Milano 23 Novembre – Bruxelles. La capitale dell’Europa sta vivendo ore di panico. Negozi chiusi, metro inaccessibile fino a lunedì, aeroporti blindati. La scoperta di un arsenale di armi batteriologiche nel quartiere a maggioranza islamica di Molenbeek ha trasformato l’incubo in una realtà. La città belga si è svuotata. I carri armati controllano la Grand Place, i ristoranti sono tristemente vuoti. La paura ha preso forma a Bruxelles, e non risparmia nemmeno i più piccoli.
“Mia figlia oggi è tornata a casa con i pantaloncini tutti sporchi“, racconta una mamma belga. Una cosa normale in una situazione normale. Ma, a una settimana dai tragici attentati di Parigi, l’aria che si respira a Bruxelles è molto lontana dall’essere normale. Scopriamo che la paura travolge anche i bambini, e con la paura la consapevolezza di non essere più al sicuro come prima del 13 novembre. Dalla scuola europea a tutte le altre scuole elementari della capitale belga piovono gli stessi racconti. I bimbi con i calzoncini sporchi dicono a mamma e a papà che sono arrivate delle persone in classe per insegnargli cosa fare nel caso arrivi il “lupo cattivo”.
Si teme un attacco jihadista diretto ai più piccoli e le forze dell’ordine corrono ai ripari. Da una settimana i bimbi vengono addestrati nel caso in cui i terroristi dell’Isis li prendano in ostaggio. Poche mosse essenziali, che possono salvare la vita a tanti cuccioli d’uomo. Per prima cosa, nel caso dell’arrivo dei lupi, i bambini devono mettere in bocca una matita e stringere “forte forte” i denti. Questo gli impedirebbe di gridare. Una penna potrebbe ferirli, una matita è più sicura.
In silenzio devono poi mettersi immediatamente al riparo sotto i banchi di scuola e poi, sempre senza gridare, devono strisciare pancia a terra cercando di non attirare l’attenzione dei terroristi. Insomma, nelle scuole elementari di Bruxelles è in atto un vero e proprio “addestramento militare” dei più piccoli, a cui viene insegnato a mantenere i nervi saldi e a strisciare via, in silenzio, pancia a terra come se giocassero alla guerra.
Ma questo non è un gioco e il lupo cattivo non è come quello delle favole, che vanno sempre a finire bene. In Belgio ci si chiede se sia davvero il caso di coinvolgere i bambini in questo clima di panico e paura. Molti sostengono che debbano essere pronti a reagire qualora succedesse qualcosa, altri temono che potrebbero restare traumatizzati dall’addestramento militare tra i banchi di scuola e avere problemi psicologici in futuro.
Il dibattito è aperto, ma intanto bimbe e bimbi del Belgio in questi giorni stanno tornando a casa con i vestitini tutti sporchi e, anche se hanno solo 6 anni, dagli attentati di Parigi sono improvvisamente cresciuti. Ora sono dei piccoli adulti, dei piccoli eroi. E’ l’incubo fatto realtà.
Anna Mazzone (Panorama)
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