote, tradiscono il ricco apparato che stava dietro le loro forme più complete. Prendiamo la principessa ed il drago, come esempio. principessa2Nelle incarnazioni moderne il drago sputafuoco rapisce la principessa che poi viene salvata dal principe. Questa storia è stupida. Le sue radici, invece, non lo sono affatto. Avete presente San Giorgio ed il drago? Ecco, anche quello è solo un’eco, di qualcosa ben più antico. Ifigenia, Persefone ed una serie di altre figure femminili identiche a prescindere dal luogo e dal tempo. Hanno tutte in comune un Grande Male ed un ruolo importante. Anche se la vera e prima progenitrice di queste figure tragiche è Andromeda. Il mito di Andromeda è probabilmente il progenitore. La madre di Andromeda si era vantata, in maniera sacrilega di essere più bella delle Nereidi. Queste si vendicano facendo scatenare a Poseidone un Mostro contro la città di Giaffa. Andromeda deve andare a morire per placare gli Dei. Poi arriva Teseo e la salva. Ci siamo. Qui ci sono gli elementi fondamentali e sacrali da cui si origina il mito.

Intanto non c’è un drago capriccioso che nulla avendo di meglio da fare rapisce la Principessa. No, c’è un sacrilegio (come anche nel caso di Ifigenia), che viene punito. La punizione è, per scala, magnitudine ed origine Divina. Quindi per evitarla ci vuole l’intervento di due elementi: Il Sacro ed il Sacrificio. Sacrificio, per altro, vuol dire consacrare. La figura della Principessa, quindi, è figura sacrale. È colei che chiude le porte del Mondo al Male. Non è un soggetto passivo, Andromeda trema e piange, ma cammina da sola. È un destino eroico. È un destino divino. È il momento più alto della vita, è il seme che muore per portare frutto. È il sacrificio duplice di Cristo sulla Croce e Maria ai Suoi piedi. La figura dell’eroe è quasi abusiva, manca del tutto nei miti di Ifigenia e Persefone, per esempio. Non è essenziale. Magari è utile, ma è secondaria. Certo, è bello che qualcuno uccida il mostro, ma è un comprimario. Il potere di placare il sovrannaturale, di salvare il Mondo e rendere integro ciò che un’altra persona aveva rotto è solo femminile. Perchè si vuol privare le bambine di questo immenso potere? Perchè, semplicemente, quelle storie non parlano di uguaglianza. Se ne fregano di chi vince e chi perde. Il lavorio è molto più in basso. Si vogliono attaccare i simboli chiamandoli stereotipi perchè il Gender non potrà mai passare finché configgerà con i simboli che ci tengono ancorati alla nostra identità.

E badate bene che quelle radici profonde non impediscono alle donne di fare altro. Sia Carly Fiorina che Hillary Clinton, che potrebbero combattersi per divenire la prima presidente donna degli USA, sono cresciute con quelle storie. Anche la Thatcher. Anche Golda Meir. Il problema è che ognuna di loro, nei momenti più duri della propria vita, ha potuto invocare le figure archetipiche. Ed attraverso di loro, non il loro ricordo, questa è una cosa più profonda, attraverso di loro ha trovato la forza di eccellere. Io credo che il femminismo dovrebbe proteggere la figura della principessa martire, perchè a nessun maschio è stato dato tanto potere. Perché un uomo arrivasse ad uguagliare questo sacrificio si è dovuto aspettare un Dio fatto Uomo.

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