Milano 23 Novembre – Questo articolo ha una lunga storia. Inizia nel 2001, quando avevo 16 anni. E per la prima volta, di fronte agli attentati disumani contro New York, sentii qualcuno dire “eh, ricordate solo alcune vittime”. Da allora queste idiozie si sono moltiplicate, si sono sparse ed oggi sento il dovere civile di denunciarne alcune. Non sono tutte. Ma spero di andarci vicino.
“Alcuni morti valgono più di altre”. Sì. E nel mio caso funziona a cerchi concentrici: famiglia, comunità, appartenenza politica, Nazione, Area geografica omogenea. Non dimenticando che il peggiore essere umano viene prima del più coccoloso tra gli animali. Non me ne vergogno e nessuno dovrebbe. Fa parte del normale corso delle cose, è impossibile provare una uguale empatia per cose che succedono sotto casa e cose che avvengono in altri mondi, culturalmente parlando. L’uguaglianza tra gli uomini è un concetto malformulato che ha generato infiniti equivoci. Tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita, alla libertà ed alla proprietà. Non per questo mi deve dispiacere ugualmente quando ne vengono privati. Per cui sì, per me c’è differenza tra i morti. In particolare, direi in maniera macroscopica, questo è vero per vittime e carnefici. È una variazione sul tema particolarmente odiosa e di ovvia provenienza Grillina, quella che vede sullo stesso piano i soldati martiri a Nassyria e l’attentatore suicida. Ricordiamo tutti, credo, la comprensione di Di Battista per i terroristi dell’Isis. Ecco, distinguersi dalla massa equiparando vittime e carnefici dovrebbe portare come conseguenza il pubblico ludibrio. Anche se è vero che la pena alternativa, l’iscrizione ai 5 Stelle, è grave abbastanza.
“No al terrorismo, ma no all’Islamofobia e sì alle Moschee”. Ed un paio di etti di fontina, fresca mi raccomando. Per la fettina di fondo schiena ripasso domani. No, seriamente, qualcos’altro? Qui ci sono due possibili letture. Ci stanno ricattando, ovvero: noi condanniamo il terrorismo, ma voi in cambio ci date riconoscimento, luoghi di culto e quant’altro. Oppure stanno cercando di gabellare l’ipotesi che dove mancano le Moschee prosperi il terrorismo. La prima ipotesi mi rifiuto persino di considerarla. La seconda fa parte del frusto repertorio sinistro per cui, siccome la gentaglia ha paura del diverso, allora dobbiamo accogliere tutto. Ed è semplicemente ridicola. Non mi pare che né in Francia né in Belgio manchino Moschee. Non sono nemmeno così sicuro che ne manchino in Inghilterra ed Usa. Sì, in Italia ne abbiamo poche. Ora, nell’elenco e ringraziando Dio, quello vero, in quale paese tra Italia, Usa, Francia, Inghilterra, Belgio e Spagna non ci sono mai stati attentati Islamici? Non voglio dire che senza luoghi di culto la convivenza migliori, ma mi sento di escludere categoricamente che averne di più migliori le cose. Dopotutto il primo target dell’Isis sono gli Islamici stessi, no?
“Si fanno saltare perché gli abbiamo rubato la terra/le risorse/il futuro /ce l’hanno tolto, rubato, piccoli sporchi Hobbit, Gollum Gollum” e “Li abbiamo creati noi finanziandoli”. Delle due l’una o questi terroristi (uno per l’altro, tanto dalla Palestina di Arafat al Califfato di Al Baghdadi, passando per Al Qaida e Bin Laden, questa coppia di cavolate persiste inalterata) sono una massa di ignobili ingrati o chi sostiene questa tesi dovrebbe far pace con se stesso. Anche perché non si capisce come riusciamo OGNI VOLTA a selezionare nel mazzo i peggiori psicopatici assassini da finanziare. Mai che ne beccassimo qualcuno di un po’ meno assetato di sangue. Inoltre, possiamo sospettarlo, i terroristi devono essere dei veri e propri maestri di dissimulazione, per farsi finanziare da gente che odiano. Ovviamente la risposta è più banale: questa retorica terzomondista ignora i fatti, per farsi cullare dall’ideologia. Non gliene frega, in sostanza, un tubo delle vere cause, gli serve solo una scusa per il proprio masochismo.
“L’Islam è una religione di Pace, ma questi non sono uomini, sono solo belve assetate di sangue”/”Non sono veri credenti”. Piantiamola, per una volta, di giudicare la Fede altrui. Questa gente, e lo si vede da innumerevoli indizi (lasciare vite comode per una guerra sporca e pericolosa, la facilità di sacrificio, l’indisponibilità a compromessi, l’assenza di infiltrati ecc.), ha sete e fame di Dio. Ma beve sabbia e mangia sassi. Il che prevede che non raggiungeranno mai in terra la soddisfazione e non avranno alcuna reale remora a sacrificarsi. Ecco, un tempo, noi avevamo una Fede che offriva Acqua che non fa più venir sete e Pane che sfama per sempre. Oggi abbiamo i Pastafariani (http://pastafariani.weebly.com/). Gente che si crede simpatica, furba ed intelligentissima, solo per aver ereditato gli aspetti più stupidi della Rivoluzione Francese e del materialismo storico Bolscevico ed aver dimostrato che la tolleranza Occidentale ormai è troppo debole per difendere se stessa. Con questo non suggerisco alcun intervento pubblico. Ma quando tra mille anni qualcuno si domanderà come abbiamo fatto a ridurci così, quel movimento sarà un ottimo esempio della debolezza della nostra società.
“E’ la Religione il problema”. Da circa due secoli e mezzo ci provano. Gli atei, intendo. Ci provano a scaricare sui credenti tutti i mali del Mondo. Però, per quanto mi sforzi di ricordare, nessuno tranne loro ha ucciso qualche centinaio di MILIONI di esseri umani. Oggi scopro che ci sono varie sfumature di ateismo. Che non tutto crede nel materialismo storico. Che non si possono fare generalizzazioni. Sull’ateismo. Sulla Religione invece sì. La Religione è irrazionale. Dissero quelli che credevano nell’uguaglianza assoluta tra uomini. O nel fatto che la Scienza abbia tutte le risposte. O che la Scienza avrà tutte le risposte un giorno (forse, chi lo sa). O che esistano altre specie nell’Universo (boh, chi lo sa). Insomma gente pronta a credere a qualsiasi cosa, che se la prende con chi ne crede una sola. Peraltro, di tutte le religioni, mi pare che al momento i problemi li crei una sola. E mi pare che il Cristianesimo abbia più volte chiesto scusa per le sue. Attendo placidamente che gli atei facciano lo stesso.
“No al Califfato e no alla Guerra”. Non ci si allontana mai molto dal “nè con lo Stato né con le BR”. Adesso va di gran moda l’idea che si dovrebbero tagliare le linee economiche. Per esempio evitando di comprare il petrolio di contrabbando. Questo pare di una ingenuità spaventosa. Il Califfato esiste perchè gode di finanziamenti di un gran numero di privati, di sceicchi, di semplici cittadini, perché tassa le persone che vivono sul suo territorio e perchè attira un gran numero di stranieri a combattere. Tutte queste cose esistono perchè ha un territorio. Se lo perdesse finirebbe tutto con la stessa velocità con cui è iniziato. Gli stessi attacchi alla Francia sono un segno di debolezza, la guerra sul terreno Al Baghdadi la sta perdendo e, come Hitler nel ’42, finite le chances di conquista delle terre vicine, ci si dà a quello che ti farà alla storia. Nel caso di Hitler era la Soluzione Finale. Per l’Isis sono i grandi attentati in stile Al Qaida. Ma se perdono il territorio tutto perderanno con esso. Quindi, spiace dirlo, ha ragione Prodi. Vanno invasi.
Non ho alcuna pretesa di aver fatto un articolo esaustivo, ma credo sia un buon inizio. Il male si sconfigge se si ha ben presente cosa si sta combattendo. E solo se prima si è accettato di rinunciare ai propri stereotipi in nome di un salutare pragmatismo. Cosa che oggi, da Destra a Sinistra, pare un esercizio al di sopra delle possibilità delle nostre forze politiche.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,