Milano 25 Novembre – L’hanno aspettato al cancello, sapevano che sarebbe rientrato alle nove dopo il lavoro, in sella al suo motorino. Si sono infilati oltre il cancello automatico aperto dal gioielliere e l’hanno aggredito. È cominciata così, ieri sera, la rapina in villa finita in tragedia a Lucino di Rodano, frazione a pochi chilometri da Linate, al principio della via Emilia. Rodolfo Corazzo, commercia in preziosi e ha una passione per le armi, è un collezionista è un buon tiratore: in meno di venti minuti è andato a segno, uccidendo uno dei tre banditi del commando entrato nella sua villa di via Matteotti per depredarlo.
I malviventi gli hanno fatto disinserire il sofisticato sistema di videosorveglianza interno all’abitazione, poi l’hanno picchiato. Non avrebbero invece toccato la moglie e la figlia, costrette però ad assistere al pestaggio. Corazzo ha tenta una mediazione, sono stati istanti di autentico terrore. «Vi do quello che volete, ma non fate del male alla mia famiglia», ha detto al commando. Questa la versione fornita al pm da Piero Porciani, l’avvocato della famiglia.
La situazione è degenerata, i banditi hanno aperto il fuoco e il commerciante ha risposto. Girava armato, addosso aveva una pistola, prima di mirare ha esploso un colpo in aria «ma loro non smettevano», avrebbe raccontato al magistrato poco dopo. Quindi ha freddato uno dei malviventi, i complici, spiazzati, sono fuggiti.
«Non volevo assolutamente uccidere», ha spiegato Corazzo, accompagnato in ospedale per essere medicato. Ha il volto tumefatto per i pugni e calci inflittigli senza pietà. Il reparto scientifico dei carabinieri ha fatto rilievi fino all’una. Mentre il colonnello Canio La Gala che coordina le indagini con il capitano di Cassano Camillo Di Bernardo hanno avviato una vera e propria battuta di caccia per catturare i fuggitivi. Sembra che i tre avessero parcheggiato proprio di fronte alla villa. È lì che i militari stanno cercando tracce utili all’identificazione.
È passato solo un mese dall’altro tragico omicidio che ha per protagonista un altro padre di famiglia. Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d’Adda, che ha sparato e ucciso il ladro entrato in casa sua per derubarlo e ora accusato di omicidio volontario.
Nessuna contestazione per ora, invece, per Corazzo. Il pm sta ancora valutando la sua posizione. Emergono già però differenze tra i due casi. Stavolta gli aggressori erano armati e ben organizzati. Sembra che avessero studiato a fondo il colpo, imparando a memoria le abitudini del gioielliere. Che ha reagito sotto la minaccia delle botte e delle armi. «Non avrei mai voluto trovarmi in una situazione del genere», ha mormorato allontanandosi prima di essere accompagnato al pronto soccorso. (Il Giorno)
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