Milano 4 Novembre – Va avanti l’iter legislativo della Legge di Stabilità e crescono le critiche nei confronti della manovra di politica economica del governo Renzi. Ieri il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Senato e Camera ha dichiarato che la scelta di politica economica del governo “utilizza al massimo gli spazi di flessibilità disponibili riducendo esplicitamente i margini di protezione dei conti pubblici e lascia sullo sfondo nodi irrisolti (clausole, contratti pubblici, pensioni) e questioni importanti (quali un definitivo riassetto del sistema di finanziamento delle autonomie territoriali)”. L’incremento dell’Iva, sterilizzato dalla legge di stabilità 2016, non doveva essere annullato ma sottoposto a un intervento più articolato, “riguardante ad esempio un articolato intervento sulle aliquote e sulla struttura stessa” dell’imposta. Nel corso della sua audizione Squitieri, si è soffermato anche sull’abolizione dell’Imu e della Tasi sulla prima casa spiegando che la “principale fonte di finanziamento manovrabile degli enti riguarda le abitazioni diverse dalla prima casa, su cui continuerà a vivere il dualismo Tasi-Imu, con la conseguenza che la maggioranza dei servizi indivisibili forniti dai Comuni graverà di regola sui non residenti e quindi soggetti non in grado di operare il ‘controllo politico’ sull’operato degli amministratori attraverso il voto”. Inoltre la legge di Stabilità “sconta il carattere temporaneo di alcune coperture e il permanere di clausole di salvaguardia rinviate al futuro”. Secondo Squitieri un “riassoribimento” delle clausole nel 2017 e nel 2018 “richiederà l’individuazione di consistenti tagli di bilancio o aumenti di entrate sia pur resi meno onerosi dai benefici di una maggiore crescita”. (Il Tempo)
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