Polizia Locale? No grazie! Sicurezza? No grazie! 36 Ghisa licenziati a Milano

Milano

Milano 19 Novembre – Buongiorno,

mi chiamo Roberto e sono, sino al 31 dicembre 2015, un agente di Polizia Locale del comune di Milano.

Mi faccio portavoce del Comitato Precari Polizia Locale di Milano, per rendere noto dell’ ennesimo spreco di soldi, risorse e lavoratori che il comune di Milano sta ponendo in essere.

Da aprile 2014 sino ad ottobre 2014 si è tenuto il concorso per assumere 14 agenti di polizia locale a tempo indeterminato presso il comune di Milano.

Concorso per il quale ci sono state circa 15000 iscrizioni, e che si è concluso, dopo una lunga e difficoltosa selezione (che tutti sono d’ accordo nel dire che è stata la più difficile e nozionistica di sempre), con l’ assunzione di 14 agenti di Polizia Locale a dicembre 2014, e con la creazione di  una graduatoria di meno di 150 idonei, valida fino a dicembre 2017.

La sola fase concorsuale  è costata al comune di Milano circa 56.000 euro.

A Marzo 2015, con EXPO alle porte, è partita la chiamata per assumere 36 agenti, in vista, appunto, dell’ evento che la città di Milano si prestava ad accogliere.

La chiamata effettuata dall’ amministrazione di Palazzo Marino è stata una chiamata a tempo determinato, con l’impegno fatto ai sindacati di stabilizzare gli assunti in tempi brevi, cioè subito dopo EXPO.

A fine aprile io e i miei colleghi siamo quindi tornati sui banchi di scuola, presso la scuola del corpo della Polizia Locale di Milano, per iniziare il corso, della durata di 10 settimane, che ci avrebbe preparato a questa nuova esperienza professionale.

Il primo giorno di corso erano presenti, oltre agli agenti e ufficiali che ci avrebbero formato, anche il Vicecomandante del corpo, Antonio Barbato e sia, soprattutto, l’ Assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, Polizia Locale, Protezione Civile e Volontariato: Marco Granelli.marcogranelli

Quest’ ultimo, dopo l’ intenso discorso del Vicecomandante, ci assicurava che avrebbe fatto di tutto per stabilizzare la nostra posizione, e che la nostra tipologia di assunzione (unica nel suo genere per la polizia locale di Milano), era dettata dal fatto che avevano bisogno di agenti in tempi brevi e ristretti, da utilizzare durante il periodo di EXPO.

Insomma: il nostro passaggio a tempo indeterminato sarebbe stata solo una formalità.

Fatto sta che a metà luglio, ad EXPO già arrivato quasi a metà del suo corso, e con un costo di formazione complessivo di circa 33.000 euro, noi siamo finalmente riusciti ad iniziare la nostra reale attività lavorativa come agenti di Polizia locale, non prima però, di aver ricevuto la dotazione minima per poter uscire in strada: pistola, manette e divisa.

Costo di vestiario (sola dotazione estiva): circa 28.000 euro.

Finite le tre settimane di affiancamento, siamo diventati a tutti gli effetti agenti operativi, e da agosto abbiamo potuto effettuare, su scelta individuale e volontaria, anche i servizi legati ad EXPO: servizi viabilistici e informativi nell’ area della fiera, e servizi di natura generale e di tutela di ordine pubblico nelle manifestazioni legate all’ evento.

Proprio ad agosto 2015 il governo Renzi emana un decreto, la legge 78/2015, nel quale impone un riordino delle funzioni degli enti locali, legato all’ abolizione delle provincie.

Nell articolo 5 comma 6 di tale decreto è specificato che, per quanto riguarda il personale in sovrannumero degli agenti di polizia Provinciale, essi debbano essere ricollocati in regione, oppure nei comuni; che l’ assunzione di tale personale ha priorità assoluta rispetto agli idonei di concorso, e che per tutto l’ anno 2016 non possono essere fatte nuove assunzioni, fintanto che non è stato ricollocato il personale in esubero della Polizia Provinciale.

Questo decreto legge, stilato in modo superficiale, senza tenere conto delle specificità che ogni comune (dalla grande metropoli milanese, al piccolo comune di località marittima), ha avuto l’ effetto di bloccare tutte le assunzioni di personale nelle Polizie Locali di tutta Italia.

Se non fosse che ci sono state numerose delibere da parte della Corte dei Conti che esprimono un parere negativo su questa legge, che non tutti i comuni della penisola lo stanno rispettando, che ci sono comuni che continuano ad assumere, e che ci sono comuni che si stanno cercando tutti i modi (a norma di legge) per continuare ad assumere personale.

I modi per assumere nuovo personale nella Polizia Locale, quindi, ci sono.

Ma non a Milano.

Non nella Città Metropolitana di Milano.

Non nella città che ha un rapporto spesa corrente e spesa personale tra i più bassi di Italia.

Non in uno dei comuni più virtuosi (economicamente parlando), della penisola.

Non nella città definita dall’ ex Prefetto di Milano, ora commissario prefettizio a Roma, Francesco Paolo Tronca :“un laboratorio, un esempio da seguire”

Non in una città dove il numero di agenti di Polizia Locale è insufficiente, rispetto alla mole di necessità che la città chiede.

Non nella città di EXPO 2015.

Non nella città dove il problema sicurezza è un problema attuale e tangibile, visti anche gli eventi sanguinosi che hanno sconvolto Parigi, solo pochi giorni fa.

È chiaro a tutti: ufficiali e agenti di PL, noi “precari”, sindacati di categoria, e sindacati nazionali, che se ci fosse volontà politica da parte dell’ attuale amministrazione, noi potremmo continuare a svolgere questa professione anche dopo la scadenza del nostro contratto.

Coloro che si occupano delle politiche assunzionali del comune, invece, si nascondono vigliaccamente dietro questa norma, senza reale impegno su come trovare una soluzione nonostante innumerevoli i tentativi da parte nostra e da parte dei sindacati di spiegare che ci sono le possibilità di assumere, se solo ci fosse volontà, e la utilizzano come scusante per non effettuare nessuna assunzione, senza attingere dalla graduatoria vigente.

Ciò ha delle conseguenze per noi 36 e per la collettività: noi non avremo un posto di lavoro, al quale abbiamo diritto costituzionale; svolgiamo un lavoro pericoloso, per il quale siamo stati armati ed addestrati, con la consapevolezza che questo lavoro sarà a termine, inficiando inesorabilmente sulla nostra professionalità e sulla nostra sicurezza personale: insomma ci sentiamo dei “vigili a metà”; dopo il termine della nostra professione saremo costretti, qualora ce ne sia necessità, di testimoniare in processi penali o amministrativi, con spese generali a carico nostro, nonostante non svolgeremo più questa professione.

Il punto di vista della collettività ha dei riscontri ancora peggiori: Per noi tra costi concorsuali, costi di formazione, costi di armamento e costi di vestizione (estiva ed invernale) sono stati spesi all’incirca 125.000 euro.

La Città Metropolitana di Milano non avrà più un organo preposto al controllo ambientale, ittico e venatorio, poiché agli agenti della Polizia Provinciale verranno date mansioni legate alla realtà metropolitana, senza possibilità si utilizzare la professionalità da loro conseguita.

La sicurezza per le strade, sia in termini di circolazione veicolare, sia in termini di ordine pubblico, sia di giorno e sia soprattutto di notte, continuerà ad essere dipendente da una vergognosa carenza di agenti: basti pensare al fatto che di venerdì e di sabato notte (le notti critiche di tutte le città, grandi e piccole) c’è personale sufficiente a coprire al massimo 8 pattuglie in tutta la città (meno di una per zona), e che di queste 8 pattuglie, 3 sono ferme in punti critici per la sicurezza dei cittadini, ad esempio sul piazzale  della stazione centrale, da sempre ritrovo di individui “poco raccomandabili” e punto dolente della sicurezza milanese.

Il corpo della Polizia Locale di Milano ha bisogno di personale, poiché come detto precedentemente, gli agenti non sono abbastanza, e si sfrutta in modo incontrollato l’ utilizzo di servizi in straordinario (circa il 30% dei servizi è di questo tipo; le partite allo stadio S. Siro sono gestite in buona parte con questa modalità ormai da anni; EXPO è stato gestito totalmente in questo modo).

Ai vigliacchi attentati di venerdì notte nella capitale francese, deve seguire un programma sulla sicurezza per la città di Milano, degno di tale nome. Per adesso sono stati fatti solo proclama sulle televisioni e sulle piattaforme multimediali, ma niente di concreto è stato realizzato per la sicurezza dei cittadini, che ora come ora si sentirebbero anche più sicuri a girare per le strade, se solo fossero presenti più divise.

Il problema della sicurezza, a nostro avviso, non viene preso seriamente in considerazione da parte dell’ attuale amministrazione, che vede nell’ assessore Granelli una figura evanescente all’ interno dell’ organigramma della sicurezza per la città di Milano; nell’ assessore Chiara Bisconti (assessore alle politiche occupazionali), nel direttore centrale Alessandro Pollio Salimbeni, nel Direttore Andrea Lanzi e nel dirigente amministrativo Domenico D’Amato, un totale disinteresse ad incrementare il numero di agenti presenti sul territorio, e di conseguenza un totale disinteresse per la sicurezza dei cittadini milanesi, che in questo periodo storico temono sempre di più per la loro incolumità, e richiedono un alto tasso di sicurezza.

I continui episodi di microcriminalità presenti nel territorio milanese non accennano a smettere, anzi si acuiscono di giorno in giorno. Il controllo e la sicurezza stradale sono diventati ormai quasi un lusso per gli agenti di Polizia Locale, i quali sono stati snaturati dal loro storico ruolo di “ghisa”, per abbracciare un sistema di sicurezza non appropriato al loro numero, tra l’altro costantemente in calo.

E in tutto questo, la giunta Pisapia pensa che noi siamo stati utili solo per EXPO, ma che ora non serviamo più.

Noi chiediamo quindi a gran voce di essere visibili, di poter dire la nostra, di poter denunciare a tutti ciò che sta succedendo con il colpevole benestare di questa amministrazione, affinché i cittadini milanesi sappiano, soprattutto in vista delle elezioni della prossima primavera, di chi è la colpa.

Perché noi vogliamo essere Vigili.
Perché il corpo ci vuole come Vigili.
Perché la cittadinanza ha bisogno di Vigili.
Ma l’ amministrazione non vuole nuovi Vigili.

COMITATO PRECARI POLIZIA LOCALE DI MILANO

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